Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Un volume di LEV fa luce sulla morte e tomba del Principe degli Apostoli e rimanda alle dispute sul “Muro G” ed alle visioni della mistica Maria Valtorta. Dopo “Gesù a Roma” di don Ennio Innocenti e Ilaria Ramelli, ed edito da Sacra Fraternitas Aurigarum in Urbe, per i tipi LEV, Libreria Editrice Vaticana è uscito il volume “La morte e il sepolcro di Pietro”, firmato da Christian Gnilka, Stefan Heid e Rainer Riesner. Il volume nasce da un convegno organizzato dall’Istituto Romano della Società di Goerres nella primavera del 2010 dedicato al tema “Pietro a Roma” e incentrata sulla “Magna Quaestio” se Pietro fosse mai venuto a Roma e se ivi ebbe termine con il supplizio della crocefissione a testa in giù. Come lo dipinge magnificamente il Caravaggio. Composto da tre ampi capitoli gli autori riprendono e commentano numerosissime fonti come il Vangelo, gli Atti degli Apostoli di Luca, lettere pastorali di Paolo; sezioni linguistiche di testi antichi, lettere di Ignazio di Antiochia e la Lettera di S. Paolo ai Romani. Anche se oggi nessuno storico serio contesterebbe più la presenza e la morte a Roma del Principe degli apostoli, la lettura del volume riporta indietro nel tempo il lettore al momento degli scavi archeologici voluti da Pio XII iniziati sotto l’altare della Confessione della Basilica di San Pietro: scavi ufficialmente intrapresi per dare una sepoltura a Pio XI ma proseguiti in verità per cercare le tracce del sepolcro dell’apostolo e i resti del suo corpo.
Le ricerche sotto la Basilica portarono al solenne annuncio da parte di Pio XII del ritrovamento della tomba dell’apostolo e al suo radiomessaggio del 23 dicembre 1950. Al ritrovamento della tomba di Pietro seguì la celebre diatriba fra padre Antonio Ferrua, gesuita e archeologo e l’epigrafista Margherita Guarducci. Il dibattito si ampliò sulla autenticità delle ossa rinvenute nel loculo del famoso “muro G” a nord e sul famoso “trofeo di Gaio” ritrovato anch’esso nel sottosuolo in corrispondenza con l’altare del Bernini, considerato o la tomba di Pietro e viceversa il luogo del supplizio. Più recentemente il dibattito si è arricchito in seguito alla pubblicazione del libro del giornalista cattolico visioni Antonio Socci in “I giorni della tempesta” (Rizzoli). In questo libro Socci riporta una visione della mistica Maria Valtorta, di Pietro che non sarebbe mai stato sepolto sul colle Vaticano ma in quelle che oggi sono conosciute come le catacombe dei santi Marcellino e Pietro, sulla via Casilina. Insomma il mistero di Pietro a Roma rimane vivo e continua sempre ad affascinare.
Antonello Cavallotto