A cura della Redazione de Il Vaticanese.it. Papa Francesco è in Sri Lanka, tra i fratelli dello Sri Lanka, “nel secondo viaggio in Asia, il più lungo viaggio che abbia compiuto come chilometraggio e come tempo quasi come quello di Rio”, come ha ribadito ai giornalisti in aereo Padre Federico Lombardi, accanto a Francesco, che subito ha salutato i media personalmente, uno ad uno, condivisione avvenuta con noi al lavoro dai pc, anche grazie al video inviatoci dal collega Mimmo Muolo, giornalista di Avvenire, dai media vaticani e dai rappresentanti media di tanti Paesi, tra il folto gruppo dei giornalisti presenti e vicini al Papa in questi giorni in Sri Lanka.
Il viaggio nelle Filippine di Papa Francesco dopo Paolo VI
Ancora vivo, come ha di recente ricordato il Cardinale Luis Antonio Gokim Tagle, Arcivescovo di Manila, il viaggio che compì Paolo sesto nelle Filippine. E’ la quarta volta che un Pontefice visita l’arcipelago: il primo fu Paolo VI, 45 anni fa, seguito poi da Giovanni Paolo II nel 1981 e nel 1995. Il viaggio di Francesco, come quello di Papa Montini nel 1970, avviene in un Paese ancora ferito dal recente tifone del dicembre scorso.
LA MESSA DI CANONIZZAZIONE DEL PRIMO SANTO DELLO SRI LANKA
Circa 500mila fedeli hanno partecipano alla Messa per la canonizzazione di Giuseppe Vaz primo santo dello Sri Lanka, morto nel 1711 a 59 anni. La celebrazione si è svolta nel Galle Face Green di Colombo, un parco urbano che si estende per cinque chilometri lungo il litorale dell’Oceano Indiano. Un lungo applauso è seguito alla lettura della formula con cui il Papa ha proclamato il nuovo santo, nato in India da famiglia portoghese e approdato nello Sri Lanka per sostenere i cattolici durante la persecuzione ad opera dei calvinisti olandesi. Al termine della Messa, il card. Ranjith, arcivescovo di Colombo ha consegnato al Papa per le sue opere di carità, un assegno di 70mila dollari, frutto della colletta dei fedeli.
SAN GIUSEPPE VAZ STIMOLO A PERSEGUIRE NEL VANGELO
San Giuseppe Vaz è uno stimolo a perseverare nella via del Vangelo, è una guida per chi segue il cammino sacerdotale, e un esempio “per superare le divisioni religiose nel servizio alla pace”. Francesco, a poche ore dall’appello ai leader religiosi a non fare della fede un’arma, torna a invocare l’unità delle religioni affinché nel nome di esse non si perseveri nella violenza. Nel canonizzare una figura così “esemplare”, che “insegna ad uscire verso le periferie, per far sì che Gesù Cristo sia conosciuto e amato ovunque”, un missionario che come noi “è vissuto in un periodo di rapida e profonda trasformazione; i cattolici erano una minoranza e spesso divisa all’interno; si verificavano ostilità, perfino persecuzioni, all’esterno, il Papa ci dice che il suo amore per Dio e il prossimo e la sua dedizione al prossimo sono di esempio ancora oggi per la Chiesa dello Sri Lanka che nel suo servizio “non fa distinzione di razza, credo, appartenenza tribale, condizione sociale o religione”.
“La libertà religiosa è un diritto umano fondamentale. Ogni individuo dev’essere libero, da solo o associato ad altri, di cercare la verità, di esprimere apertamente le sue convinzioni religiose, libero da intimidazioni e da costrizioni esterne. Come ci insegna la vita di Giuseppe Vaz, l’autentica adorazione di Dio porta non alla discriminazione, all’odio e alla violenza, ma al rispetto per la sacralità della vita, al rispetto per la dignità e la libertà degli altri e all’amorevole impegno per il benessere di tutti”.
Ed è proprio questo l’”esempio di zelo missionario” che regala il santo Vaz, che arrivato a Ceylon “per soccorrere la comunità cattolica, nella sua carità evangelica” raggiunse chiunque.
