Francia: Per il no alle nozze gay l’addio dello storico Venner

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Il tema “no alle nozze gay” merita tutto di essere sostenuto, con la vita non con la morte, non con un suicidio. Dominique Venner, noto storico e saggista, si è tolto la vita a 78 anni dietro l’altare, in una Chiesa, niente di meno che nella Cattedrale di Notre Dame per lottare contro le nozze gay ovvero contro quella legge “infame”, varata in questi giorni dal Presidente Francois Hollande. Di certo ogni lotta si continua a combattere con la vita non con la morte ma proprio nel tentativo di essere “vincitore” a beneficio di quella naturale distinzione che Dio ci ha dato tra uomo e donna, comunque lo ricordiamo.

Ribadiamo che la lotta per la collettività si fa con la vita, non con la morte, a meno che non si è martiri e il martirio moderno non può sussistere dalla mano della stessa persona anche se qualcuno o qualcosa è così grave da ucciderti.

La vita è l’acqua e il sangue che escono dal costato di Cristo non è il sangue che esce da una bocca dopo un colpo di pistola con modalità samurai.

I FATTI

Vi è stato il terrore nella Cattedrale di Notre Dame mentre nella Chiesa simbolo della Francia cattolica c’erano 1.500 persone tra fedeli e turisti, è rimbombato un colpo di pistola. Subito dopo, grida e agitazione, Notre Dame evacuata, le sirene della polizia e la paura dei tanti che non capiscono.

Su quell’altare sono rimaste cinque lettere, nelle quali Dominique Venner  spiega il suo gesto, che aveva però anticipato dal suo blog, invocando “azioni spettacolari” per lottare contro “l’infame legge” sulle nozze gay. Piove da tre giorni su Parigi, e arrivano in serata alla spicciolata, nella piazza della Bastiglia, i manifestanti del ‘Mariage pour tous’. C’è un palco, c’è la musica, ci sono gli striscioni e le t-shirt, ma la Francia è piegata su stessa e spaccata in due da una legge che ha diviso il paese. E da ora è anche sotto shock per il gesto estremo di un personaggio controverso, che però Marine Le Pen, la leader del Fronte nazionale, si è affrettata a cavalcare, esaltandone il significato “politico” di “risveglio delle coscienze”.

La polizia sta esaminando le lettere ritrovate sull’altare, ma le ultime parole “postate” da Venner – che è anche direttore di riviste e polemista molto popolare negli ambienti tradizionalisti europei – non sembrano lasciare spazio a dubbi. Scrive così della prossima manifestazione del 26 maggio, quella dell’estrema protesta contro la legge varata sabato dal presidente Francois Hollande e che Venner definisce “infame”: “I manifestanti avranno ragione di gridare la loro impazienza e la loro rabbia”, ma “non basterà organizzare gentili manifestazioni di piazza per impedire” questa legge, “ci sarà certo bisogno di gesti nuovi, spettacolari e simbolici” per “scuotere le coscienze anestetizzate”.

Era un cultore delle armi, della storia dei cavalieri e dei samurai: “Bisogna essere in sè fino all’ultimo istante – ha scritto poco prima di passare all’azione estrema – è decidendo da soli, volendo davvero il proprio destino che si diventa vincitori contro il nulla. E non ci sono scappatoie”. Era un ammiratore dello scrittore giapponese Yukio Mishima, morto suicida: “Il suo gesto – aveva detto Venner di recente – è stato una protesta contro l’indegnità nella quale era sprofondato il suo paese”.

Sotto shock i 1.500 turisti evacuati, senza parole il rettore di Notre Dame, monsignor Patrick Jacquin: “Non era uno dei nostri fedeli abituali”. “È il gesto di un uomo disperato”, per Manuel Valls, ministro dell’Interno, subito accorso alla cattedrale che sorge sull’Ile Saint-Louis, isola sulla Senna nel cuore di Parigi. A Radio Courtoisie, emittente vicina all’estrema destra, un ascoltatore ha letto stasera una lettera che Venner avrebbe lasciato ai suoi amici prima di suicidarsi: “Sento il dovere di agire finchè ne ho ancora la forza. Credo necessario sacrificarmi per spezzare il letargo che ci attanaglia. Scelgo un luogo altamente simbolico, che rispetto e ammiro. Il mio gesto incarna un’etica della volontà. Mi dò la morte per risvegliare le coscienze assopite”.

Non si riconosce più la differenza tra il bene e il male, tra i gesti estremi e normali, di uomini e donne che vivono nella quotidianità con impegno e coerenza, crescendo figli o dedicandosi ad attività destinate alle collettività.

LA FRANCIA SI DESTI E CONVERGA VERSO IL NO

Pur non condividendo questa azione spettacolare salutiamo Dominique Venner in rispetto del tema “no alle nozze gay”, perché la Francia prosegua la lotta, si desti, e continui a professare i giusti parametri del Creato, che diversamente non sarebbe più tale.

Viviana Normando

Fonte, Il Messaggero.it.

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