a cura di Mons. Giuseppe Mani/
Il più grande pittore giapponese del XVIII secolo Katsushika Hokusai (1760-1849) aveva dipinto un vaso su cui era disegnata la montagna santa Fuji-Yama. Era una meraviglia. Il vaso cadde e si ruppe e Hokusai pieno di dolore diede ordine di raccogliere tutti i pezzi e con pazienza ricomporli. Il lavoro fu lungo ma ben fatto per cui il vaso tornò come prima ma la singolarità era rappresentata dal fatto che Hokusai tracciò u piccolo filo d’oro su tutte le linee di rottura e il vaso divenne più bello di prima. Questa storia racconta la vita. Guardando la nostra esistenza la troviamo attraversata da prove, vuoti, handicap e le rotture lasciano le cicatrici. Ecco la festa di Pasqua. Una speranza nasce nel nostro cuore. E’ possibile la guarigione? Potremo ricominciare di nuovo? “Se qualcuno è nel Cristo è una nuova creatura”. Ecco il canto di Pasqua: “Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha fatto meraviglie!”
La storia del vaso è la nostra storia. Non possiamo spogliarci del nostro passato…….Come potremmo fare. Fa parte di noi stessi. Non si tratta di ridiventare come prima . E’ la misericordia di Dio che fa nuove tutte le cose. Il Signore , come l’artista, ricrea con pazienza e amore rispettando tutto di noi. Le nostre rotture, sempre presenti ma portate diversamente non pesano più, anzi sono divenute occasione per amare di più in verità e occasione per perdonare. Aprono un nuovo sguardo su noi e su gli altri. Tutto diviene sorgente di grazia e di fecondità. Pasqua è il perdono, la salvezza di Dio che stabilisce tutto nella pace. Quando Gesù apparve ai suoi discepoli mostrò le sue piaghe, così riconobbero il Signore, dal segno del suo amore fino alla fine per gli uomini. Quando saremo nel Regno, nell’eternità beata, ci riconosceremo gli uni gli altri dalle nostre piaghe luminose, da questi segni del nostro amore, da questi doni di noi stessi agli altri malgrado le sofferenze e le prove della vita.
“Signore Dio, tu che hai fatto meraviglie creando l’uomo e ancora più ricreandolo”prega la chiesa la notte di Pasqua, dopo aver sentito la narrazione della creazione, in questi santi giorni i cui ci salutiamo dicendo “Il Signore è veramente risorto”, facci riconoscere quel filo d’oro tracciato sulle nostre vie, segno dell’amore di Dio più forte della morte e segno del nostro amore. “Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita perché amiamo i fratelli”. “Cantate al Signore u canto nuovo”.