Muore Camilian Demetrescu Carta della Pace. Un grande Artista Contemporaneo

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Mons. Renzo Giuliano e Fabio Gallo Consegnano la Carta della Pace a Camilian Demetrescu. Nella foto a destra la Moglie Michaela

L’arte contemporanea piange uno dei suoi volti più autorevoli: Camilian Demetrescu, insignito dalla Fondazione Paolo di Tarso della “Carta della Pace” per la Tutela della Memoria, dei Diritti dell’Uomo e dell’Ambiente per riconoscere a donne e uomini di buona volontà il plauso della società civile. Ecco la motivazione di Camilian Demetrescu: “Il contadino dell’Orto di Dio: l’Artigiano, l’Artista, il Genio che attinge alle sorgenti dei Vangeli per decorare l’esistenza di Bellezza Divina; che affida al tempo lo splendore della Sua Opera Umana, che assume la forma d’Arte, come testimonianza della vittoria operata dalla Carità Cristiana su ogni dittatura. All’uomo che dona ai suoi simili una moltitudine di segni perché essi possano sempre porsi alla ricerca dei Valori della Pace”.

Camilian Demetrescu e la Moglie Micaela durante la seconda edizione dell' Evento dedicato alla consegna "Carta della Pace"
Camilian Demetrescu e la Moglie Michaela durante la seconda edizione dell' Evento dedicato alla consegna "Carta della Pace"

Il mondo avrà una luce sempre accesa per Camilian Demetrescu, per ricordare l’arte dell’intellettuale romeno, densa di significati colti, di fede, di amore e soprattutto di bellezza.

Camilian Demetrescu non si stancava mai di ripetere, ogni volta in modo diverso, semplice e sofisticato, in un linguaggio diretto a tutti, che l’arte porta cose belle e buone. Affascinato dagli archetipi presupposti nelle creazioni romaniche, con la sua famiglia più di trenta anni fa ha restaurato, a mani nude, rinunciando alle vacanze, la Chiesa di San Giacomo a Gallese, in provincia di Viterbo, dove si era trasferito dalla Romania. Quella Chiesa che egli stesso aveva scoperto essere orientata verso il sole il 3 maggio, nei giorni dei Santi Filippo e Giacomo. Un’ orizzonte che egli ha incontrato e varcato invece in questo 2012 tre giorni dopo, lasciandoci il 6 maggio, tra le braccia della sua amata famiglia. Quella stessa famiglia raffigurata in una delle sue opere conservate nella pieve ove ha rappresentato Michaela, sua moglie ed i figli, offrire la stessa Chiesa alla Madonna con una croce latina e croce greca sovrapposte, tra simboli di purezza nella maniera peculiare che lo contraddistingueva. C’era anche Emanuele, il figlio più piccolo che all’epoca del restauro della chiesetta nel 1977 ancora non era nato ma che una volta cresciuto fece talmente tanto insieme alla famiglia per questa Chiesa da meritare a pieno la presenza nell’opera. Siamo partiti al contrario nel nostro racconto essenziale. Da Gallese al mondo. Dalla famiglia ai fruitori della Bellezza, dall’intimità alla società.

 

Il Santo Padre Benedetto XVI e l'Artista Camilian Demetrescu
Il Santo Padre Benedetto XVI e l'Artista Camilian Demetrescu

Camilian Demetrescu è l’artista che ha decorato con i suoi arazzi in un dono a Papa Benedetto XVI la Sala delle Udienze in Vaticano. Dal 2 gennaio 2008 sono collocati in maniera permanente i suoi arazzi, risultato di un lavoro artigianale esclusivo che ha condiviso con la moglie, nelle stanze attigue alla Sala dell’Udienza Paolo VI, sotto la cura della Prefettura della Casa Pontificia, Sale dove il Santo Padre riceve gruppi di invitati particolari e gruppi ristretti. Ricordiamo quando il Maestro Camilian Demetrescu ha spiegato al Papa, al momento della loro collocazione, tutti i particolari delle raffigurazioni di ogni singolo arazzo e Benedetto XVI si è rivelato un ascoltatore molto interessato e partecipe del simbolismo espresso. Lo ricordiamo anche dalle fotografie e da alcuni momenti condivisi da lui scritti, da noi riportati e da noi scritti su di lui, in particolare su Il Vaticanese.it.

