Il Vaticanese

Giubileo straordinario: la storia della festa del Corpus Domini

Nella solenne processione del “Corpus Domini”, guardare Papa Francesco, camminare, in preghiera, a capo scoperto, dietro l’ostensorio con il Santissimo Sacramento, ci ha indotto a restituire in sintesi la storia del Miracolo Eucaristico, del “Corpo di Cristo” che ancora oggi si fa sangue e carne.

Papa Francesco dopo la sua prima omelia del Corpus Domini, tenutasi sul Sagrato dell’Arcibasilica di S. Giovanni in Laterano, si è incamminato, senza transenne, da Piazza S. Giovanni in Laterano alla Basilica di S. Maria Maggiore, dietro all’auto che trasportava il Santissimo Sacramento, innanzi a cui erano inginocchiati due diaconi.

La “folla del Vangelo” come ha definito i convenuti nella sua Omelia, si è stretta attorno al Vescovo di Roma, come mai era accaduto. E’ confluita naturalmente verso l’ostia consacrata, il corpo di Cristo, accanto al Vicario di Cristo, il quale non si stanca mai di ripetere che Cristo, in unità, è il centro della Chiesa.

Un percorso che ha restituito con immediatezza quell’immagine di Pastore tra le pecore di cui spesso Papa Francesco parla. Detto e fatto su di sè, a misura d’uomo, nonostante sia il Sommo Pontefice, con gesti essenziali, concreti, che si fanno semplice esempio, in “condivisione e in comunione”.

E ancora il Rosario a Piazza S. Pietro a conclusione del mese mariano e la Speciale Adorazione Eucaristica in contemporanea mondiale il 2 giugno 2013.

CORPUS DOMINI: LA STORIA DELLA SOLENNITA’

Quando ha inizio la celebrazione del Corpus Domini e cos’è? Il Miracolo Eucaristico che portò alla celebrazione annuale del Corpus Domini, la Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, accadde nel 1263 nella Chiesa di S. Cristina a Bolsena, in provincia di Viterbo. Un sacerdote boemo, di passaggio, si era incamminato per la via Francigena diretto sulla tomba di Pietro per dissolvere i suoi dubbi di fede. Pietro da Praga sacerdote, infatti, non credeva più nel Sacramento dell’Eucarestia e del Vino ovvero nella “transustanziazione” del pane e del vino nel Corpo e nel Sangue del Signore. Al ritorno sulla Via Cassia, in un territorio dove Via Francigena e Via Cassia si incrociano, solo in parte rincuorato dalla preghiera sul sepolcro di Pietro, si fermò nella Chiesa di S. Cristina, affascinato dal martirio di questa Santa, una delle prime martiri agli albori della Chiesa, in data 24 luglio del 303 o 304 d.C.. Pietro da Praga celebrò una Messa in Santa Cristina e ad un tratto l’ostia divenne carne e iniziò a trasudare sangue. Impaurito il sacerdote avvolse l’ostia in un corporale di lino, mentre il sangue bagnava anche il pavimento e i gradini dell’altare, e la nascose fino a che non portò a Papa Urbano IV, in quel momento ad Orvieto, il corporale macchiato del sangue divino. Il Papa riconobbe vero il miracolo manifestatosi a chi non credeva più, dopo una serie di accertamenti condotti da Giacomo Vescovo di Orvieto e proprio dai Dottori della Chiesa Tommaso Tommaso D’Aquino e da Bonaventura, originario di Civita di Bagnoregio, sempre in provincia di Viterbo, colui che ad esempio fu il biografo della seconda versione della vita di Francesco di Assisi, santo insieme a Tommaso.

RICONOSCIMENTO DEL MIRACOLO

Venne costruito così il Duomo di Orvieto, disegnato in forme romaniche da Arnolfo di Cambio e proseguito in gotico da Lorenzo Maitani, dove attualmente l’ostia e il corporale macchiato, vengono custoditi a ricordo di quel giorno, in un capolavoro di oreficeria senese, il reliquiario marmoreo (1358) di Ugolino da Vieri.

LA BOLLA PER UFFICIALIZZARE LA FESTA DEL CORPUS DOMINI

Il Papa Urbano IV emanò una “Bolla transiturus de hoc mondo” l’11 agosto 1264, in cui istituì la solennità del Corpus Domini, del corpo del Signore, da celebrare in tutto il mondo tra i riti eucaristici. Da quel momento il primo giovedì dopo l’ottava di Pentecoste, ogni anno si celebra il Miracolo Eucaristico, il Corpus Domini.

La popolarità della festa crebbe, ad un certo punto, anche grazie al Concilio di Trento allorchè si diffusero le processioni eucaristiche e il culto del Santissimo Sacramento al di fuori della Messa.

Le processioni e le adorazioni prolungate celebrate in questa solennità, manifestano pubblicamente la fede del popolo cristiano nell’Eucarestia.

Nel culto del Santissimo Sacramento la Chiesa trova la sorgente del suo esistere e della sua comunione con Cristo, Presente nell’Eucaristia in Corpo, Sangue, anima e Divinità.

2013: GIUBILEO STRAORDINARIO DEL CORPUS DOMINI

Nel 2013, in particolare, ricorre il Giubileo Eucaristico, ovvero sono trascorsi 750 anni dal fatto accaduto a Santa Cristina di Bolsena. Benedetto XVI ha ufficializzato tale celebrazione giubilare, proclamando un Giubileo Straordinario iniziato lo scorso 13 gennaio 2013 con l’apertura delle Porte Sante del Duomo di Orvieto e della Cattedrale di Santa Cristina a Bolsena e che si conclude nel mese di novembre 2014 con la chiusura delle Porte Sante.

