All’evento promosso dall’Associazione “Salotto di Conversazione” erano presenti accanto al Parroco della Basilica di S. Maria degli Angeli e dei Martiri di Roma don Franco Cutrone, al Presidente dell’Associazione “Salotto di Conversazione” Avv. Giovanni Borrelli ed all’autore, tanti personaggi del mondo civile e militare, del mondo cattolico ed ebraico. Tra questi, ad esempio, Sua Eminenza il Cardinale Francesco Coccopalmerio Presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, mons. Gino Battaglia – Direttore nazionale per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso della CEI, il Vice Parroco della Basilica di S. Maria degli Angeli di Roma e Primicerio dell’Arciconfraternita di S. Maria di Odigitria in Roma mons. Giuseppe Blanda, Rav. Sandro Di Castro Presidente Benè Berith in rappresentanza del Rabbino Capo Prof. Riccardo Di Segni e della Comunità ebraica, Rav. Riccardo Pacifici Presidente Comunità Ebraica di Roma, l’On. Generale Antonio Torre, il Prof. Onorato Bucci che ha scritto il saggio introduttivo.
“Il contenuto – ha esordito Marco Ravaglioli – può incutere soggezione ma Voi sarete a vostro agio. Il mondo cattolico guarda all’ebraismo con insufficiente cognizione di causa, e’ stato avviato un dialogo soprattutto da Giovanni Paolo II ma è opportuno che i cattolici approfondiscano tali temi”. Da tale imput provocato soprattutto dal testo stesso sono scaturite relazioni e dibattito, affinchè cattolici ed ebraici si conoscessero maggiormente in una speciale occasione appositamente offerta.
“Ci conosciamo da tanti anni – ha detto il Parroco don Franco Cutrone – con Marco Ravaglioli, nel susseguirsi delle mie diverse esperienze sacerdotali. Ringrazio l’Associazione “Salotto di Conversazione” per l’opportunità di incontro e di conoscenza. Nel percorso della mia esperienza parrocchiale ho incontrato alcuni nostri fratelli maggiori e sono sempre stati approcci proficui e di arricchimento reciproco. Melchiorre Bocchese, persona plirilaureata, di grande estroversione e genialità, ha fatto un tentativo coraggioso per far conoscere in estratto la cultura ebraica”. “Ci tengo a sottolineare –ha proseguito don Franco Cutrone– che l’insegnamento di Gesù e’ radicato nell’ebraismo ed e’ un’eredita’ che noi cristiani dobbiamo conservare: è l’ebraicità di Gesù da preservare. San Paolo cita gli ebrei come prove responsabili nel mistero della salvezza, ove i cristiani sono chiamati a Gesù, proprio sulla linea di questa storia della salvezza. Ognuno e l’altro sono testimoni della misericordia di Dio nel resto del mondo. La seconda alleanza non sostituisce ma perfeziona la prima. Senza la prima, l’alleanza nuova non poteva esistere. La parola nuova si innesta poi sulla parola di Israele che è l’obbedienza, il ricordo, la fiducia, la santità, la salvezza, che fanno parte dell’eredita’ cristiana. Per sfatare un luogo comune, peraltro, quando si dice fariseo si pensa ad una parola brutta, ma non è così. Occorre una conoscenza seria dei farisei. Il Signore ci aiuti a mettere da parte tutto ciò che non e’ conoscenza ed a portare avanti tutto ciò che e’ il rispetto reciproco”.
“Si tratta di un’opera – ha detto l’Avv. Giovanni Borrelli – di vaste proporzioni, composita, della prima filosofia ebraica con un approccio alla filosofia contemporanea, nella filosofia della ragione. Un libro che invita a ritrovare l’anima perché in tutti questi anni siamo andati così rapidamente che ora dobbiamo consentire alle nostre anime di raggiungerci”.
“L’ufficio del dialogo interreligioso – ha detto mons. Battaglia – si occupa di tante cose che vanno dal Buddismo all’Ebraismo. Nel Concilio Vaticano II, di cui in questo 2013 ricorre il cinquantesimo anniversario, si ricorda il vincolo con la stirpe di Abramo. Il mistero divino della salvezza si trova nelle radici ebree. Da allora si e’ cercato un sempre più assiduo dialogo. Su mezzo secolo di testimonianze c’e’ un avvicinamento anche grazie ad una serie di ricerche e libri. Questo testo aiuta a comprendere un contributo ebraico alla storia della nostra civilta’. Chi ha scritto “L’anima e l’uomo” ha compiuto una faticosa raccolta per ottenere una divulgazione del pensiero ebraico. Come dice don Franco Cutrone ‘si tratta si un testo che va meditato e preso a piccole dose’. E’ un’opera di consultazione per fornire elementi qualora si cercassero elementi per lo studio del rapporto tra ebraismo e cristianesimo. Penso alla figura di Gesù e alla diversa visione di Gesù nell’Ebraismo e nel Cristianesimo. Quanto ha giovato l’arricchimento dell’ebreo Gesù nella sua conoscenza. Il Concilio Vaticano II ha stabilito un punto di non ritorno. Fondamentale la visita di Giovanni Paolo II alla Sinagoga nel 1986. Giovanni Paolo II disse che “la religione ebraica non e’ estrinseca ma e’ intrinseca alla religione cristiana. Voi siete – rivolgendosi ai rappresentanti della comunità ebraica – nostri fratelli prediletti e in un certo senso maggiori. Giovanni Paolo II ha ribadito quell’alleanza. Israele si distingue per questa caratterizzazione tra Dio e il popolo, un senso di intimità tra Dio e il popolo. Cio’ che differenzia soprattutto il pensiero cristiano da quello ebraico è che il cristiano può contare solo nella sua capacità di gestire la sua coscienza.
E’ stato poi ricordato come ottanta anni fa, in realtà, non si fece un tentativo di fisica eliminazione di un solo popolo ma fu un tentativo di fisica eliminazione dell’intera umanita’. Il presente, infatti, e’ un piano di appoggio del passato. Tra questi giganti ci sono padri ebrei come ebrei era Gesù di Nazareth.
La Basilica di S. Maria degli Angeli e dei Martiri di Roma, sede della Fondazione Paolo di Tarso, che in sé porta duemila anni di storia e l’esperienza dei grandi eventi che hanno visto l’unione tra popoli così distanti e poi così vicini per mezzo della cultura e dell’arte, è stata ancora una volta protagonista di un dialogo tra civiltà in cammino nelle loro similitudini e discrepanze, con in comune impronte di valori che trovano senso compiuto solo nell’analisi di una costante reciprocità nonché in Gesù.
Viviana Normando
Servizio a cura di Salvatore Pignata.