a cura di S.E. l’Arcivescovo Mons. Giuseppe Mani/
I settantadue. Tre sono le categorie di color che seguono il Signore: la folla, i discepoli e gli apostoli. Il testo di questa domenica ci parla della seconda categoria che viene presentata con delle qualità tutt’altro che trascurabili: sottomettono gli spiriti cattivi, cacciano i demoni, calpestano serpenti e scorpioni velenosi e i loro nomi sono scritti in cielo, cioè in Dio. In breve : hanno potere di far venire il Regno e di porne i segni. Oggi si vede in generale in questo gruppo di settantadue persone che aiutano gli apostoli senza confondersi con loro la prefigurazione dei laici e della loro funzione nella chiesa. Perché no? Settantadue, sei volte dodici, è evidentemente una cifra simbolica. Sono i dodici in qualche modo moltiplicati.
I messaggeri. I messaggeri precedono la venuta dello stesso Gesù. Hanno un po’ la funzione di Giovanni Battista. Ciò che colpisce è la loro totale dipendenza da ciò che annunciano. Non hanno un messaggio proprio ne un programma, non sono che relazione tra Cristo e gli uomini. Questo spogliamento in vista del Regno è manifestato dal loro spogliamento materiale: “ne denaro, ne borsa ne sandali”. Darebbero un’immagine sbagliata del Regno e condizionerebbero i loro uditori togliendo loro una parte della libertà. Anche Paolo respingere ogni forma di prestigio del linguaggio della sapienza per non sedurre: la seduzione non lascia gli uomini nella totale libertà. I destinatari del Regno devono essere messi dinanzi alla proposta del Regno tutta nuda perché possano pronunciarsi nella totale libertà. Lungi da non dover nulla a nessuno i messaggeri sono in condizione da dipendere da coloro a cui sono mandati in maniera che gli uomini possano dar un “bicchier d’acqua “ in nome di Cristo e così entrare nella pratica del regno ancor prima di aver sentito la predicazione…