Una giornata animata nuovamente da grandi scene di entusiasmo della folla, che ha festeggiato Ratzinger con una forte e calorosa partecipazione popolare, bandiere, slogan, canti, compreso il tradizionale ‘Cielito Lindo’.
Al suo arrivo a Guanajuato da Leon, il Pontefice ha anche ricevuto dal sindaco Edgar Castro le chiavi della citta’.
L’incontro con Calderon si e’ svolto nella ‘Casa del Conde Rul’, sede di rappresentanza del governo locale, dove i due si sono intrattenuti a colloquio privato per circa mezz’ora: un faccia a faccia, questo, tra il capo della Chiesa universale e il presidente di quello che, con quasi cento milioni di fedeli, e’ il secondo Paese cattolico al mondo, e dove peraltro la Chiesa attende dalla legge in discussione sulla liberta’ religiosa il riconoscimento di quel ruolo pubblico che qui finora non ha mai avuto. Sullo sfondo, anche le non lontane elezioni presidenziali, e la ”photo opportunity” per Calderon, insieme alla moglie Margarita Zavala, di stringere la mano al Papa e’ pur sempre un’occasione che non va mancata. Parallelamente all’incontro del Pontefice con il capo dello Stato, in un clima di grande cordialita’, si e’ svolto anche quello del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone con alcuni ministri, tra cui il Secretario del la Gubernacio, Alejandro Poire’, e la cancelliera Patricia Espinosa.
Il momento piu’ festoso della giornata e’ stato comunque il saluto che Benedetto XVI, affacciandosi dal balcone del palazzo insieme all’arcivescovo di Leon, mons. Jose’ Rabago, ha rivolto ai circa quattromila bambini riuniti nella Plaza de la Paz.
”Desidero levare la mia voce invitando tutti a proteggere e accudire i bambini, perche’ mai si spenga il loro sorriso, possano vivere in pace e guardare al futuro con fiducia”, ha detto il Papa. Ratzinger, interrotto piu’ volte dagli applausi, ha sottolineato come i bambini occupino ”un posto molto importante nel cuore del Papa”, dicendo di parlare a ”tutti i bambini del Messico, particolarmente quelli che sopportano il peso della sofferenza, l’abbandono, la violenza o la fame, che in questi mesi, a causa della siccita’, si e’ fatta sentire fortemente in alcune regioni”. Il cristiano, ha ammonito poi il Papa in un Paese insanguinato dalla violenza, ”non risponde al male con il male”, bensi’ ”e’ sempre strumento del bene, araldo del perdono, portatore di allegria, servitore dell’unita”’. Ha quindi espresso la ”speranza che ciascuno si trasformi in seminatore e messaggero di quella pace per la quale Cristo dono’ la sua vita”. Un appello sigillato dalla liberazione in volo di quattro colombe bianche, tra le grida e gli applausi della folla e un fitto lancio di coriandoli. ANSA