La Chiesa è nota per custodire il Santo Bambino, la scultura lignea del Bambin Gesù intagliata nel XV secolo con il legno d’ulivo del Giardino dei Getsemani e ricoperta di ex voto e particolarmente frequentata a Natale proprio per essere considerata il luogo del presepe e della conservazione di Gesù appena nato.
Straordinarie le opere conservate nell’edificio sorto ove un tempo vi era il tempio di Giunione Moneta sul colle capitolino. Tra i capolavori, testimonianza di fede nell’arte, la Cappella Bufalini, affrescata con le Storie di San Bernardino da Siena di Pinturicchio (1486). Nella Cappella di Santa Rosa pregiato è il mosaico attribuito a Pietro Cavallini e a Jacopo Torriti e raffigurante la Vergine in trono. Splendida la lunetta con il mosaico con la Madonna con il Bambino, attribuito sempre a Jacopo Torriti. Una unicità di storia ma anche una continuità con le Basiliche medievali di Roma, tra cui S. Maria Maggiore e poi gli affreschi vaticani. Rinomato e meno noto il ciclo di affreschi quattrocenteschi di Benozzo Gozzoli (1454-58) che un tempo decoravano l’intera Cappella. Come pure mirabili gli affreschi di Cristoforo Roncalli (1552), presente anche nella Basilica di S. Maria degli Angeli e dei Martiri di Roma, e l’olio con S. Paolo di Girolamo Muziano (1528) che ha realizzato pure le quattro storie di San Matteo nella Cappella Mattei.
Della metà del Cinquecento e del tardo manierismo segnaliamo la Trasfigurazione nella Cappella del Crocifisso di Girolamo Siciolante da Sermoneta (1520) e di Marco Pino, tra gli autori più autorevoli degli affreschi di Castel S. Angelo o di Palazzo Spada, la Pietà.
Ricordiamo che in precedenza la Santa Messa è stata trasmessa dal Santuario della Madonna di Pompei.
L’Evangelii Gaudium (199) di Papa Francesco ricorda come il Natale resta nel cuore: “L’amore autentico è sempre contemplativo, ci permette di servire l’altro non per necessità o vanità, ma perchè è bello, al di là delle apparenze. Il povero quando è amato è considerato di grande valore e questo differenzia l’autentica opzione per i poveri da qualsiasi ideologia, da qualunque intento di utilizzare i poveri al servizio di interessi personali o politici. Solo a partire da questa vicinanza reale e cordiale possiamo accompagnarli adeguatamente nel loro cammino di liberazione. Soltanto questo renderà possibile che i poveri si sentano in ogni comunità cristiana come a casa loro”.
Viviana Normando