A cura di Fabio Gallo/ direttore editoriale/
Addio Don Natalino, ci vedremo nella braccia del Padre Nostro, se lo meriteremo come te. Si, perché credo che nella vita dobbiamo meritare l’amore del Padre. Quando mi tendesti la mano, proprio nel momento in cui tutti mi abbandonavano alle piaghe della vita, mi dicesti che la gente mi avrebbe guadato non per quelle piaghe che sarebbero guarite, ma per tutto quanto nella vita sarei stato capace di fare per il bene comune.
E’ vero, caro Don Natalino, avevi ragione! Se sapesse il mondo quanto bene hai fatto, quanto amore hai dispensato, a quanti cuori disperati hai saputo sempre dare una carezza di conforto, diventerebbero pallidi e comprenderebbero che per essere accolti nelle braccia del Padre, così, come è accaduto a te, in un solo istante nel più alto dei Cieli, bisogna essere davvero Santi. Si, caro Don Natalino, credo che tu sia stato un Uomo il cui esempio di semplicità ha reso a tutti noi credibile che, nonostante tutto, possiamo essere Santi.
Ti sei fatto piccolo per abbracciare i piccoli e i colossi del potere hanno taciuto insieme al popolo per ascoltare le tue omelie che annunciavano con rara intelligenza evangelica, la Santa Domenica del Signore e la sua presenza costante nei nostri cuori. Che fortuna essere testimone della tua santità. Si, credo che tu sia un sacerdote Santo. Che bello averti conosciuto, che bello essere stati amati da un autentico figlio di Dio Padre. Che bello, caro Don Natalino, tutto quanto il tempo vissuto nei tuoi pensieri.
Grazie, caro Don Natalino, per averci dato tutto senza mai volere niente. Grazie per averci insegnato a dare tutto senza volere niente. Grazie per averci indicato la Via che percorriamo a piedi nudi, come tu ci hai insegnato, per non trascurare le asperità di questo cammino. Io, Franco, Maria, Annaisa, Aldo, Luana, Francesco, Eleonora, Alfredo, Iole, Annamaria, Tommaso, insieme alla tua amatissima sorella che hai assistito con tutto l’amore possibile e tutti, tutti, tutti, ti diciamo GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE! Sappia Roma, che oggi è orfana ma che tu sei rinato in Cristo.