la “Primavera Araba” vista dai Vescovi del Nord Africa

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Primavera Araba su Il Vaticanese.it

Sfide e promesse della “primavera araba” al centro dell’incontro che la Conferenza dei vescovi della Regione del Nord Africa (Cerna) ha svolto a Tunisi dal 13 al 16 novembre. Vi hanno partecipato i vescovi, i vicari e gli amministratori apostolici della regione. Dalla Libia, all’Algeria, alla Tunisia. Era presente anche mons. Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo (Italia), che come rappresentante di una “terra europea vicina al Maghreb” ospiterà il prossimo anno la riunione (17-22 novembre 2012). I vescovi, si legge in un comunicato, hanno potuto scambiare lungamente le esperienze vissute in questo periodo di profondi cambiamenti nei loro differenti Paesi. I vicari apostolici di Libia hanno parlato della rivoluzione libica e di come è stata vissuta dalla comunità cristiana ed hanno testimoniato “la gioia della popolazione di sentirsi libera e l’urgenza ora di riconciliazione nazionale”. Della Tunisia si è parlato dello svolgimento delle ultime elezioni che “ha manifestato la sete di una cittadinanza responsabile da parte degli abitanti della regione”. In linea generale i vescovi hanno sottolineato “dappertutto nel Maghreb la libertà di parola e la volontà di strutturare la vita sociale e politica in un rispetto crescente per le opinioni diverse”.

Passaggi cruciali. “Sono tre le sfide essenziali che emergono in questi Paesi: sfida religiosa, politica e socio-economica”. A parere dei vescovi maghrebini queste sfide richiedono “passaggi” essenziali che se intrapresi possono rappresentare delle “promesse di speranza” per tutta la Regione. Il primo è “il passaggio dalla paura di manifestare la propria religione all’affermazione tranquilla delle proprie convinzioni di fede nel rispetto delle opinioni altrui e all’interno di un dibattito senza più tabù sull’importanza della promozione di tutte le libertà, compresa la libertà di coscienza”. Altra sfida cruciale per tutto il Nord Africa è “il passaggio da una vita sociale abitata dalla paura e dal rischio della libertà all’impegno affinché tutta la nazione possa vivere nella democrazia e nel rispetto della dignità della persona”. Altro punto sottolineato è “la presa di parola e responsabilità delle donne che chiedono di essere più rispettate nella loro dignità e nei loro diritti”. Infine, i vescovi danno voce al “grido dei giovani che esigono per sé formazione di buon livello e finalizzata ad un reale avvenire professionale”.

Responsabilità, speranze, difficoltà. I membri delle Chiese che vivono nei Paesi del Nord Africa generalmente non sono attori diretti di questi passaggi ma vogliono essere testimoni di speranza. Le comunità cristiane vogliono, cioè, dare il loro contributo per “la promozione dei valori nei quali essi si riconoscono pienamente”. “Sentono la responsabilità d’incoraggiare quella volontà di libertà, cittadinanza e apertura che si è espressa chiaramente nella primavera araba: cercano di farlo accompagnando nel discernimento e dando testimonianza della loro speranza anche in mezzo alle reali difficoltà che incontrano”. A questo proposito i vescovi hanno espresso la loro solidarietà alla Chiesa d’Algeria, “condividendo la sofferenza dei vescovi di fronte al non rilascio e talvolta al rifiuto dei visti ai preti e ai religiosi, qualsiasi sia la loro nazionalità. Essi – si legge nel comunicato – lo ritengono come un grave attentato alla vita delle Chiese e ci provoca maggiore sofferenza quando questi provvedimenti riguardano persone che senza alcuno spirito di proselitismo, rendono un reale servizio a quei Paesi e intrattengono relazioni molto cordiali con tutti”. Da qui la gratitudine dei vescovi per tutti i sacerdoti, i religiosi e le religiose che vivono nei loro Paesi: “Essi ammirano il loro lavoro e rendono grazia per la qualità del loro impegno”.

Da un Sinodo all’altro: Medio Oriente ed evangelizzazione. I vescovi del Nord Africa hanno partecipato alla sessione speciale del Sinodo per il Medio Oriente: i vescovi affermano di seguire con attenzione “le difficoltà e sofferenze” vissute dai cristiani del Medio Oriente in questo periodo di radicali cambiamenti politici e assicurano le loro preghiere affinché “i diritti dei cristiani siano salvaguardati, che i seguaci di Cristo possano essere riconosciuti come cittadini a pieno titolo e attori di speranza per il futuro per i loro popoli”. La Conferenza dei vescovi della Regione del Nord Africa ha quindi designato un suo rappresentante per il Sinodo sulla nuova evangelizzazione del 2012 sottolineando come nel Maghreb “la testimonianza dei cristiani è viva quando è soprattutto testimonianza resa con azioni di carità evangelica”. Anche in questo caso i vescovi esprimono la loro gratitudine per quanti s’impegnano con competenza e cuore nei molteplici servizi caritativi, manifestando così l’amore di Cristo per tutti gli uomini”. La Conferenza ha infine proceduto al rinnovamento dell’ufficio: a partire dal marzo 2012, saranno presidente mons. Maroun Lahham, arcivescovo di Tunisi, e vicepresidente mons. Paul Desfarges, vescovo di Constantine-Hippone (Algeria). Padre Daniel Nourissat è stato confermato segretario generale.

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