A cura de Il Vaticanese.it. All’alba dell’elezione di Papa Francesco vi è l’esigenza di riunire in un profilo chiaro ed esaustivo tutte le fonti e le notizie che delineano chi è il nostro Pontefice.
BIOGRAFIA DI PAPA FRANCESCO
Jorge Mario Bergoglio è nato a Buenos Aires, il 17 dicembre 1936. Eletto Papa il 13 marzo 2013 è il 266º vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica, 8º sovrano dello Stato della Città del Vaticano, con il nome di Franciscus, Francesco. Appartenente alla Compagnia di Gesù, è il primo pontefice di questo istituto religioso e il primo latinoamericano eletto al soglio di Pietro.
PAPA FRANCESCO FIGLIO DI EMIGRANTI ITALIANI
Jorge Mario Bergoglio è figlio di emigranti piemontesi, nato in una famiglia di origini italiane, specificamente piemontesi (il bisnonno Giovanni Angelo era nato in località Bricco Marmorito di Portacomaro Stazione, frazione di Asti non lontana da Portacomaro), è il quarto dei cinque figli di Mario Jose, funzionario delle ferrovie, e di Regina Maria Sivori, una casalinga con sangue piemontese e genovese. Durante gli anni giovanili, ragazzo semplice e schivo, studia dapprima come perito chimico, lavorando per qualche anno e avendo una fidanzata.
PAPA FRANCESCO: A 22 ANNI LA SVOLTA RELIGIOSA
A 22 anni la svolta religiosa: l’11 marzo 1956 entra nel noviziato dei gesuiti a Villa Devoto, si laurea in filosofia al Collegio Massimo San José de San Miguel, tra il Cile e Buenos Aires. Dal 1964 insegna per tre anni letteratura e psicologia nei collegi di Santa Fe e Buenos Aires.
PAPA FRANCESCO: A 33 ANNI ORDINATO SACERDOTE
Pochi giorni prima del suo trentatreesimo compleanno riceve l’ordinazione presbiterale il 13 dicembre 1969 per l’imposizione delle mani dell’arcivescovo di Córdoba Ramón José Castellano. Nel 1973 viene eletto provinciale della Compagnia di Gesù, un incarico che eserciterà per sei anni.
Diverse sono le esperienze di insegnamento e la nomina a superiore provinciale dell’Argentina (dal 31 luglio 1973 al 1979) è Rettore della Facoltà di teologia e filosofia a San Miguel. Nel 1979 partecipa al vertice della Celam (Consiglio episcopale latino-americano) a Puebla ed è fra coloro che si oppongono decisamente alla teologia della liberazione, sostenendo la necessità che il continente latino-americano faccia i conti con la propria tradizione culturale e religiosa.
BERGOGLIO E L’ARGENTINA IN CRISI
Gli anni di Bergoglio si susseguono in un periodo turbolento per l’Argentina che sprofonda nel vortice della repressione e della violenza. Ed anche per la Chiesa, tentata dall’opzione rivoluzionaria, sono anni di grandi convulsioni e di drammatiche spaccature. Il giovane provinciale dei gesuiti si mostra aperto al dialogo ma fermo nelle sue decisioni. “Se non ci fosse stato Bergoglio a capo della congregazione, le difficoltà sarebbero state molto più grandi” ha dichiarato, alcuni anni fa al quotidiano La Nacion l’ex ministro per il culto Angel Miguel Centeno.
Nel 1986 si reca in Germania per il completamento del dottorato. Ritornato in patria diventa direttore spirituale e confessore della Chiesa della Compagnia di Gesù di Córdoba.
BERGOGLIO: GIOVANNI PAOLO II LO NOMINA A VESCOVO AUSILIARE
Il 20 maggio 1992 Papa Giovanni Paolo II lo nomina vescovo ausiliare di Buenos Aires, titolare di Auca. Riceve la consacrazione episcopale il 27 giugno 1992 per l’imposizione delle mani di colui che, primate d’Argentina, lo aveva voluto al suo fianco come vescovo ausiliare e poi coadiutore, del cardinale Antonio Quarracino, arcivescovo di Buenos Aires, assistito dal vescovo Emilio Ogñénovich e dall’arcivescovo Ubaldo Calabresi.
Il 3 giugno 1997 è nominato arcivescovo coadiutore di Buenos Aires. Succede alla medesima sede il 28 febbraio 1998, a seguito della morte del cardinale Antonio Quarracino. Diventa così primate d’Argentina. Dal 6 novembre dello stesso anno è anche ordinario per i fedeli di rito orientale in Argentina.
