Una domenica l’anno è designata “giornata vocazionale”. Sarebbe un problema se la considerassimo una giornata come quella destinata agli emigranti, all’università cattolica o alla Terra Santa, ovviamente senza togliere niente a nessuno, si tratta invece di una giornata in cui prendere coscienza e tirarne le conseguenze sul fatto che siamo un popolo di chiamati. Inutile dire che mancano le vocazioni e magari dare dei numeri, son cose risapute che purtroppo concludono in lamentele e nel “dobbiamo pregare di più” cosa sempre lodevole e mai sufficiente.
Le vocazioni son frutto della fede di un popolo perché è per fede che si consacra tutta la vita alla causa del Regno e lo si fa per essere proposta di fede per i fratelli. La fede è il cuore e la ragione di ogni vocazione. Ho conosciuto una diocesi in cui pregavano perché gli mandassero un vescovo che credeva e che avesse la vocazione. Rimasi stupito ma pensai che quella preghiera così originale sarebbe stata subito presa in considerazione in Paradiso.
Una comunità che crede la penso così. Sentendo la vera necessità di un punto di riferimento, i fedeli, notando qualche fratello divenuto riferimento per spirito soprannaturale, stile evangelico di vita e amicizia con Dio, prega che il Signore lo chiami al suo totale servizio e magari chiede direttamente all’interessato di mettersi completamente a servizio del Signore per servire i fratelli nelle cose “che riguardano Dio”. Il primo discernimento vocazionale lo fa la comunità e penso che la richiesta al Signore debba essere mirata. Non è evangelico considerare la diocesi o il Vescovo come l’ufficio di collocamento per avere chi tiene aperto il negozio del sacro. La chiesa non è un’impresa con l’ufficio del personale anche se, la burocrazia spesso la fa apparire così. E’dalla comunità cristiana che crescendo nella fede germogliano le vocazioni. Dietro ogni vocazione c’è sempre una comunità o almeno una persona che ha esercitato un influsso particolare. Proprio quest’ultime persone hanno un ruolo importante nella dinamica vocazionale, sono i traghettatori: coloro che aiutano l’interessato a realizzare quel desiderio che il Signore , sempre timidamente e suggerendo, non gridando, pone nel cuore degli interessati. Sono color che aiutano a far passare dal mi piacerebbe a …lo voglio nel Signore.
Gran parte della mia vita sacerdotale l’ho trascorsa nel discernimento vocazionale e nella formazione dei futuri preti e posso dire con certezza che il denominatore comuniue di tutte le vocazioni è la dimensione misterica: quel qualcosa di impercettibile ma che esiste ma sfugge all’osservazione umana. Ogni vocazione è fondamentalmente opera di Dio che si presenta come proposta e a cui deve corrispondere la generosità dell’accettazione della proposta divina. La storia di ogni vocazione è bellissima: è l’incontro di Dio che chiede tutto e dell’uomo che si lascia sedurre.
Se fin’ora abbiamo pregato per le vocazioni cominciamo a pregare perché il Signore aumenti la fede delle nostre comunità : è il terreno su cui fioriscono le vocazioni alla sequela totale di Cristo.