Il Vaticanese

“Insieme a Francesco” per la Pace. Intervista a Fabio Gallo fondatore della “Carta della Pace”

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Costruire Pace dalla Famiglie, dalla Scuola, dalle Città

A cura della Redazione di ComunicareITALIA.IT

In questo giorno speciale che ci vede tutti uniti in un solo pensiero di Pace abbiamo scelto di offrirvi la testimonianza di un laico impegnato nella costruzione di un percorso di Pace che si avvale della fede ma anche dell’arte, del diritto al cibo, della comunicazione etica rispettosa della dignità della persona. Si tratta di Fabio Gallo persona dotata di grande umiltà considerata da chi lo conosce bene “speciale” per tanti motivi. Oggi Fabio Gallo accetta di aprire questo pezzo – per usare un termine della carta stampata – dedicato ad uno dei giorni che riteniamo possa scrivere una bella e intensa pagina sul grande libro della Pace che noi fedeli percorriamo insieme a Francesco: il 7 Settembre 2013, giornata di digiuno per la Pace.

Fabio Gallo, la cui esistenza quando se ne riveleranno i dettagli si scoprirà essere certamente un grande dono di Dio inciampa nel corso della vita, all’età di 33 anni e si ritrova da ricchissimo senza più nulla ma sulla strada di Chiara e Francesco di Assisi che ne modificheranno il cammino con modalità per davvero straordinaria. Fondatore della “Città della Pace” (Roma – Basilica dello Stato, 2002) e della “Carta della Pace” (Roma – Basilica dello Stato, 2007), riteniamo che sia la persona più giusta per introdurci a questa giornata speciale indetta da Papa Francesco.

A lui abbiamo chiesto cos’è la Pace, cosa significa questa parola in una società che si basa da millenni sulla guerra, su efferati omicidi, genocidi e, soprattutto, sulla follia dell’Essere Umano.

“Un ringraziamento a Papa Francesco per avere dato voce ai tanti bambini morti insieme ai propri cari a causa di una guerra che, come tutte, è alimentata dal “male”, dal Diavolo fine tessitore d’ingiustizia e discordia anche tra persone che si sono amate una vita. E’ lui, l’abilissimo distruttore così tanto intelligente da riuscire a far credere a tanti che non esiste. Anche agli Esseri Umani più intelligenti.
“Pace” , un tema difficile da sviluppare ma che fortunatamente vede impegnate ogni giorno una moltitudine di Donne e Uomini di buona volontà che in silenzio operano, camminano, sostengono e danno, molte volte più di quanto posseggono, si compromettono. Si, perché per costruire Pace bisogna avere anche il coraggio di compromettersi per il bene comune. Gli operatori di Pace, coloro i quali operano perchè il fuoco delle armi cessi di distrugegre la Vita è come un fiume silenzioso che scorre lentamente senza fare rumore. La pace è anche anche un percorso di maturità del genere umano che nei secoli perfeziona se stesso e il proprio rapporto con i propri simili grazie agli errori della storia che si fanno insegnamento. Quanto accade in Siria oggi è uno di questi grandi errori che sta scrivendo con il sangue innocente una pagina di storia che a sua volta sarà d’insegnamento. Ma spesso molte di queste pagine di vita sbagliata, scritte con la negazione di ogni tipo di diritto agli esseri umani, viene smarrita dalla memoria dell’essere umano e allora il sacrificio di molti è vano. La grandiosità di questa giornata della pace sta proprio nel fatto che noi, INSIEME A FRANCESCO, amplifichiamo il battito del suo cuore, rendiamo forte il nostro dissenso per ogni tipo di crimine di guerra perché questo sacrificio umano non sia dimenticato e costituisca una colpa grave, anche e soprattutto nella coscienza del mondo che non deve essere indifferente. Preghiera e digiuno non sono due vezzi o due parole ma una vera arma spirituale contro il Diavolo che non è un personaggio di un film ma una realtà spirituale molto potente, completa e complessa che, fortunatamente, si arrende davanti a Cristo e a Maria. La preghiera ci unisce in una strategia che non è da vigliacchi ma da Leoni perché più della vita non c’è, in questo mondo, eppure siamo capaci di sacrificarla per amore di chi amiamo. Se vedeste cosa significa, spiritualmente parlando, la preghiera del Pontefice con i fedeli a Gesù, rimarreste terrorizzati per la potenza in bene. E se vedeste un solo Angelo per l’amore che porta in sè per tutti noi, vi rendereste immediatamente conto che abbiamo sprecato il mondo. Non bisogna avere vergogna di pregare e neanche di commuoversi e piangere perché la tutta Pace di questo universo si riconosce tutta in una sola lacrima di un giusto. Anche il Cielo piange insieme a noi quando abbiamo bisogno di cambiare. In questo sacro giorno di preghiera non dobbiamo avere vergogna di unire le nostre mani in gesto di preghiera. Pensate di custodire tra i palmi della vostre mani una goccia del Sangue di Gesù Cristo che intendiamo custodire e proteggere e parliamole. Pregando comprenderemo che siamo figli di un Dio che non ci vuole in ginocchio ma dritti sulla nostra schiena, tra le genti, a portare un gesto di amore fraterno, in questo mondo, in questa vita irripetibile. Se non potrete pregare a Roma con il Santo Padre non dovete pensare che la vostra preghiera sarà inefficace, anzi! Pregate ovunque siate, insieme al vostro angelo custode. In questo sacro giorno siate cauti all’ira e sorridete, nonostante tutto. Molti non sanno ancora perché noi cristiani accendiamo una candela quando siamo in preghiera. Provate a pronunciare queste parole quando l’accendete: “Mio Signore Gesù, questa è la luce che illuminerà il cammino che ti condurrà nel luogo delle mie necessità”. 