“San Giuseppe sapeva – ha detto tra le parti del suo discorso Papa Francesco – come offrire la verità e la bellezza del Vangelo in un contesto multi-religioso, con rispetto, dedizione, perseveranza e umiltà. Questa è la strada anche per i seguaci di Gesù oggi. Siamo chiamati ad “uscire” con lo stesso zelo, con lo stesso coraggio. Siamo chiamati ad essere discepoli missionari”.
SRI LANKA: LA CHIESA PONTE TRA LE DUE ETNIE
I cattolici sono poco piu’ del 6% dei 21 milioni di abitanti dello Sri Lanka. Si tratta della piu’ numerosa comunita’ cristiana, ma comunque una minoranza rispetto alla maggioranza buddhista, che rappresenta il 70% della popolazione, e a quella induista (13%) e musulmana (10%). Da un punto di vista etnico, la maggioranza degli srilankesi e’ cingalese (per lo piu’ buddhisti) e la minoranza e’ tamil (prevalentemente induisti, ma anche musulmani). Tra i fedeli cattolici, invece, si trovano sia singalesi che tamil.
Per questo motivo la Chiesa cattolica locale si considera una comunita’ capace di essere “ponte” tra le due componenti etniche del Paese, protagoniste di una sanguinosa guerra civile. Il conflitto, tra il 1983 al 2009, ha visto contrapposte le “tigri” tamil, gruppo separatista nel nord e nell’est del Paese considerato terrorista dal governo, e lo stesso esecutivo, che ha represso la ribellione con metodi denunciati come violenti dalle associazioni dei diritti umani. Si stima sia costato la vita a 100mila persone. E proprio nel santuario di Madhu, dove Papa Francesco, accolto dal vescovo di Mannar, mons. Joseph Rayappu, ha presieduto una celebrazione mariana, dove trovarono rifugio tanto tamil quanto singalesi nel corso della guerra civile.
L’appello ai cristiani dello Sri Lanka è quindi quello a continuare a dare un contributo ancora maggiore alla pace, alla giustizia e alla riconciliazione nella società srilankese.
IL PAPA A MADHU: TUTTI CON MARIA
A Madhu, per raggiungere il santuario mariano dall’eliporto, Papa Francesco ha attraversato una folla di fedeli a bordo della “papamobile”. Il Papa ha salutato le due ali di folla, facendo fermare la “papamobile” per baciare alcuni bambini.
Di seguito il discorso integrale del Papa pronunciato nel corso della Preghiera Mariana al santuario di Nostra Signora del Rosario a Madhu:
“Cari fratelli e sorelle,
ci troviamo nella dimora di nostra Madre. Qui lei ci dà il benvenuto nella sua casa. In questo santuario di Nostra Signora di Madhu, ogni pellegrino si può sentire a casa, perché qui Maria ci introduce alla presenza del suo Figlio Gesù. Qui Srilankesi, Tamil e Singalesi, tutti giungono come membri di un’unica famiglia. A Maria essi affidano le loro gioie e i loro dolori, le loro speranze e le loro necessità. Qui, nella sua casa, si sentono sicuri. Sanno che Dio è molto vicino; sentono il suo amore; conoscono la sua tenera misericordia.
Ci sono famiglie qui oggi che hanno sofferto immensamente nel lungo conflitto che ha lacerato il cuore dello Sri Lanka. Molte persone, dal nord e dal sud egualmente, sono state uccise nella terribile violenza e nello spargimento di sangue di questi anni. Nessuno Srilankese può dimenticare i tragici eventi legati a questo stesso luogo, o il triste giorno in cui la venerabile statua di Maria, risalente all’arrivo dei primi cristiani in Sri Lanka, venne portata via dal suo santuario.
Ma la Madonna è rimasta sempre con voi. Lei è Madre di ogni casa, di ogni famiglia ferita, di tutti coloro che stanno cercando di ritornare ad una esistenza pacifica. Oggi la ringraziamo per aver protetto il popolo dello Sri Lanka da tanti pericoli, passati e presenti. Maria non dimentica mai i suoi figli di questa splendida Isola. Come è sempre rimasta accanto al suo Figlio sulla Croce, così è sempre rimasta accanto ai suoi figli srilankesi sofferenti.
