Il Presepe: la nostra tradizione. L’esempio di Corchiano (Vt)

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In occasione degli ottocento anni del presepe di Francesco, fin dal 1223 a Greccio, tante sono le rappresentazioni presepiali viventi in Italia e nel Lazio, come ad esempio il presepe vivente che si tiene, nel verde monumento naturale delle Forre, nel territorio viterbese, oramai da più di cinquantaquattro anni.

Avviene a Corchiano, in provincia di Viterbo, dove il comune di Corchiano e la Pro Loco diventano un tutt’uno per promuovere il paese e il suo bellissimo paesaggio.

In questo 2023 ed inizio del 2024 i giorni della rappresentazione, con più di cento figuranti e della durata di circa un’ora, sono 25, 26,30 dicembre 2023 e 1, 6,7, gennaio 2024, dalle 17.00-17.30.

L’ingresso del presepe e la biglietteria, che apre dalle 16.00, è a Corchiano, in Piazza quattro Novembre.

Molto suggestivo con le musiche di Nicola Piovani, originario di Corchiano e la voce di Gigi Proietti.

E’ possibile effettuare visite guidate, prenotando preferibilmente tre giorni prima.

Per informazioni: presepeviventecorchiano@gmail.com.

Impossibile non ricordare la recente rappresentazione presepiale più numerosa al mondo, tenutasi, nella Basilica di S. Maria Maggiore a Roma, organizzata dall’Associazione Nazionale Città dei Presepi.

Orgogliosi della nostra tradizione, con i nostri migliori auguri per queste feste.

Corchiano (Vt) e la sua storia

“Sentinella silenziosa di una storia millenaria sopra una rupe tufacea, con lo  sguardo che spazia all’orizzonte dai Monti Cimini al Soratte, così appare l’antico Borgo di Corchiano, paese della provincia di Viterbo che dista dalla Capitale solo sessanta chilometri!” – Ci racconta la Dott.ssa Maria Cristina Sciardiglia, storica e studiosa locale di Corchiano e della Tuscia Viterbese.

“Ai piedi del centro storico: il Parco Monumentale Naturale delle Forre, lambito dal rio Fratta che placidamente si dirige verso il Tevere, tra natura selvaggia e  rovine che testimoniano una gloriosa eredità. L’aspetto suggestivo e pittoresco dei luoghi – continua Sciardiglia – che avevano già incantato i pittori  del Gran Tour come  François Marius Granet, Edward Lear, Ernst Fries, Bertin, Chauvin, Corot  e attirato archeologi come George Dennis, si rinnova nello stupore dei visitatori che, attraverso gli accessi in prossimità del borgo falisco, potranno intraprendere  un viaggio a ritroso, tra storia e natura, percorrendo le  vie cave falisco-etrusche, il ponte romano e medievale sul Rio Fratta; scoprendo i siti rupestri delle Caprarecce, gli ipogei, le cascate del Sambuco; visitando le numerose Chiese con pregevoli affreschi sparse nell’intero territorio tra le quali citiamo: la Chiesa della Beata Vergine del Rosario del XV sec. nel centro storico, la Chiesa di San Biagio con le opere del XV sec. dei pittori Lorenzo e Antonio da Viterbo, Pancrazio da Calvi e i fratelli Torresani, la Chiesa di Sant’Egidio del XVI sec. in prossimità della Cava omonima, la Chiesa Monumentale della Madonna del Soccorso del XV sec. attribuita a Giuliano Sangallo con la  Cappella del Paradiso e le opere degli Zuccari e Cristoforo Roncalli detto Pomarancio, la Chiesa rurale della Madonna delle Grazie del XV sec. dove è conservata l’antica pala della demolita Chiesa di San Valentino e l’affresco della Madonna delle Grazie con il bambino del XV sec., simbolo della religiosità di Corchiano. Un territorio ricco di storia abitato sin dal periodo paleolitico, grazie alle importanti risorse d’acqua e alla presenza di strutture difensive naturali come lo testimoniano le cavernette falische e i pagus rinvenuti in numerose località come Cenciano, Castiglione, Fratta, San Giovenale, Aliano.

