Papa Francesco ha ricevuto lunedì scorso in Vaticano il Leader della Comunità Indigena dei Qom, Felix Diaz, in compagnia del Premio Nobel per la Pace argentino Adolfo Perez Esquivel, per informarlo sulle “gravi violazioni dei diritti umani dei popoli originari nel Continente latinoamericano”.
Diaz fa parte di un gruppo di militanti indigeni dei Qom – anche noti come Tobas, dal modo in cui erano identificati dai Guaranì- che sta inscenando da settimane una protesta davanti alla Casa Rosada, la Sede dell’Esecutivo argentino, per chiedere un incontro con la Presidente Cristina Fernandez de Kirchner, finora senza risultati.
I Qom denunciano essere vittime di una campagna di persecuzione da parte del Governo della provincia, Stato, di Formosa, estremo nord del Paese, presieduto da Gildo Insfran, alleato politico di Fernandez de Kirchner.
Perez Esquivel, che è stato ricevuto da Francesco poco dopo l’inaugurazione del suo Pontificato – e lo ha difeso dalle accuse lanciate al Papa per il suo atteggiamento durante la Dittatura militare argentina- ha ricordato che anche se “la Chiesa Cattolica ha avuto un ruolo attivo nella conquista di America ed è in gran parte complice del genocidio del popoli originari” è anche vero che “ci sono stati molti sacerdoti ed Ordini Religiosi che si misero dalla parte dei popoli indigeni” e dunque “non è un caso se un Gesuita latinoamericano vuole ricevere ed ascoltare un Dirigente dei popoli originali”.