Il Santo Padre Benedetto XVI con l'Artista Camilian Demetrescu accompagnato dalla moglie Michaela e da Mons. Renzo Giuliano

“Un particolare che il Papa ha apprezzato di gradire, direi con commozione, è stato il significato ecumenico del gesto di donazione, in quanto Demetrescu ha voluto confessare al Papa la fede Ortodossa di sé e della moglie, mentre i due figli sono stati battezzati con rito cattolico orientale. Con esattezza, il giorno dell’Udienza pontificia, condivisa con il Rettore della Chiesa di Stato Mons. Renzo Giuliano, Demetrescu e la moglie Michaela, la quale ha il merito dell’estrema pazienza nel tessere totalmente a mano gli arazzi, hanno festeggiato  il loro 44° anno di felice matrimonio. L’incontro con Benedetto XVI ed il dono a Lui fatto sono parsi il premio al duro lavoro di una vita dedicata insieme all’ispirazione dell’arte, alla bellezza ed al vero e tradizionale linguaggio simbolico dell’arte sacra. L’arazzo del matrimonio mistico o dello sposalizio, casualmente, ma con fortunata coincidenza, è stato il primo ad essere presentato e spiegato al Papa. E’ seguita l’attenzione all’arazzo della morte, poi a quello dell’Eucarestia o del Banchetto mistico, inoltre a quello del lavoro. Com’ è nella coscienza popolare rumena, spiegava Demetrescu al Papa, “quando un uomo lavora, Dio lavora con lui ed insieme efficacemente costruiscono”. Soffermatisi alla porta di una più grande Sala, il Papa e Demetrescu hanno osservato, sopra il trono centrale, l’arazzo più grande dell’ “abbraccio universale” in cui il grande cosmo e l’umanità, dentro il grande cerchio, sono messi in movimento dall’angelo dell’amore divino e dall’angelo dell’amore umano: l’amore puro è realmente il motore dell’universo.

"Abbraccio Universale" - l'Arazzo dell'Artista Camilian Demetrescu
"Abbraccio Universale" - l'Arazzo dell'Artista Camilian Demetrescu

Le parole di Dante musicano questo simbolismo: “L’amor che move il sole e l’altre stelle” (Paradiso, ultimo verso). L’arazzo, a sfondo del trono del Papa, esprime l’intensità di verità della missione evangelizzatrice del Papa, Pastore universale. Gli arazzi dell’Annunciazione, uno più piccolo di dimensioni ed uno più grande, e l’arazzo del Battesimo hanno completato, tramite i loro bellissimi colori filati, la contemplazione del percorso espositivo. Il Papa ha capito e si è soffermato! Così quello spazio che il Papa percorre, prima di fare ingresso nella Sala grande delle Udienze, si è caricato di quella forza simbolica di speranza cristiana offerta dalle opere del grande ed umile artista romeno Demetrescu.
L’arazzo con San Giorgio che sconfigge il drago è stato posto invece all’ingresso della Sala delle Udienze ed è pertanto visibile dalla moltitudine dei pellegrini. Ricordiamo cheCamilian Demetrescunel1969 halasciatola Romaniaper sfuggire al condizionamento ideologico del regime nella sua arte. Ha svolto in Romania contemporaneamente attività di scrittore e storico d’arte sulla stampa e alla radiotelevisione romena ma poi ha deciso di chiedere asilo politico all’Italia, passando all’astrattismo ed esponendo più volte ad esempio alla Biennale di Venezia, alla Quadriennale Nazionale d’Arte a Roma, a Perugia, a Parma, a Viterbo.

Di lui Mircea Elide, suo grande amico, ha scritto: ”L’arte attuale di Demetrescu sembra offrirsi ad un uomo contemporaneo minacciato di perdere gradualmente tutte le libertà… Demetrescu crede che, ritrovando questi segni simbolici e decifrando il loro significato nascosto, l’uomo di oggi potrebbe scendere alle fonti archetipali dell’esperienza umana, per meglio capire il suo destino”. Sempre presente nella Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri di Roma – Chiesa di Stato, dove ha curato la sua mostra indimenticabile nel 2004 delle Hierofanie, ha presentato l’Anno Paolino con l’immagine della conversione di San Paolo. Profondo l’incontro con il Serra Club di Roma in cui Demetrescu, accolto ospite dall’allora presidente Amm. Cosimo Lasorsa, ha parlato dei valori cristiani dell’Europa, in cui invitava i giovani ad andare avanti, per cambiare, per la strada faticosa e più soddisfacente.

Viviana Normando

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