Non avrei accettato di parlare se questo giorno voluto dal Santo Padre, non mi fosse stato annunciato, incredibile a crederlo, circa 20 anni addietro in un bel sogno in cui l’Angelo Pio mi diede in dono il dialogo segreto tra Chiara e Francesco di Assisi che in questi ultimi 20 anni hanno fortemente condizionato la mia vita, le mie scelte e quella della nostra piccola comunità della Fondazione “Paolo di Tarso”. La preghiera e il digiuno, ripeto, sono le armi più potenti contro il “Male”. Bene lo sa Francesco, il Sommo Pontefice, l’Uomo che crea ponti tra Popoli e Popoli ma, soprattutto, l’Apostolo di Gesù che costruisce i ponti più grandi e lunghi che congiungono noi stessi ai nostri cuori, molte volte così distanti da noi stessi da non riuscire ad ascoltarne più la voce.
Non penso che la parola Pace sia esattamente il contrario della parola Guerra intesa com’è più facile rappresentarla con i cannoni, le bombe e come stiamo vivendo, anche con il gas. Un pistola carica poggiata su un tavolo dove non vi sono esseri umani, non sparerà mai da sola e non ferirà nessuno. Se dovessi rappresentarla ai bambini direi che la parola “Pace” più somiglia alla fioritura di un giardino, il nostro Giardino interiore nel quale impariamo ad incontrare noi stessi, i nostri limiti, a riconoscere il male che anche involontariamente facciamo agli altri. Lo stesso Giardino nel quale impariamo a rispettare tutti i fiori che sono intorno a noi e i prati e gli alberi e tutto ciò che ha vita. Un Giardino nel quale incontriamo ogni giorno la nostra Coscienza ci dice pane al pane, vino al vino e dove impariamo ad ascoltarla; un Giardino abitato da fiori di mille colori che noi, uno di essi, apprezziamo ammirati di essere parte dell’entusiasmo e della gratitudine di chi vi entra per la prima volta e ne rimane ammirato, incantato.
Ma questa è solo un’immagine per dire che il contrario della Pace è impedire ogni giorno alla nostra Coscienza di parlarci e al nostro cuore di ascoltarla. E’ così che crescendo dimentichiamo il nostro Giardino e spranghiamo il suo cancello per consegnarne la chiave al nostro egoismo che ci rende come avvoltoi che volano in un deserto, persi e pieni di paure. Devo però asserire che senza l’esperienza umana di Gesù, Dio, non saremmo mai stati avviati ad un cammino di Pace. Siamo noi le “Sentinelle del mattino” di Giovanni Paolo II; siamo noi le “Sentinelle di Cristo” di Benedetto XVI. Oggi siamo al fianco di Francesco, “Sentinelle della Pace”, di un percoso che possiamo augurare al nostro fratello solo se noi stessi, in prima persona, siamo disposti a rendere possibile la sua Pace.
Non dimentichiamo, inoltre, un fatto straordinario: non abbiamo un Papa ma ne abbiamo due, come due Soli che brillano nel cielo quando l’umanità ha troppo freddo e teme di non potersi riscaldare più. Gesù e Maria sanno cosa fanno. Possono tutto: cose incredibili. Fidatevi di un buon Diavolo, di uomo di carne come voi”.

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