a cura di S.E. l’Arcivescovo Mons. Giuseppe Mani/
Il vangelo di oggi ci fa il resoconto di un pranzo improvvisato da Gesù sulle rive del Lago di Tiberiade. Potremmo chiamare questo banchetto miracoloso “incredibile” perché ha sfamato una folla di cinque mila persone condividendo “due pani d’orzo e due pesci”. Questo dono prodigioso non è del tutto incredibile se pensiamo che tutto è stato fatto per essere un segno in vista della fede in Gesù. Il miracolo si è realizzato perché un ragazzo ha messo a disposizione le sue provviste (nel caso) con la generosità che caratterizza quelli che hanno poco. A partire da quel gesto ciascuno ha potuto mangiare a sazietà. Aprire il cuore è la prima delle conversioni, questa trasformazione del cuore dell’uomo cambierà la faccia del mondo sfigurato dall’egoismo. La maggior parte delle sofferenze umane viene dalla durezza del cuore e dal fatto che ciacuno ha scelto per se una parte del pianeta. Se condividessimo la grande tavola del mondo, non soltanto per il pranzo di una giornata, ci sarebbe assicurato il pane per tutti. Non possiamo non pensare oggi ai milioni di persone che stanno morendo di fame e di sete. Perché Dio non interviene? Dio è già abbondantemente intervenuto ed ha assicurato il cibo per tutti. A nome di Dio stesso Papa Francesco ci ricorda con insistenza il dovere della” solidarietà” che è diventata quasi una brutta parola. La ragione della fame del mondo è “nell’appropriazione dei beni da parte di alcuni che traggono la loro ricchezza dalla miseria di molti”. “E’ lottare contro le cause strutturali della povertà. La disuguaglianza, la mancanza di lavoro, la terra e la casa, la negazione dei diritti; è far fronte agli effetti distruttori dell’impero del denaro”. “Non si può affrontare lo scandalo della povertà promuovendo strategie di contenimento che unicamente tranquillizzano e trasformano i poveri in esseri addomesticati e inoffensivi. Che triste vedere che dietro a presunte opere altruistiche, si riduce l’altro alla passività, lo si nega, o peggio ancora si nascondono affari loschi e ambizioni personali”. Il Papa invita a lottare per “un anelito molto concreto, qualcosa che qualsiasi padre, qualsiasi madre, vuole per i propri figli: terra, casa e lavoro. E’ strano , ma se parlo di questo per alcuni il papa è comunista. Non si comprende che l’amore dei poveri è al centro del vangelo.” Nella generosità del ragazzo che mette a disposizione i pochi pani c’è l’immagine di ogni cristiano che deve condividere e lottare, come dice il Papa, perché il cibo che Dio ha messo disposizione sia dato a tutti. Solo se ci sarà questo impegno potremo dire “dacci oggi il nostro pane quotidiano” che metteremo a disposizione dei fratelli anziché preferire che finisca nei rifiuti. Anche oggi, domenica, Gesù ci invita alla sua mensa del suo corpo e del suo sangue. Oggi milioni di cristiani vivono l’Eucarestia, questo “incredibile” pasto del Signore, il “mistero della fede”. Come non condivideremo il pane materiale noi che abbiamo condiviso il Corpo di Cristo?”
Buona Domenica!