“Le Giornate mondiale della Gioventù non sono ‘fuochi d’artificio’”, così il Papa nel primo Angelus, in piazza San Pietro, dopo il rientro domenica scorsa da Rio de Janeiro, ha sottolineato il senso di un cammino dei giovani, che prosegue nel tempo, attraverso i continenti, con la Croce di Cristo, per vincere “la vanità del quotidiano”. Un “grande dono” per il Brasile, per l’America Latina e per il mondo intero. Papa Francesco ha chiesto a tutti di ringraziare il Signore per la Gmg celebrata A Rio de Janeiro.
Un invito alla consapevolezza di far parte di un percorso che il Papa aveva lanciato fin dalle sue prime Sante Messe officiate in qualità di Vescovo di Roma e che aveva sottolineato subito l’attenzione e la fiducia che Papa Francesco ripone nei giovani. Aveva sollecitato i giovani a prepararsi spiritualmente per il cammino in atto e la tappa della Giornata Mondiale della Gioventù di Rio e così è stato e così, di risposta al Papa, i giovani hanno fatto. Una sosta, quella della Gmg che non deve essere un “rito”, un’organizzazione scontata ma una festa che si rinnova per tutti. Una strada che continua lunga incentrata su Cristo e sulla Bellezza.
V.N.
Di seguito riportiamo l’omelia di Papa Francesco al ritorno da Rio de Janeiro.
Cari fratelli e sorelle!
Domenica scorsa mi trovavo a Rio de Janeiro. Si concludeva la Santa Messa e la Giornata Mondiale della Gioventù. Penso che dobbiamo tutti insieme ringraziare il Signore per il grande dono che è stato questo avvenimento, per il Brasile, per l’America Latina e per il mondo intero. E’ stato una nuova tappa nel pellegrinaggio dei giovani attraverso i continenti con la Croce di Cristo. Non dobbiamo mai dimenticare che le Giornate Mondiali della Gioventù non sono “fuochi d’artificio”, momenti di entusiasmo fini a se stessi; sono tappe di un lungo cammino, iniziato nel 1985, per iniziativa del Papa Giovanni Paolo II. Egli affidò ai giovani la Croce e disse: andate, e io verrò con voi! E così è stato; e questo pellegrinaggio dei giovani è continuato con il Papa Benedetto, e grazie a Dio anch’io ho potuto vivere questa meravigliosa tappa in Brasile. Ricordiamo sempre: i giovani non seguono il Papa, seguono Gesù Cristo, portando la sua Croce. E il Papa li guida e li accompagna in questo cammino di fede e di speranza. Ringrazio perciò tutti i giovani che hanno partecipato, anche a costo di sacrifici. E ringrazio il Signore anche per gli altri incontri che ho avuto con i Pastori e il popolo di quel grande Paese che è il Brasile, come pure le autorità e i volontari. Il Signore ricompensi tutti quelli che hanno lavorato per questa grande festa della fede. Voglio anche sottolineare il mio ringraziamento, tante grazie ai brasiliani. Brava gente questa del Brasile, un popolo di grande cuore! Non dimentico la sua calorosa accoglienza, i suoi saluti, i suoi sguardi, tanta gioia. Un popolo generoso; chiedo al Signore che lo benedica tanto!
Vorrei chiedervi di pregare con me affinché i giovani che hanno partecipato alla Giornata Mondiale della Gioventù possano tradurre questa esperienza nel loro cammino quotidiano, nei comportamenti di tutti i giorni; e che possano tradurlo anche in scelte importanti di vita, rispondendo alla chiamata personale del Signore. Oggi nella liturgia risuona la parola provocante di Qoèlet: «Vanità delle vanità…tutto è vanità» (1,2). I giovani sono particolarmente sensibili al vuoto di significato e di valori che spesso li circonda. E purtroppo ne pagano le conseguenze. Invece l’incontro con Gesù vivo, nella sua grande famiglia che è la Chiesa, riempie il cuore di gioia, perché lo riempie di vita vera, di un bene profondo, che non passa e non marcisce: lo abbiamo visto sui volti dei ragazzi a Rio. Ma questa esperienza deve affrontare la vanità quotidiana, quel veleno del vuoto che si insinua nelle nostre società basate sul profitto e sull’avere, che illudono i giovani con il consumismo. Il Vangelo di questa domenica ci richiama proprio l’assurdità di basare la propria felicità sull’avere. Il ricco dice a se stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni…riposati, mangia, bevi e divertiti! Ma Dio gli dice: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai accumulato, di chi sarà? (cfr Lc 12,19-20). Cari fratelli e sorelle, la vera ricchezza è l’amore di Dio condiviso con i fratelli. Quell’amore che viene da Dio e fa che noi lo condividiamo tra noi e ci aiutiamo tra noi. Chi ne fa esperienza non teme la morte, e riceve la pace del cuore. Affidiamo questa intenzione, l’intenzione di ricevere l’amore di Dio e condividerlo con i fratelli, all’intercessione della Vergine Maria.
Dopo l’Angelus
Cari fratelli e sorelle,
vi saluto tutti e vi ringrazio per la vostra presenza, nonostante il caldo.
Sono contento di salutare in particolare alcuni gruppi giovanili: la Gioventù carmelitana della Croazia; i giovani di Sandon e Fossò, diocesi di Verona; quelli di Mozzanica, diocesi di Cremona; quelli di Moncalieri, che hanno fatto un pezzo di strada a piedi; e quelli di Bergamo, che sono venuti in bicicletta. Grazie a tutti! Ci sono tanti giovani oggi in piazza: questo sembra Rio de Janeiro!
Vorrei assicurare un ricordo speciale per i parroci e per tutti i sacerdoti del mondo, perché oggi si fa memoria del loro patrono: San Giovanni Maria Vianney. Cari confratelli, stiamo uniti nella preghiera e nella carità pastorale.
Domani con i romani ricordiamo nostra Madre, la Salus Populi Romani: chiediamo a Lei che ci custodisca; e adesso tutti insieme la salutiamo con un’Ave Maria. Tutti insieme: «Ave Maria…». Un saluto alla nostra Madre, tutti insieme un saluto alla Madre (applaude insieme con la gente).
Mi piace anche ricordare la festa liturgica della Trasfigurazione, che sarà dopodomani, con un pensiero di profonda gratitudine per il Venerabile Papa Paolo VI, che partì da questo mondo la sera del 6 agosto di 35 anni fa.
Cari amici, vi auguro una buona domenica e un buon mese di agosto. E buon pranzo! Arrivederci!
Fonte: www.news.va.
Servizio a cura di Salvatore Pignata.