A cura di Mons. Renzo Giuliano – Nell’annuale incontro con la sua Diocesi, ad inizio dell’annuale Convegno diocesano, il Papa ha tenuto una sua meditazione e riflessione a braccio, arrivando a sondare il mistero del Battesimo cristiano, in un continuo scambio tra apertura rivelativa teologica ed apertura riflessiva filosofica, tra azione di Dio e risposta dell’uomo. E come la rivelazione di Dio parte dalla sua pienezza, così il Battesimo inizia dalla ed alla manifestazione della Risurrezione di Cristo: “Il Battesimo è il primo passo della Risurrezione, l’entrare nella vita indistruttibile di Dio”. Il Rito sacramentale non fa che attuare ed attualizzare questo dato essenziale della Rivelazione cristiana con il dare forte tonalità di linguaggio simbolico attivo all’acqua ed alla parola in quanto “il cristianesimo non è una cosa solamente soggettiva, del sentimento, della volontà, di idee, ma è una realtà cosmica”. Il Papa apre alle dimensioni le più ampie del sacramento del Battesimo, e di ogni sacramento poi in genere, allontanando le piccole dimensioni, come in una certa e diffusa pratica e convinzione si percepisce, che vorrebbero il Battesimo celebrato quasi solo come una specie di terrene dimensioni di benedizione a Dio, o forse ad un dio! E per quelle infinite dimensioni cosmiche “il Battesimo si estende a tutta la nostra vita … che dura per tutta la vita perché siamo sempre in cammino battesimale”, continua il Santo Padre. “Il Battesimo non è un atto di un’ora, ma è una realtà di tutta la nostra vita” continua a dire il Papa, legando il sacramento alla vita. La ritualità della fede chiede la Professione di fede, ad iniziare dalle rinunce le quali, anch’esse, vengono unite ad espressioni vitali del vivere sociale e culturale odierno quando il male assurge e viene fatto innalzare a modo di vivere là dove “non conta la verità ma l’apparenza, non si cerca la verità ma l’effetto, la sensazione, e, sotto il pretesto della verità, in realtà, si distruggono uomini, si vuole distruggere e creare solo se stessi come vincitori”. Benedetto XVI con estrema lucidità dà la fotografia della ingannevole società di satana che è contro l’uomo; il Battesimo ricevuto chiama a conversione, intesa come un totale e nuovo orientamento di vita guidato dalla luce dello Spirito di Dio, a ritrovare la libertà dei figli di Dio. Alla cultura di questa morte “diciamo di no. Essere battezzati significa sostanzialmente un emanciparsi, un liberarsi da questa cultura”. Estremamente interessante questa disamina battesimale tra “spirito di calunnia e di distruzione” e verità, una verità desiderata da tanti, constata positivamente il Papa. La stessa dittatura del male si rappresenta in quella apparente libertà che vuole emanciparsi da Dio, mentre “diventa subito schiavitù di tante dittature del tempo”. La formula battesimale trinitaria che contrasta questa mentalità culturale di morte racchiude la verità più piena e vissuta: “La verità non vissuta non si apre; solo la verità vissuta, la verità accettata come modo di vivere, come cammino, si apre anche come verità in tutta la sua ricchezza e profondità” ed è azione di Dio. Lo schiudersi della verità, torna costantemente a dire il Papa, è misurata sul rapporto di vita in Dio entro l’esistenza dell’uomo. Provocandosi su interrogativi di sempre ed anche di oggi, nel clima di nuova evangelizzazione, il Pontefice si domanda senza remore: se sia giusto fare il battesimo dei bambini e se dobbiamo lasciare al soggetto la scelta della propria fede, così da porre la scelta del battesimo come una fra le tante. Con il semplice realismo del pensiero, il Papa riflette: “La vita stessa ci viene data necessariamente senza consenso previo, ci viene donata così” e precisa, in una felice e densa frase, che “solo l’anticipazione del senso giustifica l’anticipazione della vita”, cioè quando con il dono della vita si dà garanzia della bontà della vita stessa; ed il Battesimo è garanzia di Dio, del Dio che protegge la vita, e della bontà di tutta l’esistenza: questa vita in Dio “è certamente un bene che si può dare senza scrupoli”. Questo incoraggiamento motivato, che apre al “sì” della vita, è la consegna di Papa Benedetto a riscoprire il dono e la potenzialità della fede battesimale e a consegnarci alla cultura di verità e di libertà che abbiano il marchio dell’autenticità e della salvezza. Come sempre nel suo magistero tanto lineare ed appassionato, il Papa dà una risposta serena e profonda al pensiero del mondo contemporaneo.