Un’immagine cristologica, scattata nella Chiesa della Stella Matutina, sul Monte Mario, dominante su Roma, testimonia Cristo che vince le tenebre della morte e del male. In primo piano avvalora tale senso il cero pasquale innanzi all’altare e tra fiori bianchi, simbolo di purezza, un’opera con al centro Cristo che benedice il mondo. Nei riti pasquali, dalla Veglia alla Pentecoste, “Cristo è ieri e oggi, principio e fine, alfa e omega”, affinchè “disperda le tenebre del cuore e dello spirito”. Il significato del cero pasquale, su desiderio di Giovanni Paolo II, esprime il suo culmine anche nella domenica della divina misericordia, un secondo battesimo per i cristiani, ove il battesimo è simboleggiato di per sè dal cero pasquale, la luce di Cristo. Concetto più volte sottolineato da Papa Francesco con la semplicità di un bambino. Nell’iconografia di ispirazione bizantina Cristo pantocrator ha già benedetto il mondo, ha appena chiuso il Vangelo, sospeso nella luce che ha sconfitto il buio. Cristo qui è Dio Padre seduto sul trono della Chiesa, un’unica Chiesa con finestre che si affacciano a Oriente e ad Occidente, presentato da Maria Mater Ecclesiae, che ha accettato il volere di Dio pur senza comprenderlo e da Cristo stesso che si è caricato di tutto il male dell’umanità sulle spalle perché il progetto del Padre si compisse e tutti fossero salvi.
Così ci ricorda mons. Renzo Giuliano da Stella Matutina, in unione con tutti in Cristo, stella della società.
“Nessuno dei discepoli osava domandargli ‘Chi sei’ perchè sapevano bene che era il Signore” (Gv. 12, 12: Terza Domenica di Pasqua)
Io sono il Cristo,
io sono colui che ha annientato la morte
ed ha trionfato del nemico
ed ha calpestato l’Inferno sotto i piedi.
Io – dice – sono il Cristo,
io sono la vostra riconciliazione,
io la Pasqua della salvezza,
io l’Agnello immolato per voi,
io il vostro Riscatto,
io la vostra Vita,
io la vostra Risurrezione,
io la vostra Luce,
io la vostra Salvezza, io il vostro Re.
Sono io che vi conduco nell’alto dei cieli
e là vi risusciterò.
Io vi mostrerò il Padre che è dai secoli,
io vi risusciterò con la mia destra».
(Melitone di Sardi, Omelia sulla Pasqua (II sec.)
Viviana Normando