Non esiste umiltà senza umiliazione.
Papa Francesco, nella Domenica delle Palme che apre alla Settimana Santa, ricorda che “Dio si umilia per camminare con il suo popolo” e sottolinea “l’umiliazione di quanti, per il loro comportamento fedele al Vangelo sono discriminati”. Questa – dice – è la via per seguire Gesú e per vivere la settimana santa.
“Umiliarsi è prima di tutto lo stile di Dio”, chiarisce Papa Francesco. E ammette:
“Uno stile che non finirà mai di sorprenderci e di metterci in crisi: a un Dio umile non ci si abitua mai!”.
Francesco afferma: con la celebrazione delle Palme che “appare festosa” si apre la Settimana della Passione di Gesù. Sulla “via dolorosa e sotto la croce, – ci ricorda – sentiremo gli insulti della gente e dei capi”. Lo vedremo, disprezzato, deriso, tradito, abbandonato, schernito. Solo se anche noi “andremo su questa strada dell’umiliazione di Gesù – ci chiarisce il Papa – vivremo una Settimana davvero Santa. Francesco ribadisce:
“Questa è la via di Dio, la via dell’umiltà. E’ la strada di Gesù, non ce n’è un’altra. E non esiste umiltà senza umiliazione”.
“Dio si umilia per camminare con il suo popolo, – dice – per sopportare le sue infedeltà”. Cita il Libro dell’Esodo, le lamentele del popolo che il Padre aveva fatto “uscire dalla condizione di schiavitù e guidava nel cammino attraverso il deserto fino alla terra della libertà”.
“Umiltà – spiega Francesco – vuol dire servizio, vuol dire lasciare spazio a Dio spogliandosi di sé stessi, “svuotandosi”, come dice la Scrittura. “Questa – avverte il Papa – è l’umiliazione più grande”.
E il Papa parla della strada contraria a quella di Cristo con una definizione precisa: “mondanità”. E con caratteristiche precise:
“La mondanità ci offre la via della vanità, dell’orgoglio, del successo… E’ l’altra via. Il maligno l’ha proposta anche a Gesù, durante i quaranta giorni nel deserto. Ma Gesù l’ha respinta senza esitazione. E con Lui, con la sua grazia soltanto, col suo aiuto, anche noi possiamo vincere questa tentazione della vanità, della mondanità, non solo nelle grandi occasioni, ma nelle comuni circostanze della vita”.
“Mettiamoci anche noi decisamente su questa strada, – incoraggia Francesco – con tanto amore per Lui, il nostro Signore e Salvatore”. Inoltre – ci dice Francesco – “ci aiuta e ci conforta in questo l’esempio di tanti uomini e donne che, nel silenzio e nel nascondimento, ogni giorno rinunciano a sé stessi per servire gli altri: un parente malato, un anziano solo, una persona disabile…”. E poi il pensiero a “quanti per il loro comportamento fedele al Vangelo sono discriminati e pagano di persona”. E ai cristiani perseguitati:
“E pensiamo ai nostri fratelli e sorelle perseguitati perché cristiani, i martiri di oggi: ce ne sono tanti! Non rinnegano Gesù e sopportano con dignità insulti e oltraggi. Lo seguono sulla sua via. Possiamo parlare in verità di “un nugolo di testimoni”: i martiri di oggi ”.
Francesco non ha dubbi: sulla via dell’umiltà di Dio, “sarà l’amore a guidarci e a darci forza”.
Fonte: Radiovaticana