Gli appelli di Benedetto XVI hanno hanno dato i loro frutti e per l’emergenza carestia e siccità nel Corno d’Africa sono stati raccolti dalle organizzazioni umanitarie ben 60 milioni di euro. Lo stesso Papa Ratzinger ha devoluto personalmente 400 mila euro. La notizia è stata resa nota nel corso della conferenza stampa tenuta in Vaticano dal presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum, cardinale Robert Sarah, con l’amministratore apostolico di Mogadiscio, monsignor Giorgio Bertin, e i responsabili di diversi organismi cattolici: Caritas, Crs, Manos Unidas, e altri. Era presente anche una delegazione della Comunione Anglicana, che ha aderito alla mobilitazione lanciata da Ratzinger.
Carestia Corno d’Africa: Aiuti per un milione di persone
Michel Roy, segretario generale di Caritas internationalis ha riferito che la Chiesa Cattolica sta aiutando un milione di persone (su 13 milioni e 300 mila persone che hanno bisogno di assistenza diretta, principalmente in Somalia, Etiopia, Kenya e Gibuti) e ha già messo a disposizione 31 milioni di euro, raccolti tramite collette e offerte in tutto il mondo. E ha sottolineato che molte Chiese locali si sono mobilitate organizzando collette nazionali per rispondere agli appelli del Papa.
Aiuti alimentari per i bambini, poi tende e medicine
La Chiesa nel Corno d’Africa, ha spiegato Roy, interviene con «aiuti alimentari e supplementi nutrizionali per bambini, tende, medicine, acqua per persone, animali e coltivazioni. Ma anche servizi igienici e sanitarie, cure sanitarie, assistenza ai più vulnerabili, distribuzione di sementi, sostegno spirituale e psicologico. Riguardo al futuro, ha precisato Roy, «questo mese di ottobre sarà cruciale: se non pioverà la situazione peggiorerà, e le previsioni non sono buone. I campi sono troppo affollati con grossi problemi sanitari e gli aiuti non sono sufficienti». La comunità internazionale, ha auspicato Roy, «deve rafforzare gli sforzi per fronteggiare i bisogni reali e dare pace e stabilità alla Somalia e all’intera zona del Corno d’Africa».
Arcivescovo di Canterbury: collegare azione umanitaria e sviluppo degli interventi
È stato letto un messaggio dell’Arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, sull’«importanza cruciale di collegare azione umanitaria e sviluppo degli interventi». L’arcivescovo nello scritto ricorda che «le comunità di fede hanno un proprio ruolo distinto» da svolgere durante le emergenze umanitarie. A suo avviso «molte lezioni possono essere apprese da questa crisi», tra cui «l’importanza di preparare e rafforzare la capacità delle comunità di prevenire e mitigare i disastri e cercare di prevedere le emergenze». Il suo auspicio è che la collaborazione tra le chiese in atto per soccorrere il Corno d’Africa «porti energia vitale e focus sulla crisi e stabilisca nuove opportunità di collaborazione ecumenica». Sole24Ore – Il Vaticanese.it