La Basilica di San Marco al Campidoglio diviene dal 1 settembre di quest’anno la Parrocchia romana in cui affidarmi al Signore nel servizio ministeriale di Parroco. E’ un consenso di obbedienza che mi chiama ad accogliere in questo benedetto, storico ed artistico luogo santo la Grazia di Dio con assoluta gratuità, continuando e perfezionando quell’ormai lungo cammino di storia sacerdotale che mi ha visto a servizio di diverse e vaste comunità cristiane in questa Diocesi di Roma.
San Marco ora, ed ancor di più di prima, mi insegni lo stile del suo Vangelo: essenziale, concreto, umano, schietto fin dall’inizio nel suo dono di verità, quando da subito propone “Gesù Cristo Figlio di Dio” (Marco 1,1).
Con tali peculiarità prego che io possa essere servo del Vangelo in questa parte della Città di Roma, così centrale e parimenti problematica, in modo da saper evangelizzare con l’amore e l’efficacia prodotte dalla prima comunità cristiana a cui San Marco si rivolgeva. Non ho mai voluto lavorare da solo e per questo chiedo anche in questo santo luogo collaborazione, dialogo costante, confronto, consiglio, apertura di mente e di cuore, serenità acquisita, intelligenza, spunti di progressione nel futuro della fede, della speranza e della carità.
Al cuore della Città di Roma non c’è posto per costruire edifici, ma ci devono essere spazi e tempi di costruzione della pace sincera e interiore che ciascuno desidera e a cui ognuno ha diritto in quanto uomo, in quanto specialmente fruitore di quella civiltà di pace romana e cristiana, edificata in secoli di storia.
San Pietro, che ha presentato San Marco come “figlio mio” ( 1 Pt. 5, 13), conclude ed augura nella sua prima Lettera: “Pace a voi tutti che siete in Cristo” ( 1 Pt. 5, 14)
San Marco al Campidoglio sia abbraccio di pace in Cristo, per me e per tutti.
Roma, 1 settembre 2017
Don Renzo, parroco