Redazione de IL PARLAMENTARE.IT
Attesa l’autorità dell’alta Corte dalla quale viene emanata la sentenza si può dire che nella giustizia vi è “la” Giustizia che con il tempo (amaro per chi vi capita), costruisce il suo percorso di Verità. Il giorno 17 Settembre 2014, infatti, la Suprema Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la condanna a 9 anni e 3 mesi di reclusione, inflittagli dalla Corte d’Appello di Catanzaro il 17 dicembre 2012. E’ da rifare il processo d’appello a carico di Padre Francesco Bisceglia, noto come “padre Fedele”, il frate cappuccino sospeso a divinis nel 2008 in seguito alle accuse di presunta violenza sessuale su una suora.
PADRE FEDELE BISCEGLIA: IL DISPOSITIVO DELLA SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE
Il dispositivo che riguarda “padre Fedele” è breve: “Si annulla l’impugnata sentenza limitatamente ai reati ascritti al Bisceglia e si rinvia ad altra sezione della Corte d’appello di Catanzaro”. Il verdetto della Suprema corte è stato emesso dopo una lunga camera di consiglio.
IL LEGALE EUGENIO BISCEGLIA: RIACQUISTATA FIDUCIA NELLA GIUSTIZIA
Molta soddisfazione per l’Avvocato Eugenio Bisceglia che ha dichiarato: “siamo ampiamente soddisfatti da questo verdetto e riprende la nostra fiducia nella giustizia, che in questa vicenda era andata perduta”. L’avvocato Eugenio Bisceglia, lontano parente e difensore di “padre Fedele”, ha lottato sempre al fianco del noto padre Cappuccino.
PROCURA DI SALERNO INDAGA PM CHE HA CONDOTTO INDAGINI E GIP
Intanto , solo poche ore prima del verdetto della Suprema Corte di Cassazione la Procura della Repubblica di Salerno in seguito ha iscritto sul registro degli indagati il sostituto procuratore della Repubblica di Cosenza Claudio Curreli ed il giudice delle indagini preliminari dello stesso Tribunale Francesco Branda. I due magistrati, secondo quanto si è appreso, sarebbero indagati per abuso d’ufficio.
LA POSIZIONE DI ANTONIO GAUDIO
La Corte ha poi annullato parzialmente la condanna a 6 anni e 3 mesi di reclusione inflitti in appello ad Antonio Gaudio, segretario di “padre Fedele”. La pena, per lui, sarà rideterminata da un’altra sezione della Corte d’appello di Catanzaro. Ma non tutto il suo ricorso è stato accettato e dunque passa in giudicato una parte della condanna.
CHI E’ PADRE FEDELE BISEGLIA
Padre Fedele è uno di quegli Uomini sul cui operato non è semplice emettere giudizi anche in virtù del fatto che non tutti siamo capaci oggi di immergere le mani nelle piaghe dell’umanità. E quando si dice “piaghe” ci si riferisce ad una parte del mondo e dell’umanità difficile da trattare, con la quale è difficile avere a che fare, limitrofa a molti compromessi, pericolosa per i più.
Padre Fedele Bisceglia è noto anche per il suo passato di tifoso tra gli “ultrà” (quelli che non fanno male a nessuno ndr), tra i quali è sempre stato soppressore di violenze. A Cosenza è stato protagonista di una grande storia umana e di pace che si chiama “Oasi Francescana”, un segno indelebile e concreto di accoglienza degli ultimi, nata nel 1992 con una struttura molto modesta e cresciuta nel corso degli anni grazie solo alla nota caparbietà di Padre Fedele. All’epoca delle accuse mosse da una suora, Padre Fedele Bisceglia era curatore dell’Oasi Francescana da lui stesso fondata e giunta ad essere una struttura da fare invidia ai migliori centri di accoglienza in campo nazionale. “Oasi” di nome e di fatto, dunque, sia dal profilo dell’accoglienza che strutturale e ambientale (vedi foto correlate). L’accusa giunta come un fulmine a ciel sereno fece scalpore. In città ancora oggi c’è chi sostiene che la stessa Giustizia sarebbe stata strumentalizzata attraverso questioni private come gelosie tra istituti religiosi (così le voci insistenti in città, ndr) evidentemente legate a interessi interni tra ambienti religiosi difficilmente scrutabili dalla cronaca. Questioni che potrebbero avere tratto in inganno anche la Giustizia inquirente. Ma vedremo dalle indagini di Salerno.
Oggi, ha aggiunto l’Avvocato Eugenio Bisceglia, “finalmente per padre Fedele la Cassazione ha applicato le norme del diritto che in questo processo non sono mai state rispettate”.