Una vecchiaia gioiosa e feconda, tranquilla e religiosa. E’ quanto Papa Francesco ha chiesto al Signore, nel giorno del suo 80.mo compleanno, al termine della Messa celebrata nella Cappella Paolina con i cardinali residenti a Roma. Il Pontefice ha inoltre auspicato che la sua vecchiaia sia “sede di saggezza”. Prima del pensiero sul suo compleanno, il Papa aveva sottolineato nella sua omelia che la vita cristiana è un cammino intenso verso l’incontro definitivo con Gesù. L’indirizzo d’omaggio al Papa è stato rivolto dal cardinale decano Angelo Sodano che ha manifestato la gioia di tutto il Collegio Cardinalizio per questa lieta ricorrenza.
Racconta un aneddoto Papa Francesco, per condividere i suoi sentimenti nel giorno del suo 80.mo compleanno. Da alcuni giorni, confida, “mi viene in mente una parola, che sembra brutta: vecchiaia”.
Speriamo che la mia vecchiaia sia sede di saggezza
Una parola, soggiunge, che “spaventa”. Riferisce così di un prelato, mons. Cavaliere, che gli ha regalato in questi giorni il De senectute di Cicerone. “Una goccia in più”, commenta scherzando. Poi aggiunge una riflessione: “Ricordo quello che ho detto a voi il 15 marzo [2013], nel nostro primo incontro: ‘La vecchiaia è sede di saggezza’. Speriamo che anche per me sia questo. Speriamo che ci sia così!”.
Chiedo una vecchiaia gioiosa e feconda
Cita poi un passo di un autore latino che parlava della vecchiaia che ti arriva addosso “con passo silenzioso”: “E’ un colpo! Ma quando uno la pensa come una tappa della vita che è per dare gioia, saggezza, speranza, uno ricomincia a vivere. E mi viene in mente anche un’altra poesia che vi ho citato quel giorno a voi: «La vecchiaia è tranquilla e religiosa» – «Es ist ruhig, das Alter, und fromm» [Hölderlin]. Pregate perché la mia sia così: tranquilla, religiosa e feconda. E anche gioiosa”.
Guardare sempre al nostro cammino di fede
Prima del pensiero sul suo compleanno, il Papa – nell’omelia – si era soffermato sul passo del Vangelo odierno che parla della genealogia di Gesù. Un passo, ha osservato, che fa pensare alla “grazia della memoria”, la grazia di “non dimenticare”: “E’ proprio dell’amore il non dimenticare; è proprio dell’amore l’avere sempre sotto gli occhi tanto, tanto bene che abbiamo ricevuto; è proprio dell’amore guardare la storia: da dove veniamo, i nostri padri, i nostri antenati, il cammino della fede… E questa memoria ci fa bene, perché rende ancora più intensa questa vigilante attesa del Natale”.
Questa, ha ripreso, è la grazia di oggi: “fare memoria” e ricordarsi, leggendo il passo del Vangelo di oggi, che “c’è una storia di grazia”, ma pure “una storia di peccato”: “Qui, nella storia della salvezza ci sono grandi peccatori, in questa genealogia (cfr Mt 1,1-17), e ci sono dei santi. E anche noi, nella nostra vita, troveremo lo stesso: momenti di grande fedeltà al Signore, di gioia nel servizio, e qualche momento brutto di infedeltà, di peccato che ci fa sentire il bisogno della salvezza. E questa è anche la nostra sicurezza, perché quando noi abbiamo bisogno di salvezza, noi confessiamo la fede, facciamo una confessione di fede: ‘Io sono peccatore, ma Tu puoi salvarmi, Tu mi porti avanti’. E così si va avanti nella gioia della speranza”.
La vita cristiana è un cammino verso l’incontro con Gesù
Nell’Avvento, ha detto ancora, “abbiamo incominciato a percorrere questo cammino, aspettando in vigilante attesa il Signore”. Oggi, ha soggiunto, “ci fermiamo, guadiamo indietro, vediamo che il cammino è stato bello, che il Signore non ci ha delusi, che il Signore è fedele”. Di qui l’esortazione ad andare avanti: “E questa è la vita cristiana: vai avanti, verso l’incontro definitivo. Questo cammino di tanta intensità, in vigilante attesa che venga il Signore, non ci tolga mai la grazia della memoria, di guardare indietro tutto quello che il Signore ha fatto per noi, per la Chiesa, nella storia della salvezza. E così capiremo perché oggi la Chiesa fa leggere questo passo che può sembrare un po’ noioso, ma qui c’è la storia di un Dio che ha voluto camminare con il suo popolo e farsi, alla fine, un uomo, come ognuno di noi”.
Stare tranquilli, fidarsi del Signore senza lamentele
Che il Signore ci aiuti a riprendere questa grazia della memoria, ha concluso il Papa, e se ci sembra che abbiamo “tanti problemi”, ricordiamoci di stare tranquilli, di andare avanti con fiducia: “L’autore della Lettera agli Ebrei ha una frase bellissima per le nostre lamentele, bellissima: ‘Stai tranquillo, ancora non sei arrivato a dare il sangue’ (cfr 12,4). Anche un po’ di umorismo, da parte di quell’autore ispirato, per aiutarci ad andare avanti. Il Signore ci dia questa grazia”.
Fonte News.va – servizio di Alessandro Gisotti