“A partire dal 21 febbraio prossimo la Camera dei Deputati sarà chiamata a discutere e votare la legge sul testamento biologico. Già durante l’esame al Senato questo provvedimento ha suscitato un grande interesse nell’opinione pubblica, trovando ampio spazio nei programmi televisivi e sui giornali, ed è facilmente immaginabile che anche la prossima discussione parlamentare susciterà nuovamente un’ampia discussione in cui si cercherà di favorire il principio di autodeterminazione, sganciandolo dalla contestuale tutela della vita. È questo un primo passo per favorire la legalizzazione dell’eutanasia in quella che viene definita la forma passiva ed omissiva, in nome di una falsa idea della pietà e della libertà.
È, dunque, necessario che tutti i credenti, illuminati dal magistero del Papa e dei Vescovi, sappiano difendere i punti qualificanti di una legge giusta e non confessionale, coerente con i principi della retta ragione oltre che con la fede cristiana. In particolare quanti operano nel mondo sanitario e toccano quotidianamente con mano quanto sia fragile la vita umana, dovrebbero favorire, attraverso l’organizzazione di possibili incontri e dibattiti, la conoscenza della delicatissima questione e il sostegno ai punti qualificanti della legge. Allo stesso tempo le comunità parrocchiali sono chiamate a un rinnovato annuncio del Vangelo della vita nelle diverse attività e nella catechesi.
È un impegno decisivo per il futuro nel nostro Paese perché, come ha recentemente ricordato il Santo Padre incontrando gli Amministratori di Roma e del Lazio, “la misura dell’umanità si determina essenzialmente nel rapporto con la sofferenza e col sofferente” (Spe Salvi, 38).
È, quindi, opportuno che i Parlamentari si sentano sostenuti nel difendere una visione antropologica che ha come finalità ultima quella di difendere la dignità dell’essere umano anche quando è gravemente ammalato o afflitto da gravi disabilità”.