Il Vaticanese

Via Crucis al Colosseo. Papa Francesco: cristiani crocifissi sotto i nostri occhi, silenzio complice

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Tutti i nostri peccati, gli strazi dei cristiani perseguitati e il dolore di quanti sono abbandonati e sfigurati dalla nostra indifferenza sono in Cristo crocifisso. E’ una lunga preghiera quella in cui Papa Francesco ha condensato al termine della Via Crucis al Colosseo il senso del percorso di Gesù verso il Calvario. Una preghiera con la quale il Pontefice, evidenziando la crudeltà dell’uomo e le iniquità del mondo, ha voluto sottolineare che l’infinita misericordia di Dio può convertire la nostra vita.

In Cristo sfigurato e straziato ci sono le crudeltà del nostro cuore, il suo patire lungo la Via della Passione è anche quello di quanti sono abbandonati dai familiari e dalla società, “sfigurati dalla nostra negligenza e dalla nostra indifferenza”. Non sono state parole di un discorso quelle di Papa Francesco, che sul Colle Palatino – con a fronte l’anfiteatro Flavio – ha ascoltato in profondo raccoglimento le meditazioni della Via Crucis. Sono state preghiera a Cristo, che in se porta anche il dolore di oggi:

“In Te, Divino Amore, vediamo ancora oggi i nostri fratelli perseguitati, decapitati e crocifissi per la loro fede in te, sotto i nostri occhi o spesso con il nostro silenzio complice”.

Ma è a Gesù stesso che il Papa esorta a chiedere un cambiamento di vita:

“Portaci a pentirci per i nostri peccati che ti hanno crocifisso. Portaci a trasformare la nostra conversione fatta di parole, in conversione di vita e di opere … Ravviva in noi la speranza che non si smarrisca seguendo le seduzioni del mondo. Custodisci in noi la carità che non si lasci ingannare dalla corruzione e dalla mondanità”.

E allora la Croce, via verso la Resurrezione, insegna che il Venerdì Santo è strada verso la Pasqua della luce, che “Dio non dimentica mai nessuno dei suoi figli e non si stanca mai di perdonarci e di abbracciarci con la sua infinita misericordia”. E le ultime parole del Papa sono state ancora preghiera, quella dell’Anima Christi; una preghiera che è invocazione a Gesù crocifisso:

“Corpo di Cristo, salvaci.
Sangue di Cristo, inebriaci.
Acqua del costato di Cristo, lavaci.
Passione di Cristo, confortaci.
O buon Gesù, esaudiscici.
Dentro le tue piaghe nascondici”.

I testi della Via Crucis – cui hanno dato toccante e intensa voce Orazio Coclite, Francesca Fialdini e Simona De Santis – hanno proposto un percorso di fede che ha condotto i credenti nella notte più buia di Cristo, ma hanno anche voluto mostrare che, proprio nella Via della Croce – con preghiera, vigilanza, sincerità e verità – questa fede cresce. Nel far rivivere la Passione di Gesù, le riflessioni di mons. Renato Corti hanno voluto anche ricordare quanti quella Passione l’hanno rivissuta o la rivivono seguendo le orme di Cristo. Così, nella II stazione, con Gesù caricato della croce ci sono uomini e donne “imprigionati, condannati o addirittura trucidati” perché credenti o impegnati in favore della giustizia e della pace e tra questi Shahbaz Bhatti, ministro pakistano per le minoranze che di se ha scritto:

(Voce di Orazio Coclite)
“Voglio che la mia vita, il mio carattere, le mie azioni parlino per me e dicano che sto seguendo Gesù Cristo. Tale desiderio è così forte in me che mi considererei privilegiato qualora Gesù volesse accettare il sacrificio della mia vita”.

Lungo la strada che conduce al Calvario ci sono poi i drammi delle famiglie, le anime ferite dalla solitudine, dall’abbandono, dall’indifferenza e dalla malattia, e c’è ancora il traffico di esseri umani, la condizione dei bambini soldato, il lavoro che diventa schiavitù e l’adolescenza violata. Ma guardare Cristo patire per amore induce anche ad un profondo esame di coscienza:

(Voce di Simona De Santis)
IX stazione
“Gesù cade per la terza volta”.

(Voce di Francesca Fialdini)
“Gesù, di fronte all’amore tuo e del Padre ci domandiamo se non stiamo rischiando di lasciarci ammaliare dal mondo per il quale la tua passione e morte è «stoltezza e scandalo», mentre è «potenza e sapienza di Dio»? Non siamo forse dei cristiani tiepidi, mentre il tuo amore è un mistero di fuoco?”.

Si, è un mistero l’amore di Dio, un amore che sconvolge nell’estremo sacrificio in croce di Cristo. Ma proprio dal quel legno che sgomenta, Gesù chiama chi lo segue ad essere Chiesa della misericordia, Chiesa povera e amica dei poveri. E se sulla croce la morte di Cristo ha seminato paure e interrogativi, non senza risposta Dio ha lasciato gli uomini squarciando la storia con la Resurrezione.

Fonte: News.va

Leggi il testo integrale delle meditazioni della Via crucis

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