a cura di Fabio Gallo e News.va – immagini di Fabio Pignata
Quando tutti gridano e generano il caos – sembra voler dire il Santo Padre – il modo migliore per gridare più di tutti per farsi sentire, è fare silenzio: il silenzio di Dio Padre. Abbiamo tutti bisogno di essere guidati al silenzio in un momento in cui qualsiasi parola sembra non avere più senso innanzi alle ingiustizie sociali che si manifestano in crescita giorno dopo giorno, sempre più ingiustificabili e terrificanti. Quello di Papa Francesco è il silenzio che rigenera e vivifica la “parola” di verità di cui tutti noi abbiamo bisogno e sappiamo non potersi manifestare da bocca umana se non dal silenzio nel quale prende vita la parola di Cristo il Salvatore.
In silenzio, ascoltandoci, forse riusciremo a percepire quanto in noi c’è di Giuda e per quanto anche noi siamo disposti a vendere tutto ciò che sappiamo rappresenta il bene.
Siamo diventati avari, egoisti, siamo ammalati di protagonismo, vogliamo essere in prima fila, guadagnare sempre di più, avere oltre il giusto tutto ciò che appartiene agli altri. Siamo indifferenti alla sofferenza di chiunque: donna, vecchio, ammalato, bambino. E allora è giusto iniziare a fare silenzio per comprendere il senso profondo delle parole, quelle di Dio che ci sta chiedendo di fermarci un istante per riflettere.
Questa Via Crucis del venerdì santo 2014 sarà ricordata come la Via Crucis del Silenzio. Oggi, insieme a Papa Francesco, noi tutti facciamo silenzio per ascoltare le parole del Predicatore pontificio Padre Cantalamessa che senza mezzi termini punta il dito di Dio sui corrotti, sulla politica che fagocita ogni bene, ogni atto di giustizia sociale per consacrare tutto il suo fare al dio danaro. La storia di Giuda sulla quale – avverte il Predicatore – bisogna essere prudenti perché attuale, ci presenta l’uomo di sempre ed il suo attaccamento al danaro che, più del Diavolo, è il vero nemico dell’Umanità.
PAPA FRANCESCO IN SILENZIO ALLA VIA CRUCIS
Papa Francesco resterà in preghiera al termine della “Via Crucis” stasera al Colosseo, senza pronunciare un discorso, quindi benedirà i fedeli. E’ quanto affermato da padre Federico Lombardi, in un briefing tenuto stamani in Sala Stampa Vaticana, sulle celebrazioni pasquali del Papa. Prevista una grande partecipazione di fedeli, tanto che per l’occasione sono stati posizionati dei maxischermi nell’area dei Fori Imperiali.
Il servizio di Alessandro Gisotti (Vatican.va):
Un operaio e un imprenditore assieme, due clochard e ancora bambini, anziani, malati e carcerati. A portare la croce stasera al Colosseo saranno persone di ogni età e provenienza, con un’attenzione particolare alle situazioni di sofferenza su cui mons. Bregantini si china nelle sue meditazioni preparate per la “Via Crucis”. Un rito che Papa Francesco seguirà, come da tradizione, in preghiera sulla terrazza del Palatino. Non ci sarà invece il tradizionale discorso del Papa a conclusione dell’evento, come ha informato padre Federico Lombardi:
“Allo stato attuale, risulta che il Papa non pensa di parlare, alla fine della ‘Via Crucis’, non pensa di fare un suo discorso, neppure a braccio, ma di rimanere in silenzio e dare la benedizione. Questa è l’informazione che io ho avuto. Poi, lasciamo allo Spirito e alla libertà del Papa vedere se desidera poi dire qualche cosa o meno”.
La “Via Crucis”, per la lunghezza delle meditazioni, durerà quest’anno circa un’ora e tre quarti – mezz’ora di più dell’anno scorso – e dovrebbe dunque terminare intorno alle 23. Le meditazioni saranno lette dall’attrice Virna Lisi e da Orazio Coclite. La voce guida della preghiera sarà di Simona De Santis. Le persone che portano la Croce non la seguono processionalmente dall’inizio, ma la attendono di volta in volta ad ogni stazione. Almeno 50 i Paesi che seguiranno in diretta l’avvenimento attraverso le loro televisioni. Durante la Veglia Pasquale, ha poi reso noto padre Lombardi, verranno battezzati dal Papa 10 catecumeni: 5 vengono dall’Italia; gli altri da Bielorussia, Senegal, Libano, Francia e Vietnam. Per quanto riguarda la Messa di Pasqua, il Papa – come di consueto in questa Solennità – celebrerà da solo e non è prevista omelia, ma solo il Messaggio prima della benedizione “Urbi et Orbi”, senza saluti in altre lingue. Padre Lombardi ha quindi messo l’accento su una particolarità ecumenica della celebrazione:
“Ci sono, quest’anno, i canti degli Stichi e Stichirà orientali che si fanno quando la celebrazione della Pasqua coincide per i latini e per gli orientali. Quindi, anche per ricordare questo momento di comunione nella celebrazione della Pasqua c’è questo elemento particolare del rito che è una tradizione che – come ricorderete – c’è ogni tre-quattro anni”.
