Il Papa: “Incoraggio quanti si impegnano perché a nessuno manchi un’alimentazione sana e adeguata”

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Un appello che è giunto forte e chiaro quello di Papa Francesco nella Giornata del Ringraziamento che si festeggia in Italia e nel mondo. “Incoraggio – ha detto il Santo Padre – quanti si impegnano perché a nessuno manchi un’alimentazione sana e adeguata”. Un messaggio colto affinchè il cibo sano per la salute delle persone non manchi mai ed affinchè si ripristini quel corretto rapporto tra uomo e natura che il Papa stesso ha incentivato e raccomandato a cominciare anche dal suo viaggio in Assisi.

La redazione del Vaticanese, testata di informazione del Gruppo ComunicareITALIA, oggi interamente dedicata al pensiero di Papa Francesco perché possa arrivare a tutti, nell’immediatezza e nel discernimento, è particolarmente sensibile all’argomento del Cibo sano poiché la Fondazione Paolo di Tarso, proprietaria del Gruppo ComunicareITALIA dedito alla comunicazione etica in rete, ha ispirato realtà etiche tutte rivolte alla sana alimentazione ed è molto impegnata anche nel settore cibo sano 100% Italia perché sia garantito a tutti, soprattutto poveri ma anche ai ricchi.

Il cibo sano frutto del raccolto da assumere per stare bene in salute è un’indicazione ben precisa che parte, da sempre, nella storia dalle cinque terre del sud, dalle regioni italiane della Dieta Mediterranea. Un appello al cibo sano era stato lanciato da Papa Giovanni Paolo II e poi da Papa Benedetto XVI, il Papa emerito, in particolare, colto da subito dai giovani della Fondazione Paolo di Tarso.

I giovani devono incamminarsi, come stanno facendo in maniera rinnovata, verso un lavoro dedicato alla fatica dei padri ed alla terra, nel rispetto del Creato come predicava Francesco di Assisi, perché i bambini crescano vigorosi, perché con la giusta alimentazione si prevengano malattie cardiovascolari, per stare in salute in virtù di un futuro migliore, lontani dalla contraffazione, da procedimenti applicati al cibo così artificiali  e nocivi per l’essere umano.

Le lavorazioni che al giorno d’oggi subisce la carne degli animali per entrare in commercio ma anche gli scarti dei derivati del latte che formano altro cibo mettono davvero paura come i numeri che ne vengono generati a discapito spesso della salute degli individui.

Ai poveri manca il cibo ma anche i ricchi non è detto che mangino sano, anzi. La salute non si compra con nessun denaro ma si può prevenire con una corretta alimentazione. E sulla tavola di tutti i giorni e delle occasioni speciali il ritorno alla semplicità ed alle cose genuine è la vera eleganza e l’autentica ricchezza.

Il cibo sano poi è più chiaro, più elementare e quando di parla di un cucchiaino di olio di oliva extravergine al giorno è quello e con esso si propone e concretizza per davvero salute ed economia, diretta e indiretta, per noi e per tutti, che parte dalla nostra Italia, che si traduce nello stare meglio e peraltro nella realizzazione di posti di lavoro nel nostro Bel Paese.

Cibo sano vuol dire ripristinare la cultura delle nostre nonne che con acqua, farina ed un cammino sui campi e nel bosco, fornivano per la tavola tante idee e nutrimento per la loro famiglia, come è giusto che continuino a fare anche le mamme di oggi.

La tavola poi unisce, favorisce il dialogo, ti aiuta a guardarti negli occhi e ti consente di preparare con i tuoi cari pietanze e di far felici i bambini impegnandoli nell’elaborazione di un dolce.

E’ giusto che tutti, ricchi e poveri, risveglino quella indole alla natura che consiste anche in una bella passeggiata per cogliere more dai rovi o rosmarino per le nostre pietanze ed è significativo che giovani si dedichino alla coltivazione dei campi, osservando ed utilizzando, ciascuno a proprio modo, ciò che offre la nostra madre terra che è la vita, racchiusa in quelle gocce di rugiada sulle foglie o la buccia di un frutto appena colto, fonte di cibo sano.

Viviana Normando

Di seguito riportiamo per intero l’Omelia di Papa Francesco nel Giorno del Ringraziamento.

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Il Vangelo di questa domenica ci presenta Gesù alle prese con i sadducei, i quali negavano la risurrezione. Ed è proprio su questo tema che essi rivolgono una domanda a Gesù, per metterlo in difficoltà e ridicolizzare la fede nella risurrezione dei morti. Partono da un caso immaginario: “Una donna ha avuto sette mariti, morti uno dopo l’altro”, e chiedono a Gesù: “Di chi sarà moglie quella donna dopo la sua morte?”. Gesù, sempre mite e paziente, per prima cosa risponde che la vita dopo la morte non ha gli stessi parametri di quella terrena. La vita eterna è un’altra vita, in un’altra dimensione dove, tra l’altro, non ci sarà più il matrimonio, che è legato alla nostra esistenza in questo mondo. I risorti – dice Gesù – saranno come gli angeli, e vivranno in uno stato diverso, che ora non possiamo sperimentare e nemmeno immaginare. E così Gesù spiega.

