a cura di Mons. Giuseppe Mani/
E’ davvero un ‘occasione da non perdere: nascere di nuovo. Ce la offre Dio stesso rispondendo al desiderio di novità di vita , al bisogno di superamento della stanchezza che odora di vecchiaia. Talvolta si ha proprio la sensazione che tutto stia invecchiando e che stia in piedi per un accanimento terapeutico. Forse che al mondo gli manca un’anima? Certamente gli manca una vita spirituale per cui il mondo gira ma non vive e travolto dal vortice delle cose che si muovono è preso dalle vertigini per cui ha bisogno di trovare qualcosa a cui appoggiarsi per non cadere.
L’anima del mondo siamo noi, noi gli animatori della sua vita spirituale. “Quello che l’anima è per il corpo i cristiani sono per il mondo”scriveva un autore ignoto del terzo secolo. Lo siamo? Oppure la stanchezza ha preso anche noi e ci tiriamo dietro tutto quello che invece dovremmo vivificare?
Ecco un’occasione d’oro. Quaranta giorni di cura di ringiovanimento, non un lifing della pelle ma una rigenerazione completa, una vera rinascita. La quaresima non è un tempo di privazioni e di sforzi ma quello di ritrovare noi stessi nella verità e di riprendere coscienza della nostra relazione vitale con Dio.
Elemosina, preghiera e digiuno sono le tre parole che ritmano i quaranta giorni che stanno per iniziare. La preghiera è tutto ciò che semplicemente ci rapporta a Dio, il digiuno ciò che ci rapporta al nostro corpo, l’elemosina, come condivisione, ciò che ci rapporta agli altri. Bisogna fare alt per esaminare queste tre relazioni vitali della nostra esistenza. Sono tutte ordinate a Dio?
Questi quaranta giorni sono un grande ritiro, un tempo di deserto in cui cerchiamo di assicurarci che l’essenziale è al suo posto e che i nostri rapporti con gli altri non sono profanati da ciò che è periferico alla nostra vita. Siamo sollecitati in mille modi, bisogna far si che la vita mantenga il suo senso e che non siamo prigionieri delle nostre relazioni.
Rimettere Dio al primo posto per dare un orientamento al mondo di cui siamo l’anima. Avere idee chiare dove va la storia attraverso il deserto della vita, che una terra promessa ci attende, che la morte non avrà la parola finale che invece è stata vinta è l’annuncio che dobbiamo al mondo.
Abbiamo quaranta giorni per rimetterci a nuovo per rinascere la notte di Pasqua quando completamente rinnovati ripeteremo “io credo” per essere testimoni della Resurrezione, profeti di speranza, operatori di carità, in una parola l’anima del mondo.