Iniziamo a conoscere i Titolari della Basilica di S. Marco al Campidoglio, come preparazione alla presa di possesso del Card. Angelo De Donatis il prossimo 7 ottobre p.v.
Il testo è desunto dal manoscritto nell’Archivio dei Canonici della nostra Basilica ed è stato redatto dal Canonico Maurizio Gattini nel 1863. Offrirò ogni giorno un testo che ripercorrerà tutta la storia della Basilica attraverso i suoi Titolari (rimane lo stile dell’italiano ottocentesco). Spero una lettura edificante.
Don Renzo Giuliano Parroco Basilica S. Marco al Campidoglio
Storia dei Cardinali Titolari di S. Marco
Marco – Titolare di S. Marco
Marco Romano, figlio di Prisco, Diacono nel pontificato di S. Melchiade, fu consacrato prete da S. Silvestro Papa che gli conferì questo Titolo, donde fu assunto al pontificato l’anno 336 e questi è San Marco Papa che vi diè forma di Basilica al suo Titolo, per cui meritamente è chiamato il fondatore
Cipriano – Titolare di S. Marco
Cipriano, o come altri scrivono Epifanio ed Abbondio, l’uno prete del Titolo e l’altro arciprete nel titolo di S. Marco si trovano registrati nella sesta Sinodo Romana sotto S. Simmaco Papa l’anno 499, ed i medesimi si trovano anche prima di essa sotto S. Gelasio I nell’anno 494. Il Mabillon che riporta tutte le iscrizioni fino a LXVI riferisce che al titolo XXVIII numero LI trovasi anche Venantius presb. Tt. Marci.
Asinius – Titolare di S. Marco
Asinius PB Tit. SCI MARCI trovasi in una iscrizione già esistente nella Basilica di S. Pancrazio appartenente al V o VI secolo riportata dal Muratori ed anche dal nostro Can. Mons. Bartolini.
Asius
…Asius PB TIT MARCI parimenti trovasi in altra iscrizione esistente in S. Pancrazio e riportata come l’antecedente (1)
(1) V. Bertolini, la sotterranea conf. della Basilica di S. Marco
Filippo Card. di S. Marco trovasi registrato fra quelli che assistettero al Concilio celebrato da S. Paolo I l’anno 761.
Adriano che molti dicono dell’inclita famiglia Colonna della Regione via Lata, fin da giovinetto esercitavasi nella chiesa di S. Marco in atti di cristiana pietà. Era diacono Cardinale nel Pontificato di Stefano III e nell’anno 772 a 9 febbraio fu Papa Adriano I. Egli avendo ristorato la nostra Basilica, la provvide di officiatura continua, restaurò i calici ministeriali e vi fece sei archi di argento come abbiamo già veduto nella prima parte al Cap. V. Ebbe un lungo pontificato di quasi 24 anni: fu insigne in virtù e morì a 25 dicembre 795 e fu sepolto in Vaticano.
Gregorio nobile romano, monaco benedettino, suddiacono sotto S. Leone III indi prete di S. Marco sotto S. Pasquale I, ai 14 settembre dell’anno 827 renitente fu eletto Papa col nome di Gregorio IV. Quegli con molta splendidezza rifece questi da fondamenti la nostra Basilica, rinnovò il mosaico della tribuna ove si scorge la sua figura col diadema quadrato e vi fece trasportare da suburbani cimiteri molti corpi di SS. MM. Fu ornato di gran dottrina, pietà ed eloquenza. Morì a 26 gennaio dell’anno 844 e fu sepolto in Vaticano. Nell’anno secondo del suo Pontificato i veneziani andati con una nave ad Alessandria tolsero furtivamente il corpo di S. Marco Ev. e lo trasportarono in Venezia ove fu riposto nella Basilica Ducale edificata in suo onore.
Ottaviano
de Conti del Tuscolo della Contrada via Lata per cui alcuni lo dicono diacono Card. di S. Marco nel Pontificato di Marino II e nell’anno 956 in età di anni dieci otto fu Papa col nome di Giovanni XII, essendo egli il primo che si mutasse nome. Tenne una vita assai sregolata ed essendo morto nel maggio 964 fu sepolto in S. Gio. Laterano. Osserva l’annotatore del Platina che la prepotenza de Conti tuscolani in Roma e coll’oro e col timore giunse a far Papi degli uomini che meritavano d’essere tutto altro che Papi (1).