Il Giubileo Eucaristico è un evento culturale e religioso che fa di Orvieto e Bolsena, cittadine simbolo del Miracolo Eucaristico, luoghi di culto e pellegrinaggio per tutti i fedeli e da qui il ricordo del miracolo e della presenza viva di Cristo si espande nel pianeta.

La celebrazione del Corpus Domini e dei riti eucaristici avviene nel mondo e ogni anno cambia data, tra maggio e giugno, a seconda del giorno della pasqua e della conseguente pentecoste.

 L’OSTIA E IL CORPORALE DI BOLSENA OGGI A ORVIETO

Oggi nel Duomo di Orvieto, voluto appositamente per conservare l’ostia e velocemente grazie al reperimento dei marmi di pregio prelevati da un borgo antico e oramai disabitato, S. Maria di Galeria l’antica, Careiae stazione di posta sulla via Clodia, sono custodi ancora l’ostia, il corporale e i purificatoi, memoria tangibile di quel giorno e del miracolo di Cristo.

 

A BOLSENA SONO LE PIETRE BAGNATE DAL SANGUE DIVINO

Mentre a Bolsena, dopo varie vicende, sono conservate tre delle Pietre bagnate dal Sangue, che furono poste in tre cibori sopra l’altare maggiore della cappella costruita nel 1726 e una quarta pietra si trova situata all’interno di un reliquiario opera di Ravelli.

Un territorio permeato di spiritualità se pensiamo, tra l’altro, che vicino a Bolsena vi è Marta dove, in una grotta, Maria è apparsa, nell’unico caso nella storia, per tre giorni consecutivi nel 1948, a migliaia di persone, proprio a cominciare da bambine che volevano festeggiare il Corpus Domini prima della data stabilita. E riponendo i fiori per conservarli, videro la Madonna con Gesù Bambino in braccio, nel luogo dove oggi vi è la statua della Madonna nella “Grotta delle apparizioni”. Per la restituzione della sua storia documentata si veda ilvaticanese.wpstag.it.

IL MIRACOLO EUCARISTICO NELL’ARTE

L’arte come sempre nel corso della storia testimonia gli avvenimenti della società e della cristianità. Tra le opere più celebri dedicate al tema del Corpus Domini l’affresco commissionato a Raffaello in Vaticano da Papa Giulio II, una scena che ritrae la vicenda del miracolo eucaristico di Bolsena nella Stanza di Eliodoro. In questa rappresentazione è stato raffigurato, presente al miracolo, anche lo stesso Papa Urbano IV che sappiamo essere stato informato subito dopo l’avvenimento miracoloso.

ITALIA EUCARISTICA

Nell’antologia dei miracoli eucaristici in Italia il più antico è quello di Lanciano nel 750 d.C. dove l’ostia è divenuta di carne e sangue umano, come nel caso di Ferrara  Firenze. Tra gli altri accadimenti trenta o quaranta episodi tra cui Trani, Alatri, Offida, Valvasone, Cascia, Macerata, Bagno di Romagna, Torino, Asti, Morrovalle, Veroli, Siena, Patierno, eventi di cui ci rende testimonianza il Rettore padre Antonio Giannini, dalla Chiesa di S. Francesco a Siena, con un’opera interessantissima che traccia le linee della tradizione cristiana dell’Italia, “Italia Eucaristica”. Lo segue nel succedersi come Rettore della Chiesa di S. Francesco Padre Nicola Nasuti, Frate conventuale, che in particolare ha raccolto diciassette miracoli eucaristici nell’opera “L’Italia dei prodigi eucaristici”.

“Se pensiamo – dice l’Arch. Gaetano Benedetti, studioso laico di miracoli eucaristici da quaranta anni che molto ha collaborato anche con Padre Antonio Giannini di Siena – che la continuità di Gesù, ad esempio, nel Santissimo Sacramento, persiste nel Tesoro Eucaristico di Siena, nella Chiesa di S. Francesco, dove dopo 280 anni le 351 particole sono rimaste incorrotte. Le ostie infatti fatte di azzimo, acqua e farina, avrebbero dovuto larvarsi o ridursi in poltiglia, ove invece sono rimaste tali e quali, pure, come in origine e ciò è stato accertato dopo accurate ricognizioni. Ricordiamo che nel 1730 le ostie vennero rubate inspiegabilmente il 14 agosto e restituite tre giorni dopo in una cassetta di elemosine di una vicina Chiesa, intatte e da lì proseguirono il medesimo stato di conservazione. La pisside che le ha contenute si intaccava all’interno con muffe, acari e batteri come è normale che sia, al contrario delle ostie inalterate. A tutt’oggi le particole sono conservate in un ostensorio trasparente, davanti al quale in una visita Giovanni Paolo II, accanto a Padre Giannini, esclamò subito “E’ la presenza!””.

Il miracolo eucaristico di Lanciano avvenuto nel 750 d.C. è il più antico documentato in Italia ma la storia del Corpus Domini parte dalla Chiesa di S. Cristina e ovviamente da Cristo.

Cristo si manifesta in luoghi e a persone comuni, umili, come ha dimostrato anche Maria, Madre della Chiesa, tra Fatima, Medjugorje, Lourdes, Civitavecchia, Marta. Agli ultimi che poi si rivelano privilegiati, agli innocenti.

Tuttavia è opportuno ricordare che il volto di Cristo si manifesta anche solo nella sofferenza e necessità di un povero, come dice spesso Papa Francesco. E l’abbraccio materno di Maria prende pienezza nell’accoglienza di una persona disabile, di una madre anziana, di un figlio indesiderato o nel coraggio di perseguire la strada della verità, sposando, nell’incontro, la “formula nuova” che Cristo rappresenta, aprendosi agli altri.

Viviana Normando

Exit mobile version