Ma poi Gesù, per così dire, passa al contrattacco. E lo fa citando la Sacra Scrittura, con una semplicità e un’originalità che ci lasciano pieni di ammirazione per il nostro Maestro, l’unico Maestro! La prova della risurrezione Gesù la trova nell’episodio di Mosè e del roveto ardente (cfr Es 3,1-6), là dove Dio si rivela come il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe. Il nome di Dio è legato ai nomi degli uomini e delle donne con cui Lui si lega, e questo legame è più forte della morte. E noi possiamo dire anche del rapporto di Dio con noi, con ognuno di noi: Lui è il nostro Dio! Lui è il Dio di ognuno di noi! Come se Lui portasse il nostro nome. Piace a Lui dirlo, e questa è l’alleanza. Ecco perché Gesù afferma: «Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui» (Lc 20,38). E questo è il legame decisivo, l’alleanza fondamentale, l’alleanza con Gesù: Lui stesso è l’Alleanza, Lui stesso è la Vita e la Risurrezione, perché con il suo amore crocifisso ha vinto la morte. In Gesù Dio ci dona la vita eterna, la dona a tutti, e tutti grazie a Lui hanno la speranza di una vita ancora più vera di questa. La vita che Dio ci prepara non è un semplice abbellimento di questa attuale: essa supera la nostra immaginazione, perché Dio ci stupisce continuamente con il suo amore e con la sua misericordia.

Pertanto, ciò che accadrà è proprio il contrario di quanto si aspettavano i sadducei. Non è questa vita a fare da riferimento all’eternità, all’altra vita, quella che ci aspetta, ma è l’eternità – quella vita – a illuminare e dare speranza alla vita terrena di ciascuno di noi! Se guardiamo solo con occhio umano, siamo portati a dire che il cammino dell’uomo va dalla vita verso la morte. Questo si vede! Ma questo è soltanto se lo guardiamo con occhio umano. Gesù capovolge questa prospettiva e afferma che il nostro pellegrinaggio va dalla morte alla vita: la vita piena! Noi siamo in cammino, in pellegrinaggio verso la vita piena, e quella vita piena è quella che ci illumina nel nostro cammino! Quindi la morte sta dietro, alle spalle, non davanti a noi. Davanti a noi sta il Dio dei viventi, il Dio dell’alleanza, il Dio che porta il mio nome, il nostro nome, come Lui ha detto: “Io sono il Dio di Abramo, Isacco, Giacobbe”, anche il Dio col mio nome, col tuo nome, col tuo nome…, con il nostro nome. Dio dei viventi! … Sta la definitiva sconfitta del peccato e della morte, l’inizio di un nuovo tempo di gioia e di luce senza fine. Ma già su questa terra, nella preghiera, nei Sacramenti, nella fraternità, noi incontriamo Gesù e il suo amore, e così possiamo pregustare qualcosa della vita risorta. L’esperienza che facciamo del suo amore e della sua fedeltà accende come un fuoco nel nostro cuore e aumenta la nostra fede nella risurrezione. Infatti, se Dio è fedele e ama, non può esserlo a tempo limitato: la fedeltà è eterna, non può cambiare. L’amore di Dio è eterno, non può cambiare! Non è a tempo limitato: è per sempre! E’ per andare avanti! Lui è fedele per sempre e Lui ci aspetta, ognuno di noi, accompagna ognuno di noi con questa fedeltà eterna.

Dopo l’Angelus

Oggi pomeriggio, a Paderborn, in Germania, verrà proclamata Beata Maria Teresa Bonzel, fondatrice delle Povere Suore Francescane dell’Adorazione Perpetua, vissuta nel secolo diciannovesimo. L’Eucaristia era la fonte dalla quale attingeva energia spirituale, per dedicarsi con carità instancabile ai più deboli. Lodiamo il Signore per la sua testimonianza!

Desidero assicurare la mia vicinanza alle popolazioni delle Filippine e di quella regione, che sono state colpite da un tremendo tifone. Purtroppo le vittime sono tante e i danni enormi. Preghiamo un attimo, in silenzio, e poi alla Madonna, per questi nostri fratelli e sorelle, e cerchiamo di far giungere ad essi anche il nostro aiuto concreto. Preghiamo in silenzio. (Recita dell’Ave Maria).

Ricorre oggi il settantacinquesimo anniversario della cosiddetta “Notte dei cristalli”: le violenze della notte tra il 9 e il 10 novembre 1938 contro gli ebrei, le sinagoghe, le abitazioni, i negozi segnarono un triste passo verso la tragedia della Shoah. Rinnoviamo la nostra vicinanza e solidarietà al popolo ebraico, i nostri fratelli più grandi, maggiori. E preghiamo Dio affinché la memoria del passato, la memoria dei peccati passati ci aiuti ad essere sempre vigilanti contro ogni forma di odio e di intolleranza.

In questa domenica, in Italia, si celebra la Giornata del Ringraziamento. Unisco la mia voce a quella dei Vescovi esprimendo la mia vicinanza al mondo agricolo, specialmente ai giovani che hanno scelto di lavorare la terra. Incoraggio quanti si impegnano perché a nessuno manchi un’alimentazione sana e adeguata.

Saluto tutti i pellegrini, venuti da diversi Paesi, le famiglie, i gruppi parrocchiali, le associazioni; in particolare, i fedeli delle Diocesi della Liguria, accompagnati dal Cardinale Bagnasco e dagli altri Vescovi della Regione.

Saluto l’Istituto Secolare Operaie Parrocchiali, il Centro Académico Romano Fundación, i fedeli degli Stati Uniti d’America e di Tahiti; come pure quelli di Riccione, Avezzano, Torino, Bertonico e Celano. Un pensiero speciale per i giovani delle Pontificie Opere Missionarie, i ragazzi di Pescara e Monte San Savino e la Croce Verde di Alessandria.

A tutti auguro una buona domenica. Arrivederci e buon pranzo!

Fonte, www.news.va.

 

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