Tutti parlano a ben vedere della Canonizzazione di due Papi, Giovanni Paolo XXIII e Giovanni Paolo II, proclamati Santi da due Papi, da Papa Francesco e dal Papa Emerito Benedetto XVI. I media si muovono tutti, giustamente, verso la definizione di una giornata tanto attesa e vissuta nel nome e nell’azione di quattro Papi. Ecco “La Giornata dei quattro Papi” come mai era accaduto in duemila anni di storia.
Ma oltre ad essere fatti Santi insieme e oltre a concelebrare il Papa e il Papa Emerito la Santa Messa di Canonizzazione cosa hanno in comune questi quattro Pontefici nella storia contemporanea della Chiesa o meglio nella evoluzione della Chiesa moderna?
INSIEME A FRANCESCO: UN PERCORSO CHE RICORRE NELLA STORIA CRISTIANA
Un percorso “Insieme a Francesco” che viene confermato a cominciare dalle parole di Papa Roncalli: “Francesco è necessario per la Chiesa e per il mondo, per scrivere nuovi capitoli di storia”. Una frase che Giovanni XXIII, il Papa buono, pronunciò nel suo primo viaggio, in treno, prima a Loreto poi ad Assisi, il 4 ottobre 1953, riferendosi a Francesco di Assisi. Un fare profetico ancora più sottolineato per il fatto che Roncalli, oggi Santo, allora veniva considerato alla sua elezione del Soglio Pontificio un Papa di transizione.
GIOVANNI XXIII E LA CHIESA RINNOVATA CON IL CONCILIO VATICANO II
Aveva settantasette anni e nessuno poteva immaginare che fosse proprio Giovanni XXIII a porre le basi di una Chiesa rinnovata con il Concilio Vaticano II, di cui peraltro nel 2013 è ricorso il cinquantesimo anniversario, in concomitanza – lo ricordiamo spesso – con il Giubileo Eucaristico, il settecentocinquantesimo anno del Corpus Domini. Nessuno poteva immaginare che fosse proprio Lui, con il suo linguaggio “elementare”, con quella bontà che in definitiva era la forza del suo carisma, a porre le basi di una “Chiesa reparata”, con un vivificato approccio a Cristo. Questo ha fatto Roncalli e senza di Lui nessuno avrebbe potuto proseguire una strada già avviata.
IL CONCILIO VATICANO II, I TEMI SOCIALI, LE NO PROFIT
Così come Papa Giovanni XXIII riconosceva tutti tra la folla e sembrava che parlasse uno ad uno come un Parroco o come un amico, esattamente come fa Papa Francesco oggi, il Consiglio Vaticano II tra le varie tematiche prettamente religiose ma anche civili, sociali ed economiche, sulla scia della “Rerum Novarum” di Papa Leone XIII, ha affrontato argomenti forti e diversi, tra cui persino quello dello sport, rivolgendosi a giovani, famiglie, laici e sacerdoti. E’ opportuno evidenziare il ruolo del laicato e delle No Profit che in quanto Chiesa di Cristo, spesso, si rendono promotori di quei concetti alti pronunciati dai papi e a volte abbandonati nel tempo. E’ il caso della Fondazione Culturale “Paolo di Tarso” che, dovendo dare vita ad un progetto permanente dedicato allo Sport inteso come strumento a supporto della famiglia, ha scrutato nel Concilio Vaticano II notando che lo Sport venne citato per la prima volta come “Sviluppo Armonico della Persona e Perfezionamento Morale”. Proprio da tale riflessione la “Paolo di Tarso” ha promosso il progetto “Insieme a Francesco”, le cui basi trovano spiegazione in Cristo e nella storia attuale della Chiesa, sostenuta dai laici che, non con facilità, applicano nel quotidiano le indicazioni di Francesco.
Papa Roncalli non solo era il Papa buono ma anch’egli fu gigante di Fede ed efficace nunzio apostolico e grande diplomatico, ad esempio, in Bulgaria e in Francia, con una rara capacità di dialogo e di aggregazione tra i popoli, nel nome di Francesco di Assisi e sotto la protezione della Beata Vergine Maria.