Benedetto
Prete di S. Marco alla Palatine e non di S. Maria al Presepe come dissero alcuni, sottoscrisse la Bolla dell’antipapa Leone VIII intruso nell’anno 963.
Pietro
Fiorì nel pontificato di Benedetto VII Papa dal 975 al 983 come trovasi presso il P. Coronelli.
Giovanni
Presb. Card. Tit. S. Marci Papae nel Pontif. Di Gio. XIX nell’anno 1026, sottoscrisse il Diploma con cui si concede al vesc. Di Selva Candida la facoltà di celebrare i divini officii in alcuni determinati giorni nella Basilica Vaticana.
Pietro
Del Titolo di S. Marco sottoscrisse il Decreto a favore dell’Abbate di S. Benigno di fruttuaria fatto da Benedetto IX l’anno 1037.
(1) In Bened. VIII
Il Cardinale Albino Luciani, Patriarca di Venezia, Titolare di S. Marco al Campidoglio dal 5 marzo 1973, il giorno 24 agosto 1978, la sera, celebra la S. Messa nel suo Titolo, prima di entrare il giorno dopo nel Conclave da cui il 26 agosto 1978 uscirà Papa con il nome di Giovanni Paolo I, conquistando subito il cuore di tutti. Morì appena 33 giorni dopo, il 28 settembre 1978. La Basilica di S. Marco al Campidoglio fu il suo Titolo Cardinalizio e per tale motivo in modo del tutto speciale, dopo esattamente 40 anni, lo abbiamo ricordato nella preghiera e nell’affetto di tutti noi fedeli, nel suo 40^ di morte con una Solenne Celebrazione Eucaristica Presieduta da Sua Eccellenza Mons. Giuseppe Mani, venerdì 28 settembre alle ore 19 nella Basilica. Con grata memoria.
Rolando Bandinelli
Della famiglia Paperoni di Siena, Canonico regolare in Ripa fu da Eugenio III nel 1145 creato diacono de SS. Cosma e Damiano, poscia Prete Card. di S. Marco e finalmente eletto Papa in settembre 1159 fu il celebre Alessandro III dotato delle più eminenti virtù morali e sperienza del mondo. Il suo pontificato fu di 22 anni non compiti. Morì a 30 agosto 1181 e fu sepolto in Laterano.
Gregorio
Il quale secondo le tavole sinottiche del P. Coronelli fu da Adriano IV nel marzo 1159 creato Card. di S. Marco alle Palatine, vuolsi però che quegli sia quel Gregorio diacono di S. Maria in portico che Adriano IV nel 1155 mandò ad incontrare l’Imperatore Federico I che portavasi a Roma.
Orlando
Prete di S. Marco omesso dal Ciacconio ma supplito dal Senator Cornaro come osserva il Novaes, sottoscrisse la Bolla di Alessandro III a 26 settembre 1161, era stato creato Cardinale diacono da Eugenio III nel 1150.
Antonio
Prete di S. Marco creato da Alessandro III nel 1163, morì dopo venti anni di Cardinalato, celebre per la sua legazione in Francia e nella Spagna.
Giovanni
De Conti di Anagni nel 1158 fu da Adriano IV creato diacono di S. Maria in Aquiro o meglio di S. Maria in Portico, indi prete di San Marco alle Palatine col qual titolo sottoscrisse molte Bolle di Lucio III eletto nel 1181, e finalmente vescovo di Palestrina nel 1191 morì nel 1196 dopo 38 anni di glorioso Cardinalato. Egli presso la Basilica di S. Marco fabbricò un Palazzo per residenza sua e de suoi successori che durò fino al pontificato di Paolo II che lo rinnovò con magnificenza .
