a cura di Mons. Giuseppe Mani/
Col realismo del Vangelo la chiesa ci introduce nella Quaresima portandoci a fare una scoperta: siamo nella tentazione. Si. Una scoperta perché non è facile riconoscere che certe scelte le facciamo perché orientati da qualcuno che la sa più lunga di noi, il demonio. L’esperienza della vita pubblica di Gesù comincia con le sue tentazioni per insegnarci che il terreno in cui ci muoviamo è minato, c’è la presenza di uno che fa di tutto per non farsi notare.
Gesù aveva ricevuto il battesimo nel Giordano e anche il demonio aveva sentito “Questo è il Figlio mio prediletto”. Il demonio non poteva tollerare Dio presente nel mondo nella persona di Gesù . Che Dio faccia Dio in cielo con i suoi angeli, al mondo ci penso io. La presenza di Cristo era come un cavallo di Troia attraverso il quale Dio veniva per sottrarre al demonio il suo dominio. Allora ecco che il demonio tenta Gesù sul tema che lo preoccupa di più : la sua povertà, infatti è facendosi povero che Dio viene nel mondo “umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di Croce” cosa che il demonio non può fare. “Se tu fossi davvero il Figlio di Dio diresti a queste pietre di diventare pane”. Il demonio non tollera Dio che ha fame, e Gesù risponde che nonostante che abbia fame Dio è mio Padre. Le altre tre tentazioni sono sulla stessa linea, anzi tutte le tentazioni sono così. “Dio vi vuole imbrogliare, non vuole che diventiate come lui per questo vi ha proibito di mangiare del frutto” disse il demonio ai progenitori. Non ebbero fiducia in Dio e fu il peccato.“Se Dio fosse con noi, non vivremmo in questa precarietà “dicevano a Mosè gli ebrei nel deserto e fu la ribellione, la mancanza di fiducia in Dio. “Se Dio fosse con te, le cose ti andrebbero meglio”è la tentazione continua. “Se Dio fosse davvero Padre, o peggio ancora se veramente esistesse, non permetterebbe che questa mamma morisse lasciando orfani i figli, che quel marito abbandonasse la moglie fedele, che un bambino soffrisse per una terribile malattia” Sono le tentazioni di ogni giorno. Le tentazioni sono sempre tentazioni contro la fede e Dio le permette non per metterci alla prova come si prova un ponte caricandolo di pesanti camion carichi di sabbia per vedere se regge, ma perché possiamo confermare sempre la nostra fede in Lui. Credere in Lui anche quando le cose non vanno bene avere fiducia in Lui nonostante tutto.
Giobbe è modello di come si vince la tentazione del demonio , fu tentato privandolo di tutto per vedere se si ribellava a Dio e continuò ad aver fiducia anche finito in un letamaio. Gesù è il vero Giobbe che ci insegna la totale fiducia in Dio anche morente sulla croce. Non si crede in Dio per i suoi doni ma per la sua Parola.
Il primo esercizio quaresimale è quello di individuare bene quali sono le nostre tentazioni. Non è un esercizio semplice ma interessante per fare la verità su noi stessi, c’è infatti il pericolo di considerare le tentazioni come tendenze naturali addirittura positive, tanta è l’astuzia del tentatore che ci circuisce “cercando di divorarci”. Quali le mie personali e intime tentazioni? Se le proiettassimo su uno schermo ci sarebbe da scappare dalla vergogna pensando che cosa saremmo capaci di fare se il pudore e l’aiuto di Dio non ci aiutassero a vincerle. Quali le tentazioni della mia famiglia? Quali le tentazioni a cui è sottoposta la società di oggi per la quale credo che una delle tentazioni principali sia quella di rinnovare le strutture anziché rinnovare l’uomo.
Da non dimenticare che ogni tentazione , in ultima analisi, è una tentazione contro la fede, Per questo la chiesa ci prepara alla Pasqua attraverso quaranta giorni cominciando proprio con l’aiutarci a far chiarezza su questo argomento perché la notte di Pasqua ,celebrando l’anniversario del nostro Battesimo, rinnoveremo proprio la fede dicendo ancora una volta “io credo”nonostante tutto perché “questa è la vittoria che vince il mondo : la nostra fede”.
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