Oggi vogliamo ringraziare la Madonna per questa presenza. Dopo tanto odio, tanta violenza e tanta distruzione, vogliamo ringraziarla perché continua a portarci Gesù, che solo ha il potere di sanare le ferite aperte e di restituire la pace ai cuori spezzati. Ma vogliamo anche chiederle di ottenere per noi la grazia della misericordia di Dio. Chiediamo anche la grazia di riparare i nostri peccati e tutto il male che questa terra ha conosciuto.
Non è facile fare questo. Tuttavia, solo quando arriviamo a comprendere, alla luce della Croce, il male di cui siamo capaci, e di cui persino siamo stati partecipi, possiamo sperimentare vero rimorso e vero pentimento. Solo allora possiamo ricevere la grazia di avvicinarci l’uno all’altro con vera contrizione, offrendo e cercando vero perdono. In questo difficile sforzo di perdonare e di trovare la pace, Maria è sempre qui ad incoraggiarci, a guidarci, a farci fare un altro passo. Proprio come lei ha perdonato gli uccisori di suo Figlio ai piedi della sua croce, tenendo tra le braccia il suo corpo senza vita, così ora lei vuole guidare gli Srilankesi ad una più grande riconciliazione, così che il balsamo del perdono di Dio possa produrre vera guarigione per tutti.
Infine, vogliamo chiedere alla Madre Maria di accompagnare con le sue preghiere gli sforzi degli Srilankesi di entrambe le comunità Tamil e Singalese per ricostruire l’unità che è stata perduta. Come la sua statua è rientrata al suo santuario di Madhu dopo la guerra, così preghiamo che tutti i suoi figli e figlie Srilankesi possano ritornare alla casa di Dio in un rinnovato spirito di riconciliazione e fratellanza.
Cari fratelli e sorelle, sono felice di essere con voi nella dimora di Maria. Preghiamo l’uno per l’altro. Soprattutto, chiediamo che questo santuario possa sempre essere una casa di preghiera e un rifugio di pace. Per intercessione di Nostra Signora di Madhu, possano tutti trovare qui ispirazione e forza per costruire un futuro di riconciliazione, di giustizia e di pace per i figli di questa amata terra. Amen.”
Cosi tra la firma del Libro d’Oro, esecuzione di musiche tradizionali, benedizioni intonate dai leader musulmano, indù, buddista e le preghiere del gruppo ecumenico guidato dal vescovo anglicano Kanakasabei, con mons. Perera incaricato dai vescovi locali per il Dialogo interreligioso, tanti abbracci, strette di mano, nel sorriso gioioso e cristiano che porta con sé Papa Francesco alla gente dello Sri Lanka a tutti prosegue il suo viaggio, il cui valore interreligioso è grande, per l’unione di tutti, ciascuno con il suo credo, con i suoi ideali. Francesco, lo ricordiamo, ci tiene a presentarsi sempre come Vescovo di Roma e ha sottolineato spesso e fermamente di non volere che il Pontefice, nel suo approccio umile, tolga centralità a Cristo, ma sempre nel grande straordinario ossequio e personale di tutti, nella misericordia, nel perdono, nella letizia.
La Redazione de il Vaticanese.it
La Redazione de Il Vaticanese.it è sempre compatta accanto a Papa Francesco e prega per lui. I redattori de Il Vaticanese.it non si sono potuti spostare perché impossibilitati, madri di famiglie numerose e figli che assistono i genitori e che per stare al pc, con una visione costante dei fatti sul mondo seguono la vocazione della comunicazione, ma, tutti coordinati dal direttore editoriale Fabio Gallo, piccoli e grandi, sono sempre al lavoro perché il cammino “Insieme a Francesco”, con i suoi valori nella vita, con semplicità, umiltà ed impegno, riecheggi forte ovunque e verso tutti. Grazie Santo Padre, preghiamo per Te e perseguiamo il Vangelo.
Fonte: Radio Vaticana, www.news.va, www.avvenire.it.