IL SENTIERO DEL CONCILIO VATICANO II
Senza il Concilio Vaticano II nessun altro nè Giovanni Paolo II, nè Benedetto XVI, nè Papa Francesco che porta proprio il nome del Santo di Assisi, avrebbero potuto agire sullo stesso percorso o sentiero, a volte più diritto, a volte più impervio, talvolta in un clima devastante per la Chiesa e per Cristo. Ma ciò che ha tenuto in vita la Chiesa contemporanea è stata la successione di questi Pontefici o meglio Vescovi di Roma, nell’unione in Cristo e nelle stigmate che hanno accomunato uomini come Francesco di Assisi e Padre Pio, quest’ultimo, che incontrò Giovanni Paolo II giovane e che fu consapevole di quanto Wojtyla avrebbe compiuto per l’umanità intera.
GIOVANNI PAOLO II E IL PONTIFICATO PIU’ LUNGO DELLA STORIA:
Giovanni Paolo II, il Papa che ha vissuto, e noi con Lui, il Pontificato più lungo della storia, durato venticinque anni, di Fede, amore per i giovani, il futuro, nelle Giornate Mondiali delle Gioventù, per i bambini, i suoi prediletti, perchè in loro vedeva compiersi e definirsi Gesù in tutta la loro purezza e trasparenza, amava tutti i popoli a cominciare dal suo, dove adorava la Madonna nera di Czestochowa nel Santuario di Jasna Gora in Polonia, icona a cui era molto devoto, per estendere la sua grandezza e le sue virtù unificatrici alle popolazioni del mondo intero.
Ed è così che mentre Giovanni XXIII venne definito il primo viaggiatore della storia, il Papa innanzi a cui anche la stampa e i media dovettero adeguarsi e muoversi in tempo reale e con cui la comunicazione iniziò sia pure con i mezzi di allora a divenire più veloce, si passò ad una diffusione di notizie così rapida da divenire digitale invece con Giovanni Paolo II, che il mondo lo girò proprio tutto ed il pianeta insieme a lui, anche per il tramite di internet.
Per potere approfondire e non riportare superficialmente certi messaggi spesso la chiave per comprendere il capolavoro della vita di Giovanni Paolo II vi sono l’arte e la cultura, un approccio portato avanti dai giovani della Fondazione Paolo di Tarso, ispirati dal Papa polacco attraverso anche esperienze comuni dal Giubileo del 2000.
Papa Roncalli, già terziario francescano, nei suoi due viaggi ad Assisi, nel 1953 e 62, annunciati alla comunità francescana solo due giorni prima, affidò a san Francesco il testo e l’applicazione del Concilio Vaticano II mentre Giovanni Paolo II vi affidò il suo Pontificato, riconoscendo Assisi come luogo di incontro e del dialogo. Un affidamento, quest’ultimo, avvenuto come a Maria, della quale Giovanni Paolo II fu tutto suo, “Totus tuus”, indicazione puntuale del suo stemma papale.
Giovanni Paolo II, il cui desiderio era quello di essere frate carmelitano, recatosi in Assisi in diverse occasioni, è stato per generazioni un gigante, un modello di vocazione. Fu il Papa grande, che perdonò il suo attentatore, che invitò tutti a non avere paura e a convertirsi al Vangelo, accanto a sè aveva già uno dei pilastri dello studio della Teologia, Benedetto XVI, la cui tesi fu su S. Bonaventura di Bagnoregio, Santo e secondo biografo della vita di Francesco di Assisi dopo Tommaso da Celano.
