Momento storico: Conclave in diretta

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Tutto il mondo attende la fatidica frase “Habemus Papam” ed intanto segue con grande attenzione il succedere dei momenti del Conclave. E’ stato comunicato dai media quando il comignolo è stato messo in condizione di “sprigionare” la fumata, quali sono stati i lavori che lo hanno permesso con tutte quelle operazioni pratiche che consentono il corretto e pratico avvicendarsi del Conclave.

Un momento storico come non accadeva dalle ultime dimissioni di Papa Celestino V, il “Papa santo della Perdonanza” per noi tutti, dove è proprio il gesto del Papa “puro e teologo”, Benedetto XVI, che di questi tempin passerà alla storia. “Persino io che sono il Sommo Pontefice, innanzi ai miei limiti umani, mi fermo”. Un grande monito per noi tutti, laici e sacerdoti.

Ed addirittura quando tutti sono stati convinti, come ad esempio, nell’ultimo giorno del Pontificato, in quel dì del 28 febbraio 2013, che il Papa fosse solo intento a salutare, a lasciare il Vaticano in elicottero alla volta di Castel Gandolfo prima di ritirarsi ad altro contributo in preghiera a favore della Chiesa, anche come Pontefice emerito, erano in atto importanti spostamenti di uffici quali quelli della competenza dei seminari e di una formazione più specifica dei futuri Ministri della Chiesa, dalla Congregazione dell’Educazione Cattolica alla Congregazione per il Clero. Incredibile ma vero, senza nulla togliere a tutto ciò che di bello hanno fatto gli uffici preposti. Come qualche giorno prima del Conclave è stato fatto il Motu proprio per l’assise cardinalizia, come sono stati allontanati alcuni cardinali ritenuti responsabili di avere coperto scandali della Chiesa, anche se per il tramite dei media si vocifera non tutti. Ma quante, dall’anno sacerdotale, ne ha passate questo Papa “dottore della Chiesa”, quanta pulizia è stata fatta in questo sovrapporsi di luci e ombre nella famiglia ecclesiale, di cui restano, soprattutto ora, come deve essere, più luci che ombre. Ora che aleggi solo il vento dello Spirito Santo che soffi sul Conclave e che favorisca l’elezione, come ha auspicato Benedetto XVI di un Papa “giovane e santo”.

Cresce il numero dei “papabili”, si distorce la comunicazione nei momenti di concitazione o si indirizza verso ‘nuovi utenti o stakeholders’. Si dimenticano gli spostamenti che Benedetto XVI ha fatto come la nomina dell’Arcivescovo filippino di soli 55 anni, Tagle, appena prima del Sinodo dei Vescovi, la cui partecipazione anche nelle conferenze della Sala Stampa della Santa Sede non è certamente passata inosservata, nell’approccio, nell’occhio vigile e vispo che molto, nonostante la differenza di età, ci ricorda Benedetto XVI, “l’ottantenne eternamente bambino”, come lo ha definito mons. Vittorio Formenti. O il cambiamento territoriale di Angelo Scola dal Patriarcato di Venezia a Milano o alle parole sul colto Gianfranco Ravasi Presidente attuale del Pontificio Consiglio per la Cultura. Non importa se il numero dei candidati si incrementa, da quattro a di più, noi ci attendiamo ai fatti, ad intervenire quando occorre per informare il mondo, confidando che anche sulle nostre penne si ripercuota il caldo afflato dello Spirito. E così dall’immagine bellissima di Tagle giovane e semplice cardinale in bicicletta a Manila, ci spostiamo intanto a quanto accaduto nella Messa di apertura del Conclave, del “pro eligendo Romano Pontificio”, alle parole del Cardinale decano Angelo Sodano.

 

“Tutti noi – ha affermato il Segretario di Stato di Giovanni Paolo II – dobbiamo collaborare a edificare l’unità della Chiesa, poiché per realizzarla è necessaria ‘la collaborazione di ogni giuntura, secondo l’energia propria di ogni membro’ (Ef 4,16). Tutti noi, dunque, – ha sottolineato Sodano – siamo chiamati a cooperare con il Successore di Pietro, fondamento visibile di tale unità ecclesiale”.

 

Sodano, coetaneo di Joseph Ratzinger, non è entrato in conclave insieme con i 115 cardinali elettori, avendo superato la fatidica soglia degli ottanta anni che fa perdere il diritto di votare il Papa. A lui, come decano del Collegio Cardinalizio, è toccato presiedere le dieci congregazioni generali che si sono tenute dal 4 all’11 marzo. A lui, grazie a una revisione delle norme della Sede vacante approvata da Benedetto XVI prima di lasciare il pontificato, è toccato presiedere la Messa di apertura del conclave e tenere l’omelia sotto gli occhi dei 115 cardinali elettori, del mondo e soprattutto di Benedetto XVI collegato in diretta, attraverso la televisione, da Castel Gandolfo. Al Papa emerito, definito “amato” e “venerato”, Sodano ha rivolto “tutta la nostra gratitudine”.

E Benedetto XVI, nell’omelia del cardinale decano, è stato citato diverse volte insieme a Giovanni Paolo II e a Paolo VI, ed è stata così messa in luce la continuità del magistero dei Pontefici del post Concilio Vaticano II. È il tema dell’evangelizzazione, parola chiave del regno ratzingeriano, a scandire la riflessione di Sodano. Il decano ha ricordato che essa, secondo Benedetto XVI, “è la più alta e integrale promozione della persona umana” e che, come sottolineava Paolo VI, “l’annuncio di Cristo è il primo e principale fattore di sviluppo”. Il cardinale decano ha affrontato, poi, la missione del Papa, immutata nei secoli e nei mari spesso agitati della storia. “Nel solco di questo servizio d’amore verso la Chiesa e verso l’umanità intera – ha ricordato il porporato – gli ultimi Pontefici sono stati artefici di tante iniziative benefiche anche verso i popoli e la comunità internazionale, promovendo senza sosta la giustizia e la pace. Preghiamo – ha concluso Sodano – perché il futuro Papa possa continuare quest’incessante opera a livello mondiale”.

Nella stessa occasione, otto anni fa, Ratzinger aveva pronunciato un’omelia di tenore assolutamente diverso da quella odierna di Sodano. Quello del cardinale bavarese che, dopo meno di ventiquattro ore sarebbe diventato Papa, era un testo molto più duro. “Quanti venti di dottrina – disse allora Ratzinger – abbiamo conosciuto in questi ultimi decenni, quante correnti ideologiche, quante mode del pensiero… La piccola barca del pensiero di molti cristiani è stata non di rado agitata da queste onde – gettata da un estremo all’altro: dal marxismo al liberalismo, fino al libertinismo; dal collettivismo all’individualismo radicale; dall’ateismo a un vago misticismo religioso; dall’agnosticismo al sincretismo e così via”. E in un altro passaggio l’allora cardinale precisò che “il relativismo, cioè il lasciarsi portare ‘qua e là da qualsiasi vento di dottrina’, appare come l’unico atteggiamento all’altezza dei tempi odierni. Si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie”. Per molti quest’omelia accreditò Ratzinger come unico possibile successore di Giovanni Paolo.

 

Viviana Normando

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