Il 21 febbraio 2001 Giovanni Paolo II, tenendo un concistoro ordinario pubblico per la creazione di quarantadue nuovi cardinali e la pubblicazione dei due cardinali riservati in pectore nel concistoro del 21 febbraio 1998, lo crea cardinale del titolo di San Roberto Bellarmino.
Restio ad accettare ruoli curiali e oppositore del lusso e degli sprechi: quando in questa occasione venne ordinato cardinale molti compatrioti organizzarono raccolte fondi per volare a Roma e presenziare alla cerimonia, ma Bergoglio li obbligò a restare in Argentina e a distribuire i soldi ai poveri.
Dal 2005 al 2011 è a capo della Conferenza Episcopale Argentina.
BERGOGLIO: RATZINGER LO NOMINA CONSIGLIERE DELLA PONTIFICIA COMMISSIONE
È inoltre consigliere della Pontificia Commissione per l’America Latina con nomina di Ratzinger il 22 febbraio 2012, gran cancelliere dell’Università Cattolica Argentina, presidente della commissione episcopale per la Pontificia Università Cattolica Argentina, membro della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, membro della Congregazione per il Clero, membro della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, membro del comitato di presidenza del Pontificio Consiglio per la Famiglia e membro del consiglio post sinodale.
Già nel 2005 viene considerato uno dei candidati più in vista per l’elezione, il più votato dopo Ratzinger, segno di una straordinaria continuità tra il precedente Conclave e l’attuale nonché della certezza che ispira da molto la figura del neo Papa, come nuovo riferimento geopolitico della Chiesa, spirituale, paterno.
JORGE MARIO BERGOGLIO PROCLAMATO PAPA. E’ PAPA FRANCESCO
La sera del 13 marzo 2013, al quinto scrutinio, è eletto papa assumendo il nome di Francesco. È il primo papa ad acquisire tale nome, il primo gesuita a diventare papa ed il primo pontefice proveniente dal continente americano. La sua intelligenza e sensibilità, nella sua semplicità e spontaneità, lo porta a presentarsi ai fedeli con parole incentrate sul suo ruolo di Vescovo di Roma, successore di Pietro.
Viviana Normando
PARTICOLARI APPREZZABILI
Di lui si scrive anche significativamente: Bergoglio fin dall’inizio del suo ministero episcopale ha scelto uno stile di vita semplice ed austero, quasi monacale. Abita in un piccolo appartamento, va in giro con la tonaca nera come un semplice prete e usa sempre autobus e metrò. È abituato ad alzarsi alle 4 e 30 di mattina, e dopo la messa e le preghiere si dedica a rispondere personalmente alle lettere dei suoi fedeli. Di lui dicono che “parla poco ma sa ascoltare molto”. Autore di vari libri che trattano soprattutto di pastorale sociale, ha una grande capacità d’improvvisare discorsi ed omelie, cogliendo d’istinto gli umori di chi gli sta intorno. Uomo di grande cultura è un appassionato lettore di Borges e Dostojevski, Dante e Manzoni ama la musica classica ed il tango. Senza dimenticare la sua passione per la poesia di Hölderline le note di Beethoven. Tra i suoi film preferiti lo ha confessato lui stesso, alcuni anni fa c’è Il Pranzo di Babette. (Della figura di Bergoglio rimase affascinato lo stesso Roberto Benigni durante una sua visita in Argentina nel 2009).
Amatissimo nel suo Paese in un libro-intervista autobiografico, divenuto un bestseller uscito nel 2010 Il Gesuita scritto da Francesca Ambrogetti e Sergio Rubin il futuro Papa aveva spiegato le sfide che attendevano la Chiesa moderna: ”L’opzione fondamentale è scendere per le strade e cercare la gente: questa è la nostra missione. Il rischio che corriamo oggi è quella di una Chiesa autoreferenziale: simile al caso di molte persone che diventano persone paranoiche e autistiche, capaci di parlare solo a loro stesse”.
E, da buon sudamericano, stravede per il calcio tifando per la squadra del San Lorenzo di Almagro da cui ha avuto in regalo una maglietta con gli autografi dei giocatori. Aperto al contatto con la gente, in tutti questi anni Jorge Bergoglio ha conquistato la stima e l’affetto dei porteni, soprattutto dei più poveri che se lo ritrovano particolarmente vicino quando, a partire dal 2001, l’Argentina precipita nella catastrofe economica. Ha saputo ridare credibilità e prestigio sociale alla Chiesa, mantenendo una distanza critica nei confronti del potere politico di qualsiasi colore.