Nel mondo si sta verificando un mutamento globale di proporzioni quasi planetarie, che non può essere interpretato come semplicistico passaggio generazionale. Tale cambiamento epocale, difatti, era stato previsto ed anticipato dalla Populorum Progressio di Papa Paolo VI che, sollecitando l’urgenza di affrontare le molteplici problematiche dei paesi meno sviluppati, richiedeva sviluppo ed audaci trasformazioni innovatrici. Perseverando, invece, tali gravi problematiche, Papa Giovanni Paolo II, con la riconosciuta sensibilità, ammoniva come la Chiesa fosse pronta a farsi carico della causa dei poveri, divenendo voce degli inascoltati per chiedere ed ottenere giustizia, tant’è che Papa Francesco, facendo propri tali tracciati e richiamandosi anche a Papa Giovanni XXIII, ribadisce, senza soluzione di continuità, che si attui il bene universale, nell’ottica della indifferibile eguaglianza dei diritti e dei doveri dei meno forti e meno fortunati.
La Chiesa ha, quindi, compreso, da molti anni, il bisogno di rinnovamento profondo, estendendo a tutto il mondo i concetti universali di libertà di pensiero e diritto ad una vita dignitosa, alla luce anche della globalizzazione e prendendo su di sé il tardivo peccato di omissione, per non aver gridato e denunciato con più forza le intollerabili condizioni di estrema povertà; riconoscendo amaramente i propri errori ha condannato non il legittimo capitalismo ma la egoistica, mera, etica del profitto svincolato da regole e teso a raggiungere i propri fini asservendo anche l’uomo.
Tale coraggioso comportamento pone la Chiesa alla attenzione, non più critica, di tutti i paesi del mondo, specialmente di quelli più poveri, per cui Essa si riappropria del ruolo di guida del mondo, suggellando come Essa sia ancora unica garanzia di tutela dei diritti della persona, cui ciascuno può fare affidamento; tutto questo solo in virtu’ del Vangelo che costituisce la salvezza per tutti.