Un duro monito contro la guerra e contro ”i grandi della terra” che attraverso di essa vogliono risolvere le crisi. Grande tenerezza di Francesco, fatta di gesti e di sguardi, verso i familiari e i piccoli di 24 militari caduti e 13 militari feriti.
“La guerra è il suicidio dell’umanità perché uccide il cuore e uccide l’amore”. E’ uno dei passaggi dell’omelia di Papa Francesco nella Messa celebrata, stamani, alla Casa Santa Marta. Alla celebrazione, informa una nota della Sala Stampa Vaticana, ha partecipato un gruppo di 80 persone, composto da parenti di militari italiani caduti nelle missioni di pace negli ultimi 4-5 anni, in particolare in Afghanistan, e da alcuni militari feriti nel corso delle stesse missioni. I parenti dei caduti erano 55, in memoria di 24 militari; i feriti 13, accompagnati da alcuni loro parenti. Oggi, 2 giugno, in Italia si celebra la Festa della Repubblica, “un giorno significativo” – ha ricordato nel suo saluto mons. Vincenzo Pelvi, Ordinario Militare per l’Italia, che ha concelebrato con il Papa – nel quale il Paese esprime “un debito d’amore verso la famiglia militare”.
“Il Signore sente la preghiera di tutti!”, quella di Salomone nel giorno della consacrazione del Tempio, ma anche la preghiera di ognuno di noi. Papa Francesco lo mette in luce, citando anche l’episodio evangelico del centurione che va da Gesù a chiedere la guarigione del suo servo. “Il nostro Dio è così – aggiunge – sente la preghiera di tutti”, tutti non come se fossero “anonimi” ma la preghiera “di tutti e di ciascuno”. “Il nostro Dio è il Dio del grande e il Dio del piccolo; il nostro Dio è personale”, ascolta tutti con il cuore e “ama con il cuore”. “Noi oggi siamo venuti a pregare per i nostri morti, per i nostri feriti, per le vittime di quella pazzia che è la guerra! E’ il suicidio dell’umanità, perché uccide il cuore, uccide proprio dov’è il messaggio del Signore: uccide l’amore! Perché la guerra viene dall’odio, dall’invidia, dalla voglia di potere, anche – tante volte lo vediamo – da quell’affanno di più potere”. E anche nella storia, constata Papa Francesco, “tante volte, abbiamo visto che i problemi locali, i problemi economici, le crisi economiche”, “i grandi della terra vogliono risolverli con una guerra”. “Perché? Perché i soldi sono più importanti delle persone per loro! E la guerra è proprio questo: è un atto di fede ai soldi, agli idoli, agli idoli dell’odio, all’idolo che ti porta ad uccidere il fratello, che porta ad uccidere l’amore. Mi viene in mente quella parola del nostro Padre Dio a Caino che, per invidia, aveva ucciso suo fratello: ‘Caino, dov’è tuo fratello?’. Oggi possiamo sentire questa voce: è il nostro Padre Dio che piange, che piange per questa nostra pazzia, che ci dice a tutti noi ‘Dov’è tuo fratello?’; che dice a tutti i potenti della Terra: ‘Dov’è vostro fratello? Cosa avete fatto!’”.
Di qui l’esortazione del Pontefice a pregare il Signore perché “allontani da noi ogni male”, ripetendo questa preghiera “anche con le lacrime, con quelle lacrime del cuore”:
“Volgiti a noi, Signore, e abbi misericordia di noi, perché siamo tristi, siamo angosciati. Vedi la nostra miseria e la nostra pena e perdona tutti i peccati’, perché dietro una guerra sempre ci sono i peccati: c’è il peccato dell’idolatria, il peccato di sfruttare gli uomini nell’altare del potere, sacrificarli. ‘Volgiti a noi, Signore, e abbi misericordia, perché siamo tristi e angosciati. Vedi la nostra miseria e la nostra pena’. Siamo sicuri che il Signore ci ascolterà e farà qualche cosa per darci lo spirito di consolazione. Così sia”.
Al termine della Messa è stata recitata la “Preghiera per l’Italia”, composta dal Beato Giovanni Paolo II. Al Papa la comunità ecclesiale dell’Ordinariato militare ha offerto in dono un’opera di artigianato napoletano in terracotta realizzata dai maestri artigiani di Napoli, Raffaele, Salvatore ed Emanuele Scuotto. La composizione rappresenta San Giuseppe lavoratore che mostra gli strumenti da falegname al piccolo Gesù, il quale sorregge una cesta dove sono contenuti gli oggetti simbolo della Crocifissione: chiodi, martello, tenaglia
Fonte: www.vatican.va