Il Vaticanese

Titulus Marci iuxta Pallacinas

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Basilica San Marco Evangelista

a cura di Mons. Renzo Giuliano/

La Basilica di San Marco al Campidoglio, secondo l’attuale denominazione, è un “tituluscardinalizio della Chiesa Cattolica risalente all’anno 336, data in cui Papa Marco I fece costruire la Chiesa nell’area urbana della Città, al termine delle persecuzioni contro i cristiani. Siamo pertanto ad un “titulus” dell’età costantiniana, attestato successivamente dal Sinodo di Papa Simmaco del 1 marzo del 499 e dal Sinodo di Papa Gregorio I del 5 luglio 595. Quei Sinodi riportano infatti le liste delle sottoscrizioni dei presbiteri.

Il “Titulus” di San Marco è inoltre ricordato dal Liber Pontificalis, compilazione iniziata nel VI secolo, tra i primi 25 “tituli”. Il “titulus Marci” ha la prerogativa di essere il primo sicuramente datato.

Scrive l’archeologa Margherita Cecchelli, nota studiosa: “Il titolo di Marco rimane per adesso il primo databile altresì ad annum posteriore alla Pace della Chiesa e compreso nel periodo costantiniano, di cui siano venute in luce significative e certe emergenze monumentali.  … Campagne di scavo eseguite tra il 1988 e il 1990 hanno permesso di ricostruire la storia del titulus fondato probabilmente su di una domus romana” (cf. Dati da scavi recenti di monumenti cristiani. Sintesi relativa a diverse indagini in corso. Mélanges de l’école française de Rome Année 1999 111-1 pp. 227-251).

Il “titulus” era la tabella posta accanto alla porta di un edificio oppure anche sul pavimento musivo all’ingresso e riportava il nome del proprietario. L’uso viene a connotare anche le “domus ecclesiae”. Il “titulus Marci” così verrà ad indicare il fondatore della chiesa, in questo caso Papa Marco I, e poi la Chiesa stessa; successivamente, quando si instaurerà la tradizione del legame del “titulus” con il culto dei santi, San Marco evangelista. Il “Titulus Sancti Marci” quindi comprende, in questo caso, l’appartenenza della Chiesa sia all’Evangelista che al “conditor” Papa. Da tenere presente che ancora nel IV secolo non esisteva un netto discrimine tra l’uso dei termini “domus ecclesiae” e “titulus”.

Papa Marco I istituì il “titulus” come esigenza della cura delle anime in quel luogo della Città molto popoloso all’epoca e con una cospicua attività edilizia di tipo privato in crescita. La denominazione “Iuxta Pallacinas” deriva dal riferimento al “vicus Pallacinae“, quella strada su cui fu costruita, incuneandosi in essa, l’abside della nuova Chiesa di Papa Marco, ben visibile dagli scavi. Un saggio di scavo del 1993, davanti al portico della Basilica, ha permesso di constatare la presenza di numerose “domus”, alla stessa quota della Chiesa del IV secolo. Poco dopo, il “titulus” fu dotato anche di un Battistero, segno di una pienezza di funzione pastorale per una vasta comunità.

Il Liber Pontificalis altresì attesta la ricchezza di doni di cui fu arricchita la Chiesa, ma soprattutto riferisce sulla presenza del servizio ministeriale sia presbiterale e sia di un giovane, “Venantius lector de Pallacine qui vixit A. XX“, come si legge in una epigrafe nell’atrio ancora oggi.

Epigrafe nell’atrio della Basilica di San Marco Evangelista

Lo stesso Papa Marco era stato presbitero dell’Oratorio su cui poi, da Papa, fece edificare il “titulus” e nel suo “titulus” si attestò un culto a Lui, già databile sotto il Papa Siricio (384 – 399), in un “fastigium” individuato nella navata laterale occidentale della Chiesa. Quella residenza privata su cui si instaurò un Oratorio e seguentemente il “titulus sancti Marci” è stato realmente un luogo prescelto dalla Provvidenza a parlarci di quella prima e viva comunità cristiana e di quella richiesta di fede che portò San Marco  a scrivere lì il suo Vangelo, il più antico Vangelo canonico.

Un altro Papa amò molto quel “titulus” e fu Papa Adriano I (780-781). La sua casa e quella dello zio Teodato erano vicine alla Chiesa. Fu questo Papa nell’VIII secolo a ricostruire la Chiesa ad una quota superiore di circa un metro rispetto alla precedente, aggiungendovi le navate laterali. Ma ancor più Adriano I destinò ben due monasteri (San Lorenzo in Pallacinis e Santo Stefano Vagauda) per il servizio liturgico del “titulus”. L’importanza del “titulus” negli anni si accrebbe e il Catalogo medievale di Pietro Mallio, stilato durante il pontificato di Papa Alessandro III, nota che il “titulus sancti Marci” era collegato alla Basilica di San Pietro ed i suoi sacerdoti vi celebravano a turno la Messa.

Quindi quel “titulus iuxta Pallacinas” ha segnato dai primordi una significativa storia di vita cristiana nella Città. Con il Pontificato del Papa Paolo II, già Cardinale Titolare di San Marco, si ebbe un grande restauro ed una trasformazione della Chiesa che, inglobata nel nuovo e grandioso Palazzo di Venezia, divenne l’abituale sede di vita del Pontefice, il quale vi costruì anche la Loggia per le Benedizioni. E fu così anche per diversi anni dopo, con altri Pontefici.

Nella storia, dall’anno 494 al 2014, sono stati insigniti del “Titulus Sancti Marci” 86 Cardinali e fra di essi sono stati scelti ben 16 Papi per il servizio universale della Chiesa Cattolica (inserendo anche Papa Marco I). Da ricordare che lo stesso termine di “Cardinale” è desunto da “cardo” ad indicare un Chierico “incardinatus – addictus alicui ecclesiae”; il “titulus” pertanto assicura questa incardinazione ad una Chiesa dell’Urbe ed alla sua comunità. Realmente questo “titulus”, con tutta la sua storia che ha percorso le vicende della Chiesa fin dal suo inizio dell’epoca costantiniana, ha onorato fortemente l’Evangelista Marco, il contemplatore di Dio, come è chiamato dalla Tradizione, ed il fedele discepolo di San Pietro, come di San Paolo, Patroni di Roma.

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