A cura di Viviana Normando/
La Chiesa anglicana d’Inghilterra ha votato a favore dell’ordinamento delle donne vescovo. Una decisione presa nel corso della riunione del sinodo generale a York. Un passaggio storico, che fu bloccato nel 2012, a causa di sei voti contrari espressi da parte degli elettori “laici”. Ma lunedì pomeriggio la chiesa anglicana è tornata a esprimersi. Una decisione, quella del sinodo di York, che mette fine alle discussioni e alle divisioni all’interno della comunità anglicana, 80 milioni di fedeli in 165 Paesi del mondo: le donne vescovo esistono già in Usa, Canada, Nuova Zelanda e in Australia, ma la Chiesa d’Inghilterra manteneva un atteggiamento di ostilità, nonostante ci fossero già preti donna: il primo ‘vicario’ donna venne ordinato nel 1994. La Chiesa d’Inghilterra, casa madre della comunità anglicana, avrà dunque entro la fine dell’anno il primo vescovo donna. Grande sostenitore del cambiamento è stato Justin Welby, l’arcivescovo di Canterbury, che, alla vigilia del sinodo, ha chiesto a gran voce di votare a favore della proposta: “È incomprensibile non averla approvata prima”, ha dichiarato riferendosi alla bocciatura del 2012. Ma stavolta in molti erano consapevoli che il rifiuto di aprire alle donne vescovo, in una chiesa che ha già i preti donne, sarebbe diventato agli occhi dei fedeli indifendibile: “Se il sinodo non voterà a favore”, aveva detto – prima della riunione – un vescovo al Guardian, “provocherà una crisi nazionale. Porterà la Chiesa a un danno irreparabile. La gente penserà non siamo più credibili, e in effetti non lo saremmo”.
Il voto sarà dibattuto dal Parlamento e avrà bisogno dell’approvazione della Regina Elisabetta II, capo formale della Chiesa di Inghilterra, prima di tornare il 17 novembre all’esame del sinodo generale ed entrare in vigore.
David Cameron, premier britannico, si è dimostrato fortemente a favore delle donne vescovo convinto che la Chiesa d’Inghilterra possa essere una Chiesa moderna in sintonia con la società.
La Chiesa è un corpo indivisibile in Cristo e il Vescovo di Roma per primo ha sottolineato il grande ruolo della donna all’interno della Chiesa. Mentre in Inghilterra il primo vescovo donna verrà eletto a breve, Papa Francesco ha proclamato il 2015 quale anno della vita consacrata, dedicato a quelle vocazioni femminili sempre piene di azione generose e con il sorriso pieno espressione di Dio.
Non dimentichiamo che sarebbe auspicabile una riflessione comune in Cristo, desiderosi del ritorno della Chiesa di origine, dell’Eccomi di Maria, della chiamata di Pietro e Paolo e della loro incessante opera di evangelizzazione che proseguita nelle chiamate in in tutta la storia cristiana di uomini e donne, spesso martiri, ha portato all’affermazione dei valori odierni della Chiesa basata sul sacrificio di Cristo per noi tutti, sul suo corpo e sangue, sull’Eucarestia dell’Ultima Cena, spesso colorita di interpretazioni fantastiche da parte di taluni scrittori e artisti, ma la cui immagine reale non fa mai venire meno i fatti e il vivere in Gesù Cristo, seguendo quotidianamente il Vangelo. La vera rivoluzione è questa: è far si che la Chiesa ritorni all’origine, che il Bello coincida sempre con il Buono, come ci è stato insegnato da Cristo che è il Bello e il Buono e non gioire dei cambiamenti. Non per non essere vicini ai fratelli anglicani o per essere eccessivamente conservatori ma per ricordare che il vero sconvolgimento della storia cristiana è Cristo stesso che, con la testimonianza della sua vita, resta perenne nel tempo che passa.
Viviana Normando Foto fonte: Repubblica.it. Kay Goldsworthy la prima donna vescovo in Australia.