Riceviamo e pubblichiamo una testimonianza diretta di partecipazione alla giornata di beatificazione di Maria Cristina di Savoia dalla Prof.ssa Maria Luisa Coppola, Presidente Eletto Serra International Italia per il biennio 2014-2016.
Il silenzio conventuale dei Frati minori francescani di Napoli viene interrotto per un evento eccezionale: il 25 gennaio è il giorno della beatificazione della Venerabile Maria Cristina di Savoia. Questo tempio della cristianità dedicato a S. Chiara, risalente al sec. XIII, di epoca angioina, è il sacrario della nobiltà del fasto monarchico della città; conserva le spoglie di Roberto d’Angiò e di sua moglie Saucia e di tutti re Borbone, compresa Maria Cristina.
Nell’ampia navata una folla imponente di circa 2000 persone, attratte anche dalla presenza delle famiglie dinastiche Savoia e Borbone che furono congiunte per il matrimonio sottoscritto per meri fini diplomatici tra Maria Cristina allora ventenne, ultima figlia del Re Vittorio Emanuele I ed il giovane Ferdinando II di Borbone il 30 novembre 1832, saluta festosamente la “Reginella di Napoli”, giovane e tanto generosa da mettere in circolo tante opere di carità. Di lei gli storici raccontano episodi di generosità esemplare: tanti dei suoi beni donati alle ragazze madri, per le quali preparava i corredi, istituì un orfanotrofio cittadino per i numerosi bambini senza un nome, lasciò al termine della sua vita una cassetta preziosa che, secondo il suo personale conteneva ori e gemme, e che invece era pieno di ricevute firmate in cambio di donazioni e di lasciti. La sua figura è stata ben descritta dal Card. Crescenzio Sepe, Vescovo di Napoli che ha celebrato la solenne S.Messa alla presenza dei cardinali Amato, prefetto della congregazione delle cause dei Santi e del Card. Martino , oltre al capitolo della Basilica. La nuova Beata mantenne nella sua vita regale le sue abitudini religiose, seppe illuminare con il consiglio e con la preghiera le decisioni del marito sovrano, si affidò alle cure spirituali del suo confessore, l’olivetano Padre Giovanni Battista Terzi, al quale confidava il suo desiderio di maternità che tardava ad esaudirsi. Le sue preghiere alla Madonna furono ascoltate e, a tre anni dal matrimonio, mise al mondo l’erede della casa Borbone Francesco. Colta da febbri post partum, morì ad appena 24 anni, lasciando un grande vuoto nel cuore di tanti che aveva beneficato e sostenuto. L’eco della sua vita “educata alla vita buona del Vangelo” è ancora viva nei “Convegni culturali Maria Cristina di Savoia” , associazione femminile che per carisma ha la finalità di preparare cristianamente le donne , e nel popolo di Napoli che ricorda la sua carità, la sua tenerezza verso i poveri e l’umiltà con cui fu attenta ai bisogni della sua gente. “Credo Domine, credo Domine” la sua ultima invocazione! Napoli l’ha salutata con gioia e non sono mancati rigurgiti neo borbonici, al grido di “Viva il Re”, quando è passato Carlo di Borbone, ultimo discendente della dinastia, molto presente in città e a Caserta, con la moglie Camilla: residui di una mentalità risorgimentale che considerò nefasta l’unità d’Italia e avversari i piemontesi che defraudarono Napoli delle casse erariali… un po’ di folklore che è servito a vivacizzare una giornata fredda e ventosa, e a riscaldare l’animo dei credenti con una preghiera alla Madonna, più volte invocata dal card. Sepe, affinchè si prenda cura di questa bella città. Alla beata Maria Cristina di Savoia, che ben comprese che la vera ricchezza non è nel tesoro materiale, ma nella gioia di amare Dio, rivolgo una preghiera: “concedici con il tuo esempio di operare il bene attingendo alla vera ricchezza del tuo amore, o mio Dio”.
Maria Luisa Coppola