Ma è con il periodo etrusco-falisco che Corchiano diventa oggetto di studio e di campagne di scavi con il ritrovamento di reperti che hanno contribuito ad arricchire le collezioni del Museo Nazionale Etrusco di  Villa Giulia, in Roma, e di importanti  musei internazionali. Secondo la tradizione locale qui sorgeva l’antica città dell’agro falisco “Fescennia”! L’esistenza in località Vallone di un vastissimo insediamento abitativo collegato all’odierno borgo, le numerose necropoli, i recenti ritrovamenti di luoghi cultuali con la presenza di migliaia di reperti votivi, ne avvallerebbero la tesi.

La via Amerina, ancora oggi visibile in alcuni tratti, e l’ubicazione all’interno del corridoio bizantino ne determinano la costituzione di centri fortificati sin dal VIII sec. d.c. e l’interesse della Chiesa con l’acquisizione del centro della Tuscia al Patrimonio di S. Pietro da parte del Papa Adriano IV nell’anno 1158.

Attraverso percorsi guidati è possibile vedere i resti dei “castrum” di Cenciano, Castiglione, Aliano, mentre l’antichissima Fortezza della Rocca, sorta sull’ arx falisco-etrusca a presidio del Castrum Corclano, antico nome del paese, è stata demolita nel 1979, ne resta a testimonianza dell’antico splendore l’integro borgo e un torrione nel belvedere. Il dominio della Chiesa resta sempre presente nel territorio ma la gestione vedrà per molti secoli la presenza delle cosiddette signorie rurali attraverso gli Orsini (XIII-XV) e i Farnese ( XVI-XVII). Nel 1478 Sisto IV concede in feudo Corchiano assieme ad altri beni al Cardinale di Estouteville quale pegno per un prestito causato dalla carestia. Con Giulio II e Leone X il paese della Tuscia, viene affidato con piena giurisdizione all’Ospedale di Santo Spirito in Saxia sino al 1538 data della restituzione alla Camera Apostolica. Paolo III, successivamente lo cederà a suo figlio, Pierluigi Farnese entrando così a far parte del Ducato di Castro e Ronciglione sino al 1649.

Dopo la sconfitta dei Farnese rientrerà nel possesso della Chiesa che durerà, salvo la breve esperienza della dominazione napoleonica, sino al 1870 con l’annessione del territorio di Corchiano al Regno d’Italia. E’ proprio in questo luogo dalla storia e atmosfera antichissima, durante le festività natalizie, ogni anno si rinnova la rappresentazione del presepe vivente giunta nel 2023 alla 54esima edizione. L’idea nacque nel lontano 1970 dall’impegno di alcuni ragazzi corchianesi che decisero di condividere la gioia del natale assieme a tutta la Comunità nella piccola e suggestiva piazzetta del borgo medievale conosciuta con l’antico nome di Piazza Padella. Il personaggio della Madonna veniva affidato alla ragazza più bella del paese e l’ultimo nato dell’anno avrebbe ricoperto il ruolo di Gesù Bambino. Nel corso degli anni il dono di quei ragazzi si è radicato presso le successive generazioni  trasformandosi, assieme alla festa dell’Infiorata del mese di maggio, nella più importante e significativa tradizione corchianese. E come allora è il borgo medievale ad ospitare i luoghi dell’evento!

La rappresentazione è visibile dall’antico camminamento di accesso a Porta Vecchia, così chiamata per la presenza di una porta medievale, dove si apre alla vista un suggestivo scenario rupestre con antiche tombe etrusche. Il sito è posto ai piedi del centro storico laddove una volta scorreva il rio Ritello, lungo l’antichissima via di collegamento del paese per Gallese e Civita Castellana.

Qui famiglie al completo, giovani, bambini e anziani, corchianesi e forestieri, oltre 200 comparse, coordinate dalla pro-loco locale, si mobilitano per far rivivere il magico momento della natività. Sullo sfondo della rappresentazione, il borgo millenario che si apre di nuovo alla vita”.