LA PREDICA DI PADRE CANTALAMESSA E IL TEMA DELLA CORRUZIONE
“Giuda Iscariota che divenne traditore” scrive l’evangelista Luca. Molte le risposte che nel tempo sono state date a questa drammatica scelta. Forse motivi ideali o politici. Ma i vangeli, uniche fonti attendibili, dice padre Cantalamessa, parlano di un motivo molto più terra-terra: il denaro. “Quanto siete disposti a darmi, se io ve lo consegno? Aveva chiesto Giuda ai capi dei sacerdoti.
“Ma perché meravigliarsi di questa spiegazione e trovarla troppo banale? Non è stato forse quasi sempre così nella storia e non è ancora oggi così? Mammona, il denaro, non è uno dei tanti idoli; è l’idolo per antonomasia”.
“L’attaccamento al denaro -dice la Scrittura- è la radice di tutti i mali” .Dietro ogni male della nostra società c’è il denaro, o almeno c’è anche il denaro. Cosa c’è, ad esempio, dietro il commercio della droga, si domanda padre Cantalamessa, lo sfruttamento della prostituzione, le varie mafie, la corruzione politica, la fabbricazione e il commercio delle armi, la vendita di organi umani?
“E la crisi finanziaria che il mondo ha attraversato e che questo paese sta ancora attraversando, non è dovuta in buona parte all’”esecranda bramosia di denaro”, l’auri sacra fames, da parte di alcuni pochi? Giuda cominciò con sottrarre qualche denaro dalla cassa comune. Dice niente questo a certi amministratori del denaro pubblico? Ma senza pensare a questi modi criminali di accumulare denaro, non è già scandaloso che alcuni percepiscano stipendi e pensioni cento volte superiori a quelli di chi lavora alle loro dipendenze e che alzino la voce appena si profila l’eventualità di dover rinunciare a qualcosa, in vista di una maggiore giustizia sociale?”
Quante volte, continua padre Cantalamessa, abbiamo dovuto ripensare alle parole di Gesú al ricco che aveva ammassato tanti beni da sentirsi al sicuro per il resto della vita: “Stolto, questa notte stessa l’anima tua ti sarà ridomandata”.
“Uomini collocati in posti di responsabilità che non sapevano più in quale banca o paradiso fiscale ammassare i proventi della loro corruzione si sono ritrovati sul banco degli imputati, o nella cella di una prigione, proprio quando stavano per dire a se stessi: “Ora godi, anima mia”. Per chi l’hanno fatto? Ne valeva la pena? Hanno fatto davvero il bene dei figli e della famiglia, o del partito, se è questo che cercavano? O non hanno piuttosto rovinato se stessi e gli altri? Il dio denaro si incarica di punire lui stesso i suoi adoratori”.
Il tradimento di Giuda continua nella storia, ma sarebbe troppo comodo pensare solo ai casi clamorosi o a gesti compiuti da altri e padre Cantalamessa fa esempi concreti:
“Tradisce Cristo chi tradisce la propria moglie o il proprio marito. Tradisce Gesú il ministro di Dio infedele al suo stato, o che invece di pascere il gregge pasce se stesso. Tradisce Gesú chiunque tradisce la propria coscienza”.
Giuda dopo aver riconosciuto di aver consegnato sangue innocente andò ad impiccarsi. Quale sarà stato il suo destino eterno, si chiede il predicatore, invitando a non dare un giudizio affrettato. Gesú, sostiene, non ha mai abbandonato Giuda e nessuno sa dove egli è caduto nel momento in cui si è lanciato dall’albero con la corda al collo. Chi può dire cosa è passato nella sua anima nell’ultimo istante? Come Gesù cercò il volto di Pietro dopo il rinnegamento per dargli il suo perdono, chissà come avrà cercato anche quello di Giuda in qualche svolta della sua via crucis! Ma Pietro ebbe fiducia nella misericordia di Cristo, Giuda no! Il suo più grande peccato, conclude padre Cantalamessa, non fu aver tradito Gesú, ma aver dubitato della sua misericordia: “Esiste un sacramento nel quale è possibile fare una esperienza sicura della misericordia di Cristo: il sacramento della riconciliazione. Quanto è bello questo sacramento! È dolce sperimentare Gesú come maestro, come Signore, ma ancora più dolce sperimentarlo come Redentore: come colui che ti tira fuori dal baratro, come Pietro dal mare, che ti tocca, come fece con il lebbroso, e ti dice: “Lo voglio, sii mondato!”