Goffredo Castiglione
Canonico di Milano sua patria indi monaco cisterciense, contro sua voglia fu da Gregorio IX creato Cardinale di S. Marco in settembre 1227, col quale titolo nell’anno seguente sottoscrisse una Bolla dello stesso pontefice riportata dal Crescimbeni: indi fu vescovo di Sabina e finalmente ai 22 settembre 1241 già molto avanzato in età fu eletto Papa col nome di Celestino IV e dopo 17 giorni morì non consacrato e fu sepolto in Vaticano.
Nota: in quell’epoca dieci Cardinali soltanto componevano il Sacro Collegio per cui non deve recar meraviglia se prima e dopo di questo titolare si trovi per parecchi anni vacante il nostro titolo.
Guglielmo Bray
Così detto dal luogo in cui nacque nella Diocesi di Reims ov’era arcidiacono riputato assai dotto, quando Urbano IV nella seconda promozione fatta in Viterbo nel 1262 o 63 lo creò Card. prete di S. Marco. Intervenne a diversi conclavi e morì placidamente in Orvieto ai 29 aprile 1282 ed ebbe tomba nella Chiesa di S. Domenico de PP. Predicatori.
Pietro Peregrossi
Famoso giureconsulto di Milano, indi diacono Card. di S. Giorgio creato da Nicolò IV nella vigilia di Pentecoste del 1288, indi Prete di S. Marco nel 1289, morì il 1 agosto 1295 e fu sepolto nella Chiesa di S. M. in Aracoeli con elogio sepolcrale che più non esiste. Donò egli alla chiesa titolare una campana di mille e ottanta libbre.
Bertrando D’Eux
O Deuxo, nobile francese nato a Blandiaco, fu Arc. di Embrun nel 1323, quindi venne insignito della dignità cardinalizia da Benedetto XII a 18 decembre 1338 col titolo nell’anno seguente di S. Marco, d’onde nel 1344 passò a vesc. di Sabina. Esercitò le primarie cariche e legazioni, oltre il Vicariato di Roma e dello Stato ecclesiastico. Morì a 20 ottobre 1355 in Avignone, ove fin dall’anno 1305 da Clemente V era stata trasferita la Sede de Romani Pontefici trovandosi l’Italia in preda alle diverse fazioni.
Francesco Degli Atti
Nobile di Todi fu successivamente vescovo di S. Patino, di Chiusi, di Montecassino e di Firenze. Innocenzo VI a 23 decembre 1356 lo creò prete di S. Marco e Penitenziere Maggiore: morì con fama di singolar dottrina e santità di vita ad Avignone ai 27 agosto 1361 di peste, della quale in quattro mesi furono vittima diecisette mila persone, tra le quali nove Cardinali e più di cento Prelati.
Giovanni Blandiaco
che dal P. Coronelli è chiamato Giovanni Danfac, canonico di Arqs, nipote del Card. D’Eux nominato di sopra, vescovo di Nimes, per ordine di Papa Innocenzo VI passò nella Gallia per stabilire la pace tra i conti di Fuxo e di Armagnac e dal medesimo Papa creato Cardinale prete assente di S. Marco ai 7 settembre 1361. Gregorio XI nel 1372 lo passò a vescovo di Sabina. Nella partenza che fece questo Papa per Roma onde restituirvi la S. Sede nel 1377 restò in Avignone Vicario del Papa ove morì decrepito nel 1379 e fu sepolto nella Chiesa Collegiata di S. Desiderio da lui restaurata magnificamente.
Ludovico Donato
Patrizio veneto, ministro generale de frati minori fu da Urbano VI creato prete Cardinale di S. Marco nel decembre 1381 e questi fu il primo Cardinale veneto fatto di istanza di questa Repubblica. Accusato poscia di aver ordito una trama contro la vita del Papa, unitamente al Re di Napoli, e ad alcuni altri Cardinali, nel Concistoro del di 11 gennaio 1385 fu carcerato in Nocera di Napoli, donde a 23 settembre fu trasferito a Genova ed ivi con altri quattro Cardinali condannato, fu fatto morire nelle carceri. Ripeteva morendo le parole di S. Pietro: “Christus passus est pro nobis, nobis relinquerat exemplum ut sequamur vestigia eius”. Se ciò è vero sembra che si tenesse innocente dell’adossato delitto.