Papa Benedetto XVI, oggi Papa Emerito, ha vissuto e scoperto un momento della storia della Chiesa terribile, in cui alcuni rappresentanti della Chiesa stessa aveva attentato alla vita di coloro che in modo così trasparente rappresentavano Cristo, dei più piccoli. Uno scandalo che venne predetto dai segreti della Madonna di Fatima e che in parte, così ci ha raccontato Sua Eccellenza Vescovo di Civitavecchia-Tarquinia mons. Girolamo Grillo, sono coincisi con il pianto fatto di lacrime di sangue della Madonnina di Civitavecchia, del segreto della statuetta dell’antica “Civitas Vetula”, di cui il Vaticanese.it ha scritto e la cui medesima statuetta, Giovanni Paolo II volle, infatti, persino portare e venerare in Vaticano.
Quelle lacrime di sangue annunciavano ciò che sarebbe accaduto e si sarebbe saputo proprio soprattutto durante l’Anno Sacerdotale che Benedetto XVI ha indetto nel 2009-2010 per indicare con forza la santità delle pie vocazioni, quell’entusiasmo in Cristo di vocazioni giovani o adulte e che dall’acqua di Cristo attingevano per rispondere con forza alla loro chiamata. Il Papa Emerito non si aggrappò alla Croce come fece offrendo le sue sofferenze a Cristo Giovanni Paolo II fino alla fine con tenacia esemplare, ma l’ha portata sulle sue spalle. E con grandissima umiltà dall’alto della sua sapienza, la stessa umiltà che il Papa Emerito ha manifestato ad esempio innanzi al corpo di Giovanni Paolo II traslato dalla Cripta di san Pietro alla Basilica Vaticana, proclamandolo Beato e invocandolo da Papa “Santo Padre, Santo Padre” e quella stessa semplicità ed estremo coraggio dimostrato con le dimissioni, per la prima volta, di un Pontefice. “Santo Padre, Santo Padre”, una devozione rimasta impressa a tutti anche nella sede vacante, con uno stemma vuoto, nel trasferimento dapprima a Castel Gandolfo, a favore di un silenzio e di una fine più incisiva per favorire, dopo la corruzione, il principio, un nuovo inizio, che è arrivato con Papa Bergoglio, scelto nel Conclave dallo Spirito Santo e che oggi Benedetto XVI affianca.
Poi, quell’ispirazione da parte di un Papa argentino che ama i poveri e che ha una grande forza nel dialogo e nella comunicazione e che lo ha portato, insieme a noi tutti, a ripercorrere le orme di Francesco di Assisi, lìuomo dei poveri e della pace, in una strada tortuosa e “controcorrente”, ove si può insinuare il maligno, nella direzione “Insieme a Francesco” che vede molti uniti camminare nella direzione di Francesco con “lumen fidei” e nei suggerimenti “dell’Evangelii Gaudium”, l’esortazione apostolica del Vangelo nel mondo attuale.
Ciò non vuol dire che il tempo del cambiamento si è attuato ma stiamo vivendo “Insieme a Francesco” questo mutamento, passando ancora per tutte le guerre e per tutti coloro che muoiono in mare per dare un futuro alla loro famiglia o per quei padri che in silenzio senza lavoro o senza un’occupazione adeguata fanno fatica a far vivere con dignità i loro cari e per tutte quelle “gocce di sorgente che possono fare l’oceano” come diceva Madre Teresa di Calcutta anche a Giovanni Paolo II.
Questo cambiamento è iniziato lontano dai riflettori e dalla vanità, seguendo il Vangelo, nella semplicità delle piccole cose vissute sotto la guida oggi in cielo di Giovanni XXIII e di Giovanni Paolo II e in terra di Papa Francesco e Benedetto XVI, tutti sulla linea di Francesco di Assisi, il piccolo uomo che fu un gigante e che per lo stesso principio, nella devozione in Cristo, può rendere giganti, piccoli come noi e tanti altri. E tutti piccoli, nella Misericordia e nella Carità che è benevola e tutto spera e tutto sopporta, siamo esortati ad andare avanti e ci poniamo gaudiosi in questo 27 aprile 2014 in ascolto per trasmettere la verità al mondo “Insieme a Francesco”.
Viviana Normando