News Papa in Calabria. Lettera aperta da duemila Famiglie Calabresi

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Il Sommo Pontefice Benedetto XVI su IL VATICANESE.IT

Non vale la pena di usare parole difficili per dire la Verità. La gente oggi ascolta con cuore puro e chiede solo lavoro e pace. Per questo anche la comunicazione deve essere semplificata al fine di raggiungere la meta e cioè, il cuore degli Esseri Umani. Rispettosa di tutto e di tutti essa deve esercitarsi ad essere semplice e diretta per giungere chiara e corretta, quale rivoluzionaria Ambasciatrice dell’Amore di Cristo e Maria, per noi Esseri dotati di umanità. Per questo motivo affidiamo a “Il Vaticanese.it”  questa lettera. Perché le nostre parole giungano a Lei senza smussature, piene dell’amore che abbiamo nel cuore per Lei, Santità, di Speranza per un futuro di dignità, ma anche giuste per chi tenta quotidianamente di volerci far credere che la Calabria sia un quartiere senza Cristo“.

Queste le prime righe di una lettera consegnata a mano alla nostra Redazione grazie alla visita di una folta delegazione di cittadini calabresi. Una visita inattesa ma piena di emozioni, di racconti, di speranze. Essi hanno chiesto alla nostra redazione lealtà e sostegno perché, semplicemente, chiedono che Sua Santità Benedetto XVI, la Segreteria di Stato e il Presidente della CEI, S. Em. Rev.ma il cardinale Angelo Bagnasco, possano tenere conto di queste poche righe. E se una testata Giornalistiche che porta questo nome lo promette, in qualche modo, dovrà pur recapitare questa lettera. La rete è il modo migliore per mostrare lealtà alla Società e alla Chiesa che in questo drammatico momento, come pochi, si rende perfettamente conto del dramma cui Famiglie e giovani potrebbero andare incontro.

La lettera è accompagnata da un centinaio di fogli riuniti con cura in una cartella sui quali, fronte e retro, sono apposte oltre duemila firme di Madri e Padri.

“Di questa compagine per fortuna molto numerosa – continua la lettera – rappresento immediatamente i complimentarmi rivolti alla Diocesi di Lamezia Terme, a S.E. Mons. Luigi Cantafora e dai suoi collaboratori che si sono prodigati affinché la Calabria potesse ricevere il grande dono della Sua Visita Pastorale. Un evento, quello di trovarsi vicini a Sua Santità, per i calabresi, che di recente è stato possibile solo grazie al discreto ed efficace lavoro della Fondazione “Paolo di Tarso” che intese condurre proprio Serra San Bruno e i delegati della Regione Calabria, presso l’Aula Paolo VI della Santa Sede. Un gesto che le Istituzioni non compresero ma i calabresi si.  Alcuni di noi erano tra essi e ci bastò.
I calabresi giusti, santità, sono animati dalla speranza di un domani semplicemente cristiano e rispettoso di tutti. Un domani che necessita di un immediato intervento su più livelli a partire dalle persone, dagli individui, soprattutto in coloro i quali danno vita quotidianamente alle Istituzioni. Parliamo del domani della Calabria che non potrà più trascurare di essere ponte tra Europa e Mediterraneo, risacca di antiche civiltà che molto hanno dato e molto hanno preso lasciando a chi oggi è sopravvissuto alle molte diaspore del nostro sangue all’estero, l’incapacità di sapersi ribellare per dire “basta”. La ‘ndrangheta in Calabria, santità, non è più solo composta da criminali e assassini con le sopracciglia unite ma da professionisti anche stimati per capacità in ogni settore, dalle Istituzioni alla Sanità. Si tratta di un male radicato nelle viscere della terra e nel profondo della cultura di una parte dei calabresi che non hanno visto altra prospettiva, se non quella di ardere il santino del principe della Milizia Celeste San Michele Arcangelo, per fare prevalere l’egoismo sulla Giustizia. Ecco, Lei, Padre Santo è nella terra delle dicotomie, delle grandi contraddizioni, dove gran parte di quello che vede è cresciuto grazie alle lacrime della madri. Il nostro è un popolo ricco di amore per il prossimo e caro a Dio Padre. Un popolo che tace che vive di silenzio, di memorie, di sguardi. Non possiamo lasciar credere ancora ai giovani quanto poco valga studiare con fiducia, la preparazione professionale, lo studio specialistico, la ricerca ma in Calabria è tutto costantemente coniugato alla dipendenza della politica. In Calabria al buio accadono cose terribili e nella politica in Calabria è buio anche a mezzogiorno. Guardi i giovani negli occhi, li scruti attentamente, e si renderà conto di ogni cosa e di quanto lavoro ci sarebbe da fare, si deve fare. Ecco perché noi chiediamo a nome di tutti che la Sua Parola di Verità possa insistere fino a che si spezzi la catena che tiene serrata alla Calabria e ai suoi figli, la porta dei Diritti dell’Uomo.

Non tutto purtroppo, Santità, dipenderà dalle Sue parole vivificatrici. Il nemico tornerà all’attacco il giorno successivo alla sua partenza. Ma le sue parole se amplificate dal battito di molti cuori che avranno interesse a ricordarle e contestualizzarle, avranno il potere di esorcizzare un passato irrispettoso dell’Amore e della natura Umana e potranno fare la differenza netta su ciò che è “il bene” e ciò che non lo è. Le chiediamo, dunque, un grande sforzo. Forse tra i più grandi della Storia. Possa Lei giungere al cuore profondo di questa Terra e dei suoi amministratori per baciarlo con parole di resurrezione. 

Anche i luoghi ove sorgono molte Chiese possono essere trasformate dagli uomini in “quartieri senza Cristo”. Non solo i quartieri di periferia ma, Padre Santo, le Città, gli Enti pubblici, gli Ospedali, e soprattutto la Politica quando in questi quartieri si negano i Diritti fondamentali dell’Uomo. La politica in Calabria non ha programmazione ma è politica si sussistenza quotidiana e dove non esiste una semina, dunque un programma, non esiste un raccolto, dunque il futuro. La Politica in Calabria da troppo tempo ha smarrito il suo potere primo: quello di applicarsi per dare lavoro di libertà e non di schiavitù, diritto alla conoscenza, alla salute, alla Famiglia, al futuro, rispettando l’Ambiente, l’Acqua, l’Aria, la Terra, gli Alimenti.

E parliamo, purtroppo, anche di un piccolo ma pur esistente quartiere senza Cristo che ha trovato spazio in una piccola parte di Chiesa calabrese introversa e dedita in modo errato alla politica. E’ in questo quartiere che i senza luce hanno permesso che crescesse la piaga dell’Istituto Papa Giovanni XXIII e altro. Oggi la Sua parola di Verità è importante anche per rendere attuali i termini Semplicità, Amicizia, Gioia, Bellezza, Amore, Perdita, Perdono, Carità. Non smetta mai di lavorare sulla Calabria.

Per congedarci – Padre Santo noi la salutiamo  e le diamo il benvenuto con una parola che noi calabresi abbiamo ereditato dalle nostre antiche tradizioni frutto di continue fusioni tra popoli e culture: “Scialamuni” che viene da ” Shalom”.
A Lei, ai Suoi collaboratori e a tutti i Calabresi:  Pace.

 

a cura di “Scriptor”

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