di fr. GianMaria Polidoro/
Cari Amici, la Fondazione “Paolo di Tarso” editrice de ILVATICANESE.IT è sempre alla ricerca di esperienze che possano contribuire a renderci tutti migliori. Vi proponiamo la NewsLetter del 5 Ottobre 2013 che Padre GianMaria Polidoro invia ai suoi figli spirituali sparsi in tutto il mondo che, con semplicità, condividono le scelte di Francesco e Chiara di Assisi. Ci è sembrato un bel fare, all’alba della visita di Papa Francesco a San Francesco e tutto quanto esso rappresenta in questa nostra umanità. Padre GianMaria Polidoro è stato insignito dalla Fondazione “Paolo di Tarso” della “Carta della Pace” per la Tutela della Memoria, dei Diritti dell’Uomo e dell’Ambiente. F.G.
“”Carissimi/e, il ricordo più bello che porto con me della visita in Assisi di Papa Francesco, è la su attenzione alle singole persone. La gente, migliaia di migliaia all’intorno, eppure avverti che il Papa ha attenzione solo per te, solo per la singola persona con cui parla o che sta abbracciando. Non ha fretta il Papa quando si trova davanti un bambino, un malato, o una delle tante persone giovani o anziane che siano. E se hai occasione di parlargli, egli è tutto attento e prima pensa la risposta da darti. Io gli ho detto: “Papa Francesco, il Signore ti dia pace; è il nostro saluto”; ed egli: “La pace, la pace, ne ho bisogno, ne ho bisogno”. Giornata bella con il Papa “in casa”. Dalle finestre della nostra Domus il nostro saluto steso su un elegante ed ampio telo: “Benvenuto Papa Francesco, il Signore ti dia pace”. Vicino, il Gonfalone della città di Asti, che è il comune della famiglia Bergoglio prima che il padre del Papa emigrasse in Argentina. Ed abbiamo anche avuto la presenza del Sindaco di Asti, Fabrizio Brignolo. E poi c’era Tommaso con alcuni familiari. Ed altri amici tra l’immensa folla. Questa visita è stata grande fonte di meditazione e di preghiera. Nel cielo di Assisi, (mi dicono unica città umbra senza pioggia), si avvertivano però le nubi del lutto nazionale per gli oltre trecento naufraghi nel mare di Lampedusa. E con l’immagine dei morti, c’è la visione delle sofferenze umane; specie quelle dei bimbi. Non era previsto che il Papa incontrasse i piccoli e piccolissimi bambini con problemi di disabilità assistiti nel “Casoria”. Ma appena il Papa li ha intravisti, ha fermato la papamobile, è sceso e li ha abbracciati e baciati tutti. Tragedia ed amore da meditare con il tema della Provvidenza di Dio; poiché il Papa è venuto per annunciare la vicinanza di Dio a noi che è Provvidenza. La Provvidenza; non la vedi, non la tocchi, ma la senti presente ad ogni istante se hai fiducia in Dio e lo credi Padre. La tragedia è lì, ma tu vedi che la sponda dell’amore di Dio è ugualmente vicina. Ed allora sorge il dubbio: E la disperazione dei naufraghi?. Non so darne ragione fino in fondo; so però che nell’uomo c’è una antica malattia che sovverte tante possibilità di comprensione e di solidarietà. L’egoismo e la sete del denaro (San Francesco, Papa Francesco, quanto avete predicato sull’argomento!). Dobbiamo superare questo male che ci strugge, se vogliamo capire noi stessi e il mondo. Il Papa ci ha ricordato l’espressione di Gesù: “Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli” (Lc. 10,21). E Dio vi benedica tutti”.
fr. GianMaria Polidoro ofm