“I palazzi storici – conclude Sciardiglia –  riaccendono le luci e aprono i portoni;  le cantine si illuminano e si mostrano come  scrigni inediti della passato; i piccoli negozi d’artigianato riaprono i battenti; le note dell’antichissimo organo riecheggiano dalla Chiesa;  le piazzette mostrano i prodotti tipici del territorio come il vino, le nocciole, l’olio; tutti offrono i cibi della tradizione: pizze fritte, bertolacce, tozzetti, fardoni, ceciaroli e i loro profumi ci accompagnano attraverso le viuzze festanti, dove gli sguardi sorpresi degli ospiti incontrano la gratitudine dei  corchianesi  nel condividere assieme la gioia della rinascita nel presepe”.

La Famiglia degli Anguillara e il comprensorio

Un tempo la famiglia degli Anguillara dominava nel Medioevo Roma e questa parte della Tuscia, con Anguillara Sabazia (Rm), come terra più antica, visto che il suo “Castrum” risale al 1012, con Bellizo degli Anguillara, come da scoperta della sottoscritta storico dell’arte Viviana Normando. Tra i castra appartenenti alla famiglia, il cui palazzo è a tutt’oggi a Trastevere a Roma, sul Lungotevere degli Anguillara, vi erano, ad esempio, Ronciglione, Calcata, Canepina, Faleria, Capranica etc..

Una curiosità

All’interno di un palazzo Ridolfi nel centro storico di Corchiano vi è un interessante stemma, testimone di un matrimonio tra un membro della famiglia degli Anguillara e i Della Rovere.

Tra le visite

Tra le visite da realizzare e prenotabili a Corchiano e da conciliare con la rappresentazione presepiale è il Palazzo Crescenzi, aperto dalla Fondazione Corchiano Onlus, che sottolinea come da Corchiano sia nata la prima Carta Archeologica d’Italia e da dove prendano vita gli spunti delle lezioni di paleontologia di Ugo Rellini all’Università La Sapienza.

Nel Palazzo Crescenzi vi è una inaspettata pinacoteca del medico Benito Crescenzi, nel contesto di tutta una serie di riferimenti e di simboli al periodo Orsiniano e Farnesiano della città – come ha ben illustrato Giancarlo Forti della Fondazione Corchiano Onlus.

Per info sulla Fondazione Corchiano Onlus:

inforrecorchiano@gmail.com; www.inforrecorchiano.com

A Corchiano, oggi guidata dal Sindaco Gianfranco Piergentili – non mancano i concerti di qualità con il Maestro Alessandro Achilli.

Tanti sono gli itinerari da fare anche in bicicletta come testimonia la presenza dell’attività di Cicli Montanini e l’organizzazione delle numerose iniziative, cha avocano professionisti e non, alla riscoperta del territorio per mezzo delle due ruote.

In occasione dell’Ottocentenario del Presepe di S. Francesco di Assisi a Greccio, ancora di più sono stati i presepi viventi, anche nella Tuscia Viterbese e nel Lazio: a Sutri, Vejano, Ronciglione, Trevignano Romano, Vetralla, Civita di Bagnoregio, Bolsena, Montalto di Castro, Montefiascone, Tarquinia, Viterbo.

Foto della Rappresentazione Presepiale: Gentilmente concesse dalla Pro Loco di Corchiano.

Le meraviglie di Corchiano incompatibili con i depositi di scorie nucleari

Di recente è stata pubblicata la Carta Nazionale delle Aree Idonee per la localizzazione del deposito nazionale delle scorie nucleari, dove su 51 aree individuate a livello nazionale, 21 sono nella Tuscia e 3 proprio nel territorio di Corchiano, che fino ad oggi – si legge in una nota dell’Amministrazione Comunale di Corchiano, Vice Sindaco Pietro Piergentili – “ha scelto di autodeterminare il proprio futuro, attraverso uno sviluppo sostenibile basato proprio su buone pratiche ambientali, tese a salvaguardare e valorizzare nel turismo di qualità, lo straordinario patrimonio naturalistico, ambientale, storico, archeologico e artistico, per connetterlo ad un’agricoltura di qualità bio e consapevole, che sappia valorizzare la qualità dei prodotti tipici locali”.

Auspichiamo che ciò non accada mai e che Corchiano con la Tuscia resti meta incontaminata di stupore, come tutto ciò che accade proprio qui a Natale, da più di cinquant’anni.

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