Il Vaticanese

SIRIA, Papa Francesco: troppi morti e mai più vittime a Lampedusa

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Papa Francesco nella Basilica di San Pietro - Natale 2013

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SIRIA, Papa Francesco: troppi morti e mai più vittime a Lampedusa

di Fabio Gallo – Direttore Editoriale/

Quando si è all’oscuro di tutto si è certamente perdonati ma come faremo ad esserlo oggi che sappiamo tutto, oggi che l’ informazione entra nella nostra pelle quotidianamente e fa parte di noi? Ma cosa fare? cosa possiamo fare per fermare la guerra? E’ qui, innanzi a questo interrogativo che ci sentiamo delusi da tutto e da tutti a partire da noi stessi; è qui che avvertiamo la differenza tra tutti noi che desideriamo vivere in pace e tutti coloro i quali, perché non sono pochi, desiderano conquistare anche ciò che è di altri, per mezzo della morte. La guerra costa e come ha recentemente evidenziato il Santo Padre, regge l’economia più potente e silenziosa che di certo non vuole smettere di produrre e proliferare.

AMPLIFICHIAMO IL BATTITO DEL CUORE DI PAPA FRANCESCO
Cosa fare, allora, per poterci sentire anche noi, nel nostro piccolo, artefici di un cambiamento? Innanzi tutto adunarci intorno al Sommo Pontefice – il sommo costruttore di ponti – perché la sua voce ed il battito del suo cuore possano amplificarsi della nostra presenza e dalla nostra fede. In una notte di digiuno e preghiera abbiamo dimostrato, insieme a Francesco, di essere più potenti del male che avvolge anche gli uomini migliori nella sua infallibile diplomazia che si arrende solo davanti a Dio Padre e alla sua misericordia.

LA SPERANZA NON E’ EFFIMERO MA GIOIA E SOSTANZA QUANDO E’ DESIDERATA
La nostra unione fraterna ci ha insegnato che insieme possiamo cambiare tante cose e che anche la Speranza, innanzi al nostro interesse vivo, diviene sostanza. La Speranza è come un grande cuore che ci ascolta e se avocata con fede dimostra di non essere un nostro sentimento nebuloso e immaginario, bensì un corpo, una forza che compie insieme a noi il nostro cammino rendendosi artefice e costruttrice dei nostri disegni. E a volte, quando la Speranza è amata e desiderata essa si fa promotrice del nostro fare perché possiamo realizzarci e compiacerci in esso. Nei grandi e nei piccoli gesti.

Prima di lasciarvi alla lettura della parole del Santo Padre vorrei ricordarvi una bella avventura, vissuta da Manuela Vena di FIDEM che noi della Fondazione “Paolo di Tarso” abbiamo voluto sostenere proprio perché mostra come la Speranza possa farsi capofila di una spedizione che non risparmia rischi quando la meta è la Siria con i suoi tanti bambini profughi. Si tratta della missione di solidarietà “nati nudi” che recentemente ha portato ai bambini e a tante mamme disperate un po di latte e qualche abitino. Ma lo ha fatto muovendosi per la Siria.
Abbiamo dedicato un spazio a questa bella esperienza che potrete visitare aprendo con un semplice click l’E-BOOK IL RACCONTO DI MANUELA IN FORMATO E-BOOK  CON LE IMMAGINI, oppure leggendo il nostro intero redazionale https://www.ilvaticanese.it/2013/12/siria-il-racconto-di-manuela-consegnati-i-primi-aiuti-umanitari/.

Papa Francesco nella Basilica di San Pietro – Natale 2013 – Foto: cortesia Fabio Pignata

IL SANTO PADRE: TROPPI MORTI IN SIRIA – MAI PIU’ VITTIME A LAMPEDUSA
“Il conflitto in Siria ha spezzato troppe vite, si risparmino altre sofferenze al popolo: le parti in conflitto mettano fine ad ogni violenza e garantiscano l’accesso agli aiuti umanitari”. Lo ha detto il Papa. “Preghiamo anche con i credenti di altre fedi, per la pace”, ha aggiunto. “Abbiamo visto quanto è potente la preghiera”, ha ribadito riferendosi agli esiti della veglia interreligiosa per la Siria da lui indetta questo autunno.

“Tratta degli esseri umani è delitto contro l’umanità” 
Il Papa ha chiesto a Dio di toccare “il cuore di quanti sono coinvolti nella tratta di esseri umani, affinché si rendano conto della gravita’ di tale delitto contro l’umanità. Volgi il tuo sguardo – ha detto – ai tanti bambini rapiti, feriti e uccisi nei conflitti armati, e a quelli trasformati in soldati, derubati della loro infanzia.

“No alle tragedie come quella di Lampedusa”
“Dona speranza e conforto ai profughi e ai rifugiati, – ha invocato il Papa – specie nel Corno d’Africa e in est Repubblica Democratica del Congo”. Ha chiesto “accoglienza” per “i migranti” in cerca di dignità , e che “Tragedie come quelle di quest’anno, con i numerosi morti a Lampedusa, non accadano mai più!”.

“Calamità naturali spesso causate dallo sfruttamento dell’uomo”
“Signore del cielo e della terra, – e’ l’invocazione del Papa nel messaggio ‘Urbi et Orbi’ – guarda a questo nostro pianeta, che spesso la cupidigia e l’avidità degli uomini sfrutta in modo indiscriminato. Assisti e proteggi quanti sono vittime di calamita’ naturali, soprattutto il caro popolo filippino, gravemente colpito dal recente tifone”.

“Non abbiamo paura che il nostro cuore si commuova”
Non abbiamo paura che il nostro cuore si commuova, – ha esortato il Papa a braccio – ne abbiamo bisogno, lasciamolo riscaldare dalla tenerezza di Dio” le “carezze di Dio non fanno ferite, ci danno pace e forza, abbiamo bisogno delle sue carezze”. “Lasciamoci commuovere dalla bontà di Dio”, ha concluso riprendendo il testo scritto.

“Il negoziato israelo-palestinese abbia successo”
“Benedici la Terra che hai scelto per venire nel mondo – è l’invocazione di Francesco a Dio, principe della pace – e fa giungere a felice esito i negoziati di pace tra Israeliani e Palestinesi. Sana le piaghe – ha aggiunto nel messaggio ‘Urbi et Orbi’ – dell’amato Iraq, colpito ancora da frequenti attentati”.

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