Il momento atteso dai milioni di fedeli cattolici di tutto il mondo che già dal 2005 inneggiavano alla santità di Karol Wojtyla è arrivato. Giovanni Paolo II sarà proclamato Santo nel 2014, se non addirittura entro questo stesso anno. Lo ha confermato quello che fu uno dei suoi più stretti collaboratori, il cardinale Giovanni Battista Re uno dei più stretti collaboratori di Papa Wojtyla e sostituto per gli Affari generali presso la Segreteria di Stato durante il suo pontificato.
L’ex prefetto della Congregazione dei Vescovi ha lanciato la notizia ieri a margine della conferenza stampa di presentazione dello spettacolo “Il Papa e il Poeta” scritto dal vaticanista di Avvenire Mimmo Muolo, in scena all’Auditorium Conciliazione di Roma nell’ambito della rassegna “Fede a teatro”. Il Porporato pur senza fornire date certe, ha spiegato che in virtù dei «diversi miracoli» compiuti dal beato Wojtyla non bisognerà attendere molto per vederne la definitiva elevazione all’onore degli altari. «Se non sarà quest’anno, sarà l’anno prossimo. Siccome ha fatto più di un miracolo, ce ne sarà sicuramente uno riconosciuto valido per la sua canonizzazione», ha risposto il card. Re a una domanda sulla possibilità che Giovanni Paolo II venga proclamato santo entro il 2013. Nella conferenza stampa, rimarcando che Giovanni Paolo II «è stato grande come uomo, come Papa e come santo» ma anche “come poeta, filosofo, teologo e mistico” . “La poesia – ha rimarcato – è un elemento interessante che ha influito poi sul suo servizio come Papa: molti temi ritornano e questo esercitarsi con l’arte poetica lo ha facilitato nella capacità di raggiungere le persone e di parlare alle folle, di attirare l’attenzione”. “Era sicuro – ha soggiunto – aveva un forte ascendente sui giovani di cui era amico esigente ma vero. A loro oggi direbbe che hanno davanti tutta la vita, ma è una sola vita che va vissuta responsabilmente: l’avvenire si costruisce da giovani, bisogna guardare a Cristo”. Il card. Re ha anche rivelato un episodio fin qui inedito della vita di Wojtyla. «Nella cava di pietra dove aveva trovato lavoro a 18 anni dopo aver dovuto lasciare l’università perchè occupata dai tedeschi – ha raccontato – lui lavorava con un operaio che faceva brillare le mine. E fu questo a dirgli un giorno: “tu sarai un grande prete, canterai anche bene”». «Il Papa ci ha poi confessato – ha aggiunto – che prima di allora l’idea di farsi sacerdote non era mai venuta in mente». L’iter per la canonizzazione è infatti molto rigido e meticoloso, ha spiegato il porporato, “nei miracoli la Congregazione è molto rigida – ha detto – quello scelto, deve passare da una Consulta composta da sette medici e questi devono concordare che si tratta di un fatto inspiegabile dal punto di vista umano e scientifico”. Anche i medici, ha aggiunto, “sono talmente scrupolosi che, ad esempio, preferiscono non pronunciarsi se una malattia è stata curata con terapie che in casi simili si sono dimostrate risolutive”. È proprio l’equipe dei dottori a decidere se si tratta di un vero miracolo o meno, ha quindi affermato Re. Una volta ottenuto il placet si passa poi all’esame della Commissione di Cardinali e Vescovi, i quali, però, giudicano “solo se il miracolo è stato ottenuto per l’intercessione” del candidato alla santità, e infine l’approvazione definitiva del Papa. Dopodiché, ha concluso, “si può procedere subito, trovando la data e infine l’approvazione definitiva del Papa. Dopodiché, ha concluso, “si può procedere subito, trovando la data e scegliendo il periodo più adatto”.
Fonte: www.zenit.org