“È un progetto che pensa a un futuro che deve nascere già ora e che, soprattutto, deve nascere coi piedi ben piantati per terra”. Così don Desiderio Gianfelici, vicario generale della diocesi di Grosseto, presenta il progetto “Mettersi in gioco”, promosso dall’ufficio di pastorale sociale e del lavoro della diocesi toscana per offrire al territorio uno strumento concreto. L’obiettivo è quello di preparare i giovani e coloro che in questo momento non sono inseriti nel mercato del lavoro a individuare nuove strade, realmente percorribili, per mettersi o rimettersi in gioco. “Siamo consapevoli – afferma a questo proposito Gabriele Baccetti, direttore dell’ufficio diocesano – del valore delle nuove generazioni ed è per questo che la Chiesa di Grosseto mette, prima di tutto, in gioco se stessa per poi chiedere ai ragazzi di farlo in prima persona”.
Un’idea nata dalle Settimane sociali. Il progetto è frutto della riflessione scaturita dopo la recente edizione delle Settimane sociali dei cattolici, che si è tenuta a fine ottobre a Cagliari e che aveva per tema: “Il lavoro che vogliamo. Libero, creativo, partecipativo, solidale”. “Dalla Settimana di Cagliari – continua Baccetti – è scaturita tutta una serie di proposte verso le istituzioni europee e nazionali, tra cui, una delle più importanti è stata quella di mettere al centro le politiche di educazione e di formazione al lavoro”. E così i delegati della diocesi di Grosseto hanno scelto di impegnarsi in prima persona per declinare nella loro realtà locale questa proposta. “La Chiesa di Grosseto con questo progetto vuole dare un contributo mettendo in campo non solo le proprie relazioni e capacità di un’offerta formativa qualitativamente elevata, ma desidera anche intercettare il desiderio di senso che ognuno di noi, e in modo particolare i giovani, cerca nel lavoro”.
L’iniziativa non punta solo a dare “la risposta a un bisogno economico, ma vuole essere anche il luogo dove si mettono in campo talenti e responsabilità per contribuire alla crescita di se stessi e della comunità in cui si vive”.
Il percorso per “Mettersi in gioco”. L’iniziativa, che partirà a metà febbraio, si articola in due corsi specifici: un corso di formazione sull’orientamento al lavoro e uno sul fare impresa. Dal punto di vista didattico sono previste, in entrambi i corsi, lezioni frontali e interattive, che alternano test individuali, lavori di gruppo, laboratori, giochi d’aula, spezzoni di film e di cortometraggi “in modo da coinvolgere i partecipanti al corso e condividere con loro buone prassi”, spiega Francesco Gentili, tra i quattro delegati diocesani a Cagliari. Per il corso sul fare impresa, è prevista anche la stesura di un business plan, per verificare la fattibilità dell’idea imprenditoriale, e anche le testimonianze di imprenditori che si sono affermati in vari campi produttivi. Entrambi i percorsi avranno una durata di 30 ore “spalmate” in dieci lezioni pomeridiane di tre ore l’uno. Il corso di orientamento al lavoro partirà il 15 febbraio per concludersi il 19 marzo; quello sul fare impresa inizierà il 16 febbraio e terminerà il 20 marzo. Entrambi i corsi si terranno a Grosseto, negli spazi della Fondazione Chelli, in via Ferrucci, e dell’agenzia formativa “L’Altra Città”, in via Alfieri, coinvolgendo, ognuno, non più di 15 persone. Nel caso in cui le richieste di partecipazione superino le 20, ci sarà un colloquio di orientamento per verificare le motivazioni dei potenziali allievi. Oltre ai docenti sono previste le testimonianze di esperti di settore, rappresentanti di associazioni di categoria e imprenditori, che racconteranno la loro storia, dando indicazioni e suggerimenti utili sia alla ricerca attiva del lavoro sia alla creazione di impresa. Per ulteriori informazioni o richiedere la scheda di iscrizione si può scrivere a info@diocesidigrosseto.it oppure visitare il sito www.diocesidigrosseto.it.
Fonte SIR – Giacomo D’Onofrio