Mons. Paglia: otto anni fa veniva eletto l’attuale Papa Emerito

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Papa Francesco e Benedetto XVI, incontro a Castel Gandolfo
Papa Francesco e Benedetto XVI, incontro a Castel Gandolfo

“Un umile lavoratore nella Vigna del Signore”: con queste parole il 19 aprile di 8 anni fa, Benedetto XVI si presentava al mondo dopo l’elezione a 264.mo Successore di Pietro. Sull’eredità spirituale del Pontificato di Joseph Ratzinger, ora Papa emerito, Alessandro Gisotti ha raccolto la riflessione di mons. Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia:

R. – Io credo che sia quanto mai opportuno ricordare questo giorno. Anzitutto, per ringraziare il Signore per averci donato un Papa come Benedetto XVI, il quale proprio come un umile operaio della Vigna ha solcato in lungo e in largo questa vigna benedetta. Tutto il suo Pontificato è davvero segnato dall’umiltà: l’umiltà di chi non si è risparmiato nel lavoro, l’umiltà di chi ha voluto far prevalere la verità su qualsiasi altra idea, l’umiltà di chi ha dato davvero con amore la sua vita.
D. – Umiltà nel gesto della rinuncia, un’umiltà mai fine a se stessa ma – come lui ha detto – per il bene della Chiesa …
R. – Sì, esattamente! In questo senso potremmo dire che la lettura profonda di questo gesto è come racchiusa in una passione per la verità e per l’amore. In queste due dimensioni si può cogliere la profondità spirituale del gesto di Papa Benedetto: davvero non ha pensato solo a se stesso, ma ha pensato alla Chiesa, ha pensato alla indispensabilità che il Vangelo corra ancor più veloce nelle vie di un mondo che rischia di perdere il senso dell’esistenza. Ed ecco questo spiraglio aperto da Papa Benedetto e il carisma di Papa Francesco che con semplicità – direi, quella stessa di Benedetto – sta attraversando i cuori degli uomini e delle donne.
D. – Quando Papa Francesco ha incontrato Benedetto XVI a Castel Gandolfo ha detto: “Siamo fratelli!”. Ecco, sicuramente una fratellanza nell’umiltà per il bene della Chiesa…
R. – Non c’è dubbio. Debbo dire che guardando queste due figure a me tornano spontaneamente in mente anche le figure che l’hanno preceduto. Penso a Giovanni XXIII, lo stesso Papa Luciani ma anche a Giovanni Paolo II e a Paolo VI … Ecco, la storia di questi Papi si intreccia in queste due figure ultime di Pontefici. Davvero, personalmente debbo dire che dobbiamo ringraziare il Signore per averci dato Papi come questi che hanno segnato la Chiesa e il mondo.

Fonte, Radio Vaticana.

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