Con stupore in questo venerdì santo 2013, alle ore 17.00, con il Vaticanese.it abbiamo seguito in loco la cerimonia liturgica della Passione del Signore presso la Basilica di S. Pietro. Meraviglia per la compostezza dei presenti, intenti in raccoglimento a leggere il libretto della Passio, distribuito all’ingresso. Ciascuno ha accolto il Papa in rigoroso e spontaneo silenzio, apice della testimonianza di questi giorni, di quanto Papa Francesco inviti a pregare tutti, indistintamente.
Nella piazza vi sono gli alberi di ulivo provenienti da Terlizzi in Puglia, fiori di ogni tinta, riposti in contenitori e pronti a decorare ed a rappresentare ogni colore del triduo pasquale. “Siamo giunti al termine dell’Anno della Fede, una fede che salva – si legge dalla voce francescana – una fede che vince il mondo, mediante la quale ci rivestiamo del manto della giustizia di Cristo. L’alleanza si realizza nella stretta di mano tra Dio e uomo”. In una omelia pasquale del IV secolo il Vescovo pronunciava parole più che attuali: ‘per ogni uomo il principio della vita e’ quello a partire dal quale Cristo viene immolato per lui, ma Cristo viene immolato nel momento in cui l’uomo riconosce la grazia’. Come chi ha scalato una parete alpina, si ferma a riprendere fiato, Paolo viene giustificato per la fede mentre noi abbiamo pace con Dio, mediante cui abbiamo avuto accesso alla grazia, ci gloriamo della grazia di Dio, della pazienza, della speranza, dell’esperienza che non delude per il tramite dello Spirito Santo.
Si ricorda come per mezzo delle nuove tecnologie un satellite in queste ore abbia testimoniato con foto infrarosse l’aspetto della terra e cosi la fede appare diversa con i raggi infrarossi. Vediamo l’ iniquità trionfante e l’innocenza umiliata ma e’ anche il contrario, con al patibolo l’iniquità. Dio giudicherà il giusto e l’empio, ha trovato il punto di osservazione giusta. In Cristo morto e risorto l’umanità ha raggiunto la sua fede, è già venuta la fine dei tempi con la morte e resurrezione dei tempi, è già iniziato e avviato in realtà allora il definitivo ordine del mondo. Il male e la morte sono sconfitti per sempre, le loro sorgenti sono disseccate dalla redenzione. Una cosa appare diversa dalla prospettiva a raggi infrarossi: la fede. Cristo ha aperto una breccia nella vita, ha creato un ponte, un ponte dei sospiri ma non più un abisso in cui tutto precipita. ‘L’amore è forte come la morte‘ dice il Cantico dei Cantici.
Nel nord dell’Inghilterra quando arrivarono messaggeri della parola di Cristo e il re stava decidendo se riceverli oppure no e chiedeva agli astanti un suggerimento accadde qualcosa. Ad un certo punto da un buco della parete volò un uccellino, svolazzando poi scomparve, da un buco simile sull’altra parete. Sire – gli dissero – la nostra vita assomiglia a quell’uccellino, viviamo, poi scompariamo nel buio, non sappiamo come e se questi uomini vogliono raccontarci in che maniera risolvere il mistero, ascoltiamoli. La croce separa i credenti e i non credenti ma in realtà li unisce. Gesù doveva morire non per una nazione soltanto ma per unire tutti sotto lo stesso cielo. L’amore che nasce da tutto ciò è l’evangelizzazione. Gesù ha detto “andate in tutto il mondo e predicate“. Ci sono tanti uomini che stanno alla finestra e aspettano il messaggio. L’evangelizzazione ha un’origine mistica, deriva dal sangue e dall’acqua di Cristo, dalla ferita del suo costato.
L’evangelizzazione della Chiesa è dare la gioia che sgorga dal suo cuore, è sentire il messaggio libero e gioioso delle sue membra lontane. Nel corso dei secoli molti edifici si sono riempiti di stanze, stanzette, mura, che bisogna avere il coraggio di abbattere per ritornare all’origine, alla disposizione originaria. Francesco di Assisi disse ‘Va e ripara la mia casa‘. La nostra capacità viene da Dio che ci ha reso idonei ad accogliere lo Spirito Santo, come i messaggeri adeguati per raggiungere il messaggio a costo della vita. Il Papa presiede la cerimonia tra i cantori, i cardinali, i fedeli, fino a che la Croce scoperta viene innalzata e si inginocchia a capo chino a pregare. La candela illumina il corpo di Cristo sulla Croce, preceduta dal segretario particolare del Papa don Alfred Xuereb. Papa Francesco, prima di tutti, si dirige verso la croce e bacia, accarezza il corpo di Cristo, in un gesto simile a quello destinato agli umili ed ai ragazzi del carcere minorile di Roma, visitati nel giovedì santo. Il vento, durante la celebrazione eucaristica, inizia a soffiare e a muovere le foglie dei rami d’ulivo.
Appuntamento alla tradizionale Via Crucis al Colosseo alle ore 21.00.
Viviana Normando