Papa Francesco ha approvato il Decreto che porterà alla Canonizzazione Madre Teresa di Calcutta. Nel documento, presentatogli ieri pomeriggio durante l’udienza concessa al cardinale Angelo Amato, si riconosce l’intercessione della Beata nel miracolo che ha portato un uomo di nazionalità brasiliana, gravemente ammalato al cervello, a ottenere nel 2008 una guarigione straordinaria e totale.
La sera del 10 settembre 1948, Maria Teresa – questo il nome preso al momento della consacrazione religiosa tra le Suore di Loreto – viaggia in treno tra Calcutta e Darjeeling, distretto indiano alle pendici dell’Himalaya, devastato da disordini. Racconterà più tardi la minuta religiosa 38.enne destinata a diventare un’icona planetaria della carità: “Quella notte aprii gli occhi sulla sofferenza e capii a fondo l’essenza della mia vocazione… Sentivo che il Signore mi chiedeva di rinunciare alla vita tranquilla all’interno della mia Congregazione religiosa per uscire nelle strade a servire i poveri”. E soggiuse: “Non era un suggerimento, un invito o una proposta”, “era un ordine”.
Esattamente 60 anni dopo, il 10 settembre 2008 un ingegnere brasiliano, in coma per un gravissimo male al cervello, viene portato in sala operatoria per un intervento disperato. La moglie è nella cappella dell’ospedale con un sacerdote e alcuni familiari e dalla sera prima ha chiesto di pregare perché Madre Teresa “curi” lei stessa il marito. Tutto accade in pochi minuti. Il chirurgo, uscito mezz’ora prima dalla sala operatoria per un breve rinvio dell’intervento, vi rientra e trova il paziente seduto sul lettino, sveglio e cosciente, che gli domanda: “Cosa ci sto a fare qui?”. La guarigione, verrà certificato poi, è stata istantanea e gli “ascessi multipli cerebrali con idrocefalo ostruttivo” semplicemente, e inspiegabilmente, scomparsi. È uno dei rari casi di miracolo di “primo grado”, quello che contempla la risurrezione dalla morte o la cosiddetta “restitutio ad integrum, cioè una guarigione totale che comporti la sanazione degli organi distrutti dalla malattia – mentre la maggior parte dei miracoli accertati dal dicastero vaticano sono di “terzo grado”, cioè guarigioni istantanee da malattie per le quali la medicina avrebbe potuto ottenere risultati solo dopo molto tempo. È l’ultimo segno che spalanca le porte della santità all’Angelo dei poveri e delle periferie, come direbbe Papa Francesco.
Fonte News.va