La bella pagina di storia positiva che hanno scritto i due papi, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, di recente canonizzati, ha riscattato le gravi incongruenze del secolo scorso e di parte dell’attuale, con la massiccia partecipazione di fedeli e non, a conferma di come l’uomo abbia bisogno di valori veri, di speranza, di amore non di vacuità inconsistente.
Alla luce di tali insegnamenti, non é possibile immaginare una rinascita dell’ Europa senza il prosieguo di quei valori puntualizzati con caparbietà dai due santi coraggiosi, che debbono essere fatti propri da ciascuno, credenti o meno, perché essi costituiscono l’unica possibilità di vera esistenza per il futuro dell’uomo.
Bisogna prendere atto che sussistono obblighi imprescindibili verso l’essere umano, che occorra, tutelarne la condizione sociale, rispettarne la dignità, la vita, ridimensionando la idolatria del danaro ed il successo ad ogni costo, mali che hanno sradicato quei veri valori, di cui l’Europa è andata sempre fiera.
La densità ,quindi, delle argomentazioni dei due santi, ben puntualizzate nelle encicliche, vanno ponderate con profonda analisi, soprattutto sociale e nel pieno rispetto delle idee, adoperarsi, senza tregua, di trovare una ispirazione spirituale condivisa, evitando forme dannose di emarginazione, accettando la diversità, nell’ottica principale irrinunziabile del bene comune, che potrebbe e dovrebbe rivestire la vera professione di fede per tutti, perché rispettando la libertà e la dignità di ciascuna persona, uno stato si eleverebbe ad essere effettivamente civile e le idee dei due santi consentirebbero di far germogliare uomini nuovi, ricchi di rispetto, di amore, di speranza: nuovi santi.
E l’umanità ne ha gran bisogno.
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