Il Vaticanese

La storia della “Divina Misericordia”

Papa Giovanni Paolo II
Papa Giovanni Paolo II

Fino all’ anno 2000 la prima domenica dopo Pasqua, detta anche “Ottava di Pasqua”, era celebrata, dalla Chiesa cattolica, con il nome di “Domenica in Albis” che, tradotto letteralmente, vuol dire “domenica in cui le vesti bianche vengono deposte”. Il significato che la Liturgia attribuisce a questo giorno particolare è collegato con il rito del Battesimo che, nei primi anni della Chiesa, era somministrato nella notte di Pasqua, in cui i battezzandi indossavano una veste bianca che mantenevano fino alla domenica successiva.

Il 30 aprile 2000, anno dell’ultimo Giubileo, Papa Giovanni Paolo II, durante la cerimonia di canonizzazione della Suora polacca Faustina Kowalska, ha proclamato che la prima domenica dopo Pasqua sarebbe stata celebrata anche come la Festa della Divina Misericordia.

Pur partecipando al rito liturgico dell’Ottava di Pasqua, non tutti i fedeli sanno come e perché si festeggia questo avvenimento nel mondo cattolico e le origini che hanno dato vita a questa solenne celebrazione. L’istituzione della “Festa della Divina Misericordia” trae origine dalla visione di Gesù  che Santa Faustina ebbe il 22 febbraio 1931 nel Convento di Plock. L’apparizione è descritta dettagliatamente nel diario segreto della mistica polacca, trovato dopo la sua morte, nel quale è riportato che Gesù, vestito di una bianca veste, si rivolse a lei con queste parole: “Desidero che vi sia una Festa della Misericordia. Voglio che l’immagine che dipingerai con il pennello venga solennemente benedetta nella prima domenica dopo Pasqua: questa domenica deve essere la Festa della Misericordia”.

Nata il 25 agosto 1905 a Glogowiec in Polonia, Faustina Kowalska avvertì sin da piccola la vocazione per la vita religiosa. A 16 anni, dopo la prima apparizione di Gesù, chiese il permesso ai genitori di entrare in convento. Al rifiuto dei genitori, che non volevano distaccarsi dalla figlia più amata, seguì la seconda visione di Gesù che le consigliò di andare a Varsavia dove, il 1 agosto 1925, entrò nel convento di clausura della Congregazione delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia. Dalla lettura del suo diario si ricava tutta la profondità della sua vita spirituale, dedicata totalmente alla contemplazione, alla preghiera e alla parola del Signore. Morì il 5 ottobre 1938, a soli 33 anni, e il suo corpo è stato deposto nel Santuario della Misericordia Divina di Lagiewniki, nei pressi di Cracovia.

La Festa pasquale della Resurrezione e quella della Divina Misericordia hanno un profondo significato teologico per l’intimo rapporto che lega questi due solenni avvenimenti. Lo rivela la stessa Suor Faustina sempre nel suo diario: “ Ora vedo che l’opera della Redenzione è collegata con l’opera della Misericordia richiesta dal Signore”. La Festa della Divina Misericordia contempla una novena, che inizia il Venerdì Santo, con la recita della coroncina alla Divina Misericordia, alla quale farà seguito l’adorazione del quadro della Misericordia e la grazia particolare della “remissione totale delle colpe e dei castighi”, che sarà ricevuta con il sacramento della Comunione. “La prima domenica dopo Pasqua – sono le parole di Gesù – è la festa della Misericordia, ma deve esserci anche l’azione ed esigo il culto della mia misericordia con la solenne celebrazione di questa festa e col culto all’immagine che è stata dipinta. Il quel giorno chi si accosterà alla sorgente della vita, questi conseguirà la remissione totale delle colpe e delle pene”.

Don Ignacy Rozycki, teologo-postulatore degli scritti di Santa Faustina, approfondendo il significato liturgico della grazia ricevuta con la Comunione nel giorno della Festa della Divina Misericordia, afferma che è qualcosa di decisamente più grande dell’indulgenza plenaria.

“E’ essenzialmente più grande – afferma Don Rozycki – anche delle grazie dei sei sacramenti, tranne il sacramento del Battesimo, poiché la remissione delle colpe e dei castighi è solo una grazia sacramentale del santo Battesimo. Invece nelle promesse riportate Cristo ha legato la remissione dei peccati e dei castighi con la Comunione ricevuta nella Festa della  Misericordia, ossia da questo punto di vista l’ha innalzata al rango di secondo Battesimo”.

Per essere degni di ricevere la grazia bisogna essere liberi da ogni peccato mortale e veniale attraverso la Confessione e con la Comunione che deve essere presa nello stesso giorno della Festa della Divina Misericordia.

Cosimo